27 marzo 2025

La tragedia di Aldo Moro rivive sul palco del Ponchielli. Fabrizio Gifuni straordinario interprete di "Con il vostro irridente silenzio"

Aldo Moro è stato una delle figure più influenti della politica italiana del Ventesimo secolo. Leader della Democrazia Cristiana, ha ricoperto il ruolo di primo ministro in diversi governi tra gli anni Sessanta e Settanta ed ha promosso il cosiddetto «compromesso storico», cioè un tentativo di avvicinamento tra il suo partito e il Partito Comunista in un periodo di forte polarizzazione politica. Il suo sequestro da parte delle Brigate Rosse nel 1978 e l’omicidio dopo cinquantacinque giorni di prigionia hanno segnato profondamente la storia italiana, rappresentando uno dei momenti più drammatici e oscuri dei cosiddetti «anni di piombo».

Le lettere e il memoriale dello statista sono un’eredità importante per il loro contenuto politico e personale, ma anche per il modo in cui riflettono il contesto storico e le dinamiche di potere nell’epoca della strategia della tensione. Rese pubbliche a partire dal 1990, queste carte, però, cadono sostanzialmente nell’ oblio: pochi le leggono, molti scelgono di dimenticarle. Sono pagine commosse che Moro scrive alla moglie Eleonora, ai figli e al nipotino; lettere che fanno nomi e cognomi, che raccontano di connivenze, di colleghi di partito avidi e cinici, della voluta inerzia dei rappresentanti delle istituzioni, del silenzio del Papa, delle mistificazioni dei media. Alcune lettere contengono probabilmente messaggi criptici o simbolici, come alcuni studiosi hanno suggerito. Certo è che questi documenti testimoniano non solo il conflitto interiore di Moro tra ruolo pubblico e vita privata, ma anche la sua profonda riflessione sulle implicazioni politiche, morali e umane del suo rapimento.

Con il vostro irridente silenzio, visto ieri al Ponchielli e tratto dalle lettere e dal memoriale di Moro, è uno spettacolo intenso e necessario. Merito di un attore di qualità come Fabrizio Gifuni, che già interpretò lo statista nel film «Esterno Notte» di Marco Bellocchio. Pluripremiato interprete cinematografico e teatrale, Gifuni è sempre alla ricerca di sfide artistiche che mettano in luce aspetti complessi della società e della storia italiana. Con un lavoro drammaturgico meticoloso, pubblicato da Feltrinelli nel 2022, ci regala una prova d’attore di rara intensità emotiva e profondità intellettuale: trenta minuti in ribalta per fornire agli spettatori più giovani le necessarie coordinate storiche, due ore immobile a leggere al microfono su un palcoscenico ingombro solo di un tavolino, una sedia e alcuni fogli a terra. Gifuni restituisce alle parole di Moro la voce che meritano. È un dialogo intimo, il suo, lucido e disperato sulle responsabilità civili e morali della politica; è un monito a non rimanere indifferenti di fronte alla storia e al presente, carico di domande e di speranze. 

Pubblico numeroso, attento e commosso; lunghi e meritati applausi alla fine.

 

Michela Zaccaria


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