29 marzo 2021

Miracolo della natura sul Po, si alza la temperatura i cefali si adattano all'acqua dolce e non tornano in mare

Il Po si arricchisce di un’altra presenza. Davide Persico, sindaco di San Daniele, ha fotografato un grande banco di cefali, pesci notoriamente anadromi, cioè migratori che periodicamente dal mare risalgono i fiumi per poi farvi ritorno, divenuti stanziali e amanti dell’acqua dolce. Un’anomalia, dovuta probabilmente ai cambiamenti climatici, che nel periodo invernale comportano una abbassamento graduale della temperatura dell’acqua in modo da consentire ai pesci di acclimatarsi alle nuove condizioni. Non era così negli anni addietro quando i pochi cefali rimasti nelle langhe morivano a causa del freddo. “Anche quando i cefali risalivano normalmente la corrente del Po era difficilissimo prenderli - racconta Vitaliano Daolio, pescatore professionista responsabile dell’acquario del Po di Motta Baluffi - negli anni scorsi, anche in seguito all’aumento dell’inquinamento sono aumentati di massa, trovando maggiori quantità di cibo. La cosa anomala è che siano rimasti in queste acque, un fenomeno che andrebbe studiato a livello scientifico”. Ma non è questa l’unica mutazione subita dalla fauna ittica del Po: “Un altro fenomeno riguarda la popolazione dei siluri, in grande calo: sono aumentati di peso ma è diminuita la biomassa di taglia medio-piccola, è diventato difficilissimo catturare esemplari di piccole dimensioni. D’altronde è normale che quando si introduce una specie alloctona, nel giro di una cinquantina d’anni tutto possa cambiare. Lo stesso è accaduto con il pesce gatto, introdotto agli inizi del Novecento, che verso gli anni Ottanta era quasi completamente estinto. L’ultimo arrivato è il pesce gatto puntato americano, attualmente la biomassa maggiore del fiume, una specie alloctona letteralmente esplosa negli ultimi quattro anni, che può arrivare a pesare anche 30 chilogrammi. Il ceppo arrivato da noi, però, diventato consanguineo, soffre di una forma di nanismo per cui può arrivare al massimo al peso di un chilo. E’ però una specie pericolosissima, dotata di tre lunghi aculei che apre quando si sente in pericolo e può creare gravi problemi ai suoi predatori. Ho fatto un esperimento in vasca con un siluro che ha divorato un pesce gatto puntato, una volta nell’addome quest’ultimo ha aperto gli aculei e nel giro di un mese il siluro è morto”. Secondo un report di World’s Fogotten Fishes, che raccoglie 16 organizzazioni internazionali per la conservazione fra cui Wwf, Zoological Society di Londra, Global Wildlife Conservation e tante altre, dal 1970 ad oggi, cioè in cinquant'anni, le popolazioni di pesci d'acqua dolce migratori sono precipitate del 76%. I pesci di grandi dimensioni, per intenderci quei "mostri" di oltre i 30 kg tanto ambiti dai pescatori, sono quasi scomparsi dai fiumi. Si stima che la popolazione mondiale dei grandi pesci sia diminuita del 94% e sedici specie fra queste siano estinte soltanto nell'ultimo anno. Il rapporto World's Fogotten Fishes sostiene che le popolazioni globali di pesci d'acqua dolce siano in caduta libera a causa di perdita di ecosistemi, inquinamento di vario tipo legato alle azioni dell'uomo, sovrapesca, metodi di pesca devastanti, introduzione di specie invasive, effetti del surriscaldamento globale e mancanza di politiche di conservazione. Un mix letale che ha portato questi pesci a calare costantemente per numero e per specie. Oltre ad inquinamento e sovrapesca, in termini di perdita di specie ed ecosistemi il report sottolinea anche i problemi legati alle dighe idroelettriche, alle estrazione mineraria, all'uso di acqua per l'irrigazione e l'inquinamento dovuto da usi agricoli e industriali o ancora il commercio illegale di fauna o l'estrazione di sabbia e sedimenti.

Fabrizio Loffi


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