24 luglio 2024

Nel centenario del grande musicista un ricordo di Giuseppe Cremonini Bianchi, la "voce" cremonese di Puccini capace di far nascere pianto e commozione all'opera

Cantò per la prima volta ‘Donna non vidi mai simile a questa!’, nelle vesti del Cavaliere des Grieux, sancendo, nel 1893, il trionfo di Giacomo Puccini nel mondo operistico con la sua Manon Lescaut.

Giuseppe Bianchi, tenore cremonese, prestò la sua voce al Cavaliere pucciniano, interpretando, poi, un gran numero di opere del musicista di Lucca e diventando la voce dello stesso Puccini nei suoi personaggi più drammatici. Quelli travolti dalle grandi passioni sentimentali. Dall’eterno conflitto tra amore e morte. Dal dramma eterno di una vita passata alla ricerca disperata della felicità. Lo stesso Puccini lo definì “il mio sublime Des Grieux”. Ma diede anche vita al ‘E lucevan le stelle’: il grido desolato del pittore Cavaradossi in ‘Tosca’ poco prima della morte; nonché al sublime pianto di Rodolfo, in ‘Bohème’, sul corpo di Mimì: ormai senza più vita.

Giuseppe Bianchi, che aggiunse al suo cognome d’origine ‘Cremonini’ per onorare la sua città (dove era nato il 25 novembre 1866), rappresenta così un altro fondamentale tassello cremonese, con Ponchielli, nell’ascesa di Giacomo all’Olimpo della musica.

Un personaggio su cui aleggiano i misteri insondabili che toccano le vite dei grandi artisti. Due su tutti: la morte improvvisa in giovane età, si spense a soli 36 anni, nel 1903. E la totale assenza di qualsiasi registrazione della voce; già al tempo disponibili. Come si direbbe quasi un ‘fantasma’ dell’opera.

Sebbene questa attuale evanescenza storica, Cremonini è stato al centro di fondamentali vicende umane e artistiche della musica italiana tra Otto e Novecento. Basti pensare che recitò nelle opere pucciniane accanto a quelle donne che amarono con passione ed eros il maestro di Torre del Lago. Cesira Ferrani, la ‘Manon’ della ‘Prima’ a Torino (1893) e della ripresa scaligera del 1894. Hariclea Darclée: la prima ‘Tosca’ a Roma. Uomo di assoluta fiducia di Puccini, sapendo quali fossero i delicatissimi rapporti tra il compositore e le sue prime donne con le quali aveva instaurato travolgenti passioni sentimentali.

Ma fu anche il rigido custode del suo linguaggio musicale nelle infinite repliche di ‘Manon’, ‘Tosca’ e ‘Bohème’, non solo in Italia ma soprattutto all’estero.  Nelle rappresentazioni ‘americane’, allo scoccare del 1900, al Metropolitan Opera di New York di ‘Tosca’e della stessa ‘Bohème’.  E successivamente le messe in scena a Boston e a Chicago.

Un legame carsico quello con il maestro che toccava tutti gli ambienti vicino a Puccini. E’ ricordata la sua interpretazione del personaggio di Enzo Grimaldo, principe genovese, nella ‘Gioconda’ di Ponchielli; maestro di Giacomo al conservatorio di Milano. E di Faust nel ‘Mefistofele di Arrigo Boito: poeta e musicista che gravitava nei circoli culturali di Ponchielli. Nonché di Turiddu in ‘Cavalleria Rusticana’, ‘Fritz Kobus’ nell’ ‘Amico Fritz’ e Osaka nell’ ‘Iris’ tutte opere Pietro Mascagni. Compositore livornese con il quale Puccini divise l’appartamento nei primi anni milanesi.

Giuseppe Cremonini Bianchi è stato crocevia importantissimo di tutta l’epopea umana e artistica del genio di Torre del Lago. Massimo interprete, ed è giusto ricordarlo in quest’anno del centenario pucciniano, di quel ‘pianto’ e di quella commozione che, secondo Puccini, l’opera lirica doveva far scaturire nello spettatore. 

Nelle foto Giuseppe Cremonini Bianchi e la targa sulla sua casa

Musicologo

Roberto Fiorentini


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commenti


Giuliana Maria Bodinig

24 luglio 2024 15:36

Grazie per queste informazioni preziose.non conoscevo il tenore e mi ha fatto molto piacere sapere di questo illustre cremonese