12 ottobre 2024

Nella ricorrenza dei 211 anni della nascita di Giuseppe Verdi le celebrazioni ed il ricordo nella sua Roncole Verdi. I legami tra il parmense e il cremonese nel nome del maestro

Il 211esimo compleanno del maestro Giuseppe Verdi è stato celebrato, nella sua terra natale, davanti al luogo in cui tutto ha avuto origine: la casa di Roncole Verdi in cui il Cigno venne al mondo. Un luogo decisamente simbolico. 

Perché CremonaSera dovrebbe dare notizia di quanto si è svolto sull’altra riva, in un’altra provincia ed in un’altra regione? I motivi sono parecchi ma possono bastarne alcuni essenziali.

Perché ciò che accade, di importante, nei territori vicini deve essere degno di interesse ed è solo controproducente “arroccarsi” sotto i nostri “campanili” in una società sempre più globalizzata ed in cui tante distanze e tanti confini sono stati abbattuti. In secondo luogo, ma non meno importante, perché tanti e importanti erano i legami tra il maestro Verdi e Cremona. Quest’ultima era per lui, e lo si è già scritto tante volte, la città degli affari, la città di tante amicizie, la terra di cui apprezzava tante specialità gastronomiche come i marubini (che gustava a casa della cognata Barberina Strepponi), il “pane portento” del quale parla in tanti suoi scritti ed i taiarèn che andava a gustare a San Daniele Po, a in canonica, preparati dalla Pepa (la perpetua del parroco di allora).

Infine c’è da auspicare, visti i legami storici non secondari, che Cremona possa entrare sempre di più a far parte delle celebrazioni legate al maestro, a beneficio del turismo e della cultura di entrambe le rive del fiume. Un tempo era stato sottoscritto un protocollo d’intesa, tra Busseto e Cremona, per la promozione turistica delle due città, tra Verdi e Monteverdi. Non sembra abbia avuto particolare successo e non c’è da stupirsi troppo. Al di là dei protocolli e di tante carte destinate, spesso, a far polvere (ed a sprecare denari) l’auspicio è che si dia avvio ad un vero e proprio itinerario sentimentale, legato al turismo, alla cultura e all’arte che possa legare, tra le due sponde, Giuseppe Verdi e Claudio Monteverdi ma anche Amilcare Ponchielli e Antonio Stradivari, Carlo Bergonzi e gli scrittori Giovannino Guareschi e Mario Lodi.  Un percorso stabile e organizzato, capace di coinvolgere anche le ville ed i castelli, l’ambiente e la gastronomia, fra due terre che in questi campi hanno tanto da dare.

Ora, venendo a quanto si è svolto nella terra natale ecco che come da tradizione, il Club dei 27, l’Amministrazione comunale, l’associazione Amici di Verdi, le scuole e tanti appassionati verdiani hanno reso omaggio al Cigno. “E’ incredibile – ha esordito il sindaco Stefano Nevicati - che a distanza di 211 anni la sua opera continui a risuonare con tanta forza nelle nostre vite e nel nostro paese. Verdi non è solo un compositore ; è una parte della nostra identità. Le sue melodie intrise di emozione e passione ci accompagnano in momenti di gioia, di riflessione e talvolta di dolore. Ogni nota, ogni parola delle sue opere, racconta storie che parlano all’anima umana attraversando il tempo e le generazioni. Nel 2024, mentre celebriamo la sua eredità, ci chiediamo: perché verdi è ancora così rilevante? Perché le sue  opere parlano ancora a noi , oggi, in un mondo in rapido cambiamento? La risposta sta nella sua capacità di esplorare temi universali: l’amore, la lotta, la giustizia e la libertà. Questi valori non hanno età e continuano a ispirarci, ricordandoci l’importanza di lottare per ciò in cui crediamo e di perseguire i nostri sogni.. Verdi – ha aggiunto - ci invita a guardare dentro di noi, a riflettere su chi siamo e su come vogliamo vivere. Le sue opere sono un invito a confrontarci con le nostre emozioni ed a connetterci con gli altri. In una epoca in cui spesso ci sentiamo distanti e disconnessi, la sua musica ha il potere di unirci, di farci sentire parte di qualcosa di più grande".

Nevicati ha elogiato il lavoro del Club dei 27 definendoli 'Custodi della tradizione verdiana', degli Amici di Verdi, del Comitato 10/10 e di tutte quelle associazioni culturali che "con dedizione e passione mantengono viva la memoria di questo grande artista. E’ bello vivere in queste settimane le emozioni che il palcoscenico del nostro scrigno di Busseto e il palco del Regio di Parma ci regalano. E’ bello vedere tante persone che accorrono qui da tutto il mondo per celebrare il Cigno di Busseto”. Ha richiamato all’impegno di portare avanti, ciascuno nel suo ruolo, il messaggio del grande maestro. “Rinnoviamo il nostro legame con la musica e la cultura, convinti che esse siano strumenti fondamentali per costruire una società migliore. Verdi vive in ciascuno di noi, nelle nostre emozioni e nei nostri sogni. Un uomo che ha saputo trasformare la sua passione in un linguaggio universale capace di abbracciare le diverse sfaccettature della condizione umana. Sempre e comunque, nel mondo: Viva Verdi”.

Intenso anche l’intervento del parroco don Luigi Guglielmoni che ha composto una preghiera ispirandosi soprattutto sulla figura umana e di agricoltore del Cigno di Busseto. Ha ricordato come il maestro abbia saputo condividere le sue ricchezze coi poveri, i malati e gli artisti ed ha pregato affinchè ci sia più rispetto del creato e della campagna. “Fa crescere tra noi – ha concluso don Guglielmoni - atteggiamenti responsabili e virtuosi per condividere risorse, sapienza del vivere e tradizione cristiana”. La giornata, a Roncole Verdi, è stata quindi tutta dedicata a “Verdi 10/10”, la rassegna di eventi organizzata dal Comitato Verdi 10/10-27/01,  per celebrare le origini di un mito. La rassegna, patrocinata dal Comune di Busseto e dalla Regione Emilia Romagna, e realizzata anche con un contributo della Fondazione Cariparma, è stata curata dal Comitato Verdi 10/10 - 27/01, network di associazioni del territorio di Busseto (se loro sono stati in grado, e non era facile, di mettere insieme tante associazioni si può compiere un passo decisivo in più unendo i territori e le loro eccellenze).

In particolare è stata caratterizzata da tutta una serie di iniziative rivolte ai più giovani e, in particolare, ai ragazzi delle scuole ed è stata suggellata dal concerto “Verdi’sMelodies”, evento clou della giornata di festeggiamenti. Ne è stato protagonista il sassofonista roncolese Alessandro Bertozzi, con la sua band di musicisti e cantanti lirici, pop e soul (Miriam De Luca, voce, Paolo Airoldi, voce, Pietro Brunetto, voce, YazanGreselin, piano, Alex Carreri,contrabbasso e Leo Ingegno, batteria), concludendo il ricco programma della giornata regalando al pubblico un'innovativa rilettura di alcuni brani della tradizione verdiana. Alessandro Bertozzi è un compositore e sassofonista italiano, “roncolese” come il maestro Verdi, molto conosciuto in ambito jazz e pop, anche in terra cremonese. La sua storia come artista è iniziata proprio a Busseto, a 8 anni nella banda del paese. Nella sua carriera ha inciso diversi cd a suo nome e ha collaborato con numerosi artisti di fama nazionale ed internazionale tra cui John Patitucci, Randy Brecker, Hiram Bullock. Durante l’edizione del 2023 “Verdi’s Melodies” è stato registrato un live a cura della Label “Level 49” dal titolo “The Voice of a Nation” - live in Roncole Verdi, disponibile in compact disc e scaricabile dalle principali piattaforme di musica online. Tutto, sempre a Roncole, si è concluso col Dj Set con “Sballot” e aperitivo verdiano in piazza.

Infine, a Busseto, alla biblioteca della Fondazione Cariparma, ha aperto la mostra “Pregiatissimo Signor Canonico… La vita dei coniugi Verdi nelle lettere di Giuseppina Strepponi a Don Giovanni Avanzi”, con tanti e importanti legami cremonesi di cui si è già ampiamente scritto su cremonasera.it. La mostra è visitabile,con visite guidate, fino a sabato 21 dicembre ogni seconda domenica del mese all’interno del ciclo “Meravigliosa Biblioteca” e ogni sabato pomeriggio alle 16.30. La Biblioteca di Busseto conserva un inedito carteggio formato da un centinaio tra lettere e bigliettini che Giuseppina Strepponi, seconda moglie del Maestro Verdi, scrisse tra il 1861 e il 1895 a don Giovanni Avanzi. Già parroco di Vidalenzo e canonico della Collegiata di Busseto, il sacerdote fu una delle persone più care e vicine ai coniugi Verdi, che lo stimavano per la vasta cultura. Il Maestro scrisse di lui al senatore Piroli nel 1882: “Voi conoscete l’Avanzi e sapete, che oltre essere dottissimo è liberale quantunque prete, ed onestissimo. Dove sono mai i preti dei villaggi, e dei piccoli paesi che sappiano qualche cosa. Avanzi è un fenomeno, ed i preti dovrebbero accusarlo per troppo sapere”. In mostra, nelle sale monumentali della Biblioteca, sono esposte le lettere più significative per il contenuto ideologico e religioso, per le testimonianze di carità e per i riferimenti alla politica nazionale e locale.

L’esposizione non trascura la cronologia artistica di Verdi, che fa sempre da sottofondo, come gli avventurosi viaggi in Russia, a San Pietroburgo del 1861 e 1862 in occasione della prima rappresentazione de La Forza del destino. Nel carteggio sono incluse anche tredici lettere della sorella Barberina Strepponi (che viveva a Cremona ed è sepolta nel cimitero cittadino) e sette della contessa Clara Maffei, oltre a due bigliettini dello stesso Verdi. A completare l’allestimento sono alcune riproduzioni delle non frequentissime immagini pittoriche o fotografiche di Giuseppina Strepponi, compagna, consorte e amica di Verdi, che fu accanto al Maestro fino al novembre del 1897 e che riposa accanto a lui a Milano nella Casa di Riposo per Musicisti

Eremita del Po

Paolo Panni


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