13 luglio 2023

Nel giardino della Stauffer il violoncellista Abel Selaocoe e i suoi allievi fanno volare il pubblico in un concerto indimenticabile

E' la musica che ci porta dove vuole...” dice Robbie Robertson nel film “L'ultimo valzer” di Martin Scorsese (1978). E la musica di questa straordinaria seconda serata dello “Stauffer summer music festival” ci ha fatto volare nell'Africa di Abel Selaocoe, uno straordinario compositore e violoncellista, cantante dalla voce capace di un'estensione da brividi dalle note più basse a quelle più alte in una lingua, il “sesotho” che ti entra dentro per musicalità e forza. Una serata indimenticabile nel giardino romantico della Fondazione Stauffer che ha entusiasmato il pubblico (tra cui il violinista Aleksey Igudesman, il pianista Pablo Ziegler e il violoncellista cremonese Giovanni Gnocchi) e lo ha trasportato a una partecipazione corale di battimani, vocalizzi e suoni insieme agli allievi di Selaocoe in un percorso che è un misto di grande strumentazione, improvvisazione, composizione e trasporto. Certo Abel vive a Manchester ma l'Africa ce l'ha dentro e le sue proposte musicali spaziano dal classico al tradizionale con l'influenza africana che è la fonte d'ispirazione per la sua musica. Lui la musica ce l'ha nel sangue e fin da bambino ha inseguito il suo sogno di musicista sfidando la povertà a Sebokeng, alla periferia di Johannesburg. 

E l'Africa l'ha suonata e raccontata cercando di far amare al pubblico quella sua fonte d'ispirazione. Ne è uscito un concerto davvero nuovo in cui le influenze musicali diverse non sono barriere ma affinità pur tra universi culturali lontani anni luce. Per questo Selaocoe è amatissimo dal pubblico e tutti i suoi concerti vanno esuariti perchè la sua musica e la sua voce ti entrano dentro. Come quello straordinario brano dedicato alla forza delle madri, non solo quelle africane ma di tutto il mondo. O la preghiera in cui, ha spiegato al pubblico, c'è più spiritualità che religione. Con Selaocoe c'è dolcezza e forza, canto corale e pennellate sul violoncello, musica e contromelodia vocale tutto assecondato da un gruppo di allievi di grande spessore coinvolti nel suo viaggio musicale fino a diventarne, con lui, protagonisti. E poi quello straordinario ultimo esplosivo brano dove al gruppo si è unito il violinista Igudesman, felicissimo di condividere parte di quel viaggio di una musica che abbatte i generi e le barriere, gli spazi e il tempo. Un concerto che sarà difficile dimenticare.

Le fotografie sono di Gianpaolo Guarneri (fotostudio B12)


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commenti


Anna Lucia Maramotti

14 luglio 2023 08:41

Un concerto non può essere descritto, ma va "vissuto". Ma il presente articolo ben stigmatizza l'eccezionalità dell'evento e rileva la partecipata fruizione che lo ha contraddistinto. La musica ha evocato valori eterni ed ha coinvolto il pubblico che ne è divenuto coprotagonista, come ben è stato evidenziato nella cronca della serata. La dimensione estetico - catartica si è imposta arricchendo i presenti.
Si deve però osservare che è proprio della Stauffer perseguire tali risultati. La città di Cremona deve tantissimo a questa Istituzione perchè le consente d'imporsi a livello internazionale.