30 novembre 2024

Le storie della gente del fiume. I racconti dalla Cascina Alluvioni di Brancere attraverso le foto di Lorena, custodite con amore e ingiallite dal tempo e dai ricordi

Le terre di fiume, sull’una e sull’altra riva, sono da sempre custodi di storie e di vicende umane che si intrecciano tra le due sponde del Po. Storie spesso sconosciute ai più, capaci di venire a galla quando sono i diretti interessati, o i loro familiari, giustamente, a parlarne, restituendo pagine comunque epocali del nostro passato. Pagine nate dalla laboriosità della nostra gente, vissute tra le distese agricole di qua e di là dal Po, che nel tempo hanno ispirato colossal come “Novecento”, “L’albero degli zoccoli” e sono state ri chiamo per scrittori e giornalisti, poeti e narratori, pittori e semplici viandanti. 

Tra i luoghi che, maggiormente, sono custodi di quella “miniera etnografica” che si dipana tra le due rive del fiume, spicca la storica Cascina Alluvioni di Brancere, con la sua iconica e spettrale limonaia. Luogo custode di storie e di leggende, di cui spesso si è scritto, meta di frotte di fotografi e fotoamatori e di cui in tanti hanno scritto.  

Proprio parlando e scrivendo di questo luogo c’è chi si è fatta toccate il “cassetto dei ricordi” decidendo, molto giustamente, di rendere pubblico un grande patrimonio di storia locale. Un esempio che dovrebbero seguire in molti. E’ il caso di Lorena Costa di Zibello, una donna che nel corso della sua vita ha sempre serbato con grande cura, e soprattutto amore, i ricordi di famiglia. Ha fatto quello che tutti dovrebbero fare, con la consapevolezza che il passato, quello dei nostri antenati e dei nostri familiari, è patrimonio, incancellabile e indimenticabile, delle nostre comunità.

Sincero Costa, nonno di Lorena, nato a Busseto nel 1880 e morto a Zibello nel 1968 lavorò, per almeno un decennio, proprio alle dipendenze della famiglia Germani, a Brancere, e visse nella storica Cascina Alluvioni, un luogo che ha sempre amato, e di cui ha sempre parlato, anche una volta tornato nel Parmense.

Cavaliere di Vittorio Veneto, alla Cascina Alluvioni era stato assunto nel 1916 (dalla guerra era tornato in anticipo a causa di un infortunio ad una mano) e vi è rimasto, come anticipato, per circa un decennio. Aveva la terza elementare ed era, ufficialmente, il fattore. Ma, in pratica, era anche ragioniere e capo uomini, un vero e proprio tuttofare.

Un uomo tutto d’un pezzo, che non conosceva fatica, capace di lavorare dal mattino presto alla sera tardi senza fare una piega. Aveva fatto esperienza, in precedenza, al podere Bottone (a Busseto) per poi finire, appunto, a vivere a Brancere, nella storica Cascina Alluvioni, insieme alla moglie Ida Dadomo (originaria di Alseno, comune della provincia di Piacenza) e ai figli Ines (classe 1908), Elsa (classe 1909), Anselmo (classe 1912), Enzo (classe 1913) e Lina (classe 1921), i primi quattro nati tutti a Busseto e Lina, invece, proprio a Brancere.

“Sono sempre stata molto legata a mio nonno – ricorda Lorena Costa – e spesso mi raccontava fatti e aneddoti del periodo in cui era stato a Brancere”. Era stato assunto da Annibale Germani, papà di Franco ed Argento Germani e, dall’importante famiglia cremonese è sempre stato molto considerato e stimato, sia per le sue grandi capacità che per l’impegno sempre profuso sul lavoro. Spesso parlava anche di Antemino Germani e della sua passione per la pittura.

“In casa mia – aggiunge ancora Lorena Costa – si è sempre parlato molto dei ‘Luvion’ (termine dialettale con cui veniva definita la Alluvioni), del signor Germani e dei suoi figli”. Poi c’era stato un fatto, poco piacevole, legato a un dipendente della stessa cascina che aveva messo in giro voci negative, e infondate, su Costa. Il quale, da uomo appunto tutto d’un pezzo, onesto dalla testa ai piedi, abituato alla massima correttezza, aveva deciso di andarsene, per tornare nel Parmense, a Zibello, nei poderi Belpiano prima e Crocetta poi.

I Germani, come ricorda ancora la nipote, proprio per la considerazione alta che avevano di lui, si erano prodigati per farlo desistere, ma lui non aveva sentito ragioni. Perché considerava inaccettabile che voci maligne fossero state messe in giro sul suo conto. Un uomo di quelli di un tempo, che non ha mai barattato la sua onorabilità e la sua fermezza con nulla e con nessuno.

Un grande lavoratore, che in guerra aveva perso anche un fratello (Eugenio Costa di appena 22 anni), molto legato alla famiglia e alla sua terra. Dove tuttora riposa, a Zibello, l’ultimo paese in cui lui, arrivato dalla terra di Verdi e passato per quella di Monteverdi e Stradivari, ha vissuto.

Grazie alla sensibilità e alla disponibilità della nipote Lorena, si pubblicano foto d’epoca, sia di Sincero Costa, che del suo primo contratto di lavoro (datato 1916) a Brancere, ma anche immagini della sua famiglia e di lui al lavoro. Queste ultime non è certo che risalgano al periodo cremonese, potrebbero anche essere state fatte in terra Parmense ma, aggiunge chi scrive queste righe, di qua o di là dal fiume si tratta sempre di pezzi di storia del nostro territorio. “Dulcis in fundo”, anche foto di gruppo di scolaresche a Stagno Lombardo realizzate tra il 1916 e il 1920, che ancora oggi Lorena Costa continua a conservare nella sua casa di Zibello e, mettendole a disposizione, ha permesso di inserire un altro tassello nella “ricomposizione” della storia locale e nella creazione di quella che potrebbe diventare una grande “Casa della Memoria”: che è di tutti e a disposizione di tutti e, in quelle foto, molti ragazzi di allora (o i loro figli e nipoti) potrebbero rivedersi o vedersi aprire un bel pezzo di storia. 

Eremita del Po

Paolo Panni


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Dino Cerioli

30 novembre 2024 13:42

I miei nonni si chiamavano cattadori e Mazzini e sono nati a brancere di stagno lombardo

claudio

30 novembre 2024 19:31

...infatti a Brancere c'erano i Mazzini e ci sono ancora i Cattadori... Piange il cuore vedere una frazione di Stagno Lombardo spegnersi così inesorabilmente...

Dino Cerioli

30 novembre 2024 20:31

Vorrei conoscere la signora costa è possibile grazie buona serata

Zita

2 dicembre 2024 07:35

Anche mio nonno Giovanni Gueragni, classe 1899, era nato a Brancere e sua madre era una Panizza…mi ha sempre raccontato dell’alluvione dove la sua famiglia ha perso cascina e terra.. mi sembra si chiamasse “ la mezza ca’ ? Mi sono sempre ripromessa di ricostruire la storia ma poi… purtroppo non l’ho mai fatto…