15 novembre 2025

Nelle nebbie del Po, tra realtà e fantasia, in un tempo sospeso

Con l’avanzare dell’autunno è tornata, prepotente, la nebbia, elemento essenziale delle terre del Po: benedetta dai custodi dei prodotti tipici, e dei saperi che li accompagnano, che impreziosiscono e profumano le sponde del fiume, maledetta da coloro che si devono sobbarcare pericolose trasferte da e per i  posti di lavoro. Amata e odiata, fotografata e dipinta, disprezzata e narrata, elemento di contraddizione, tra gli emblemi, per antonomasia, delle terre di pianura. Portatrice di misteri e di leggende, di calma e di malinconia, rappresenta quel modo con cui Madre Terre ci invita a rallentare, tornando all’essenziale e al necessario, osservando con gli occhi del cuore, ascoltando ancora di più il silenzio, con fiducia nel prossimo passo, andando avanti. Capace, a suo modo, di sospendere il tempo, ammantando il paesaggio, invitando alla meditazione.

Nei boschi del fiume, capace di dare voce, e forma, alla natura, agli alberi e al naturale, variopinto ed inerme tappeto delle foglie, mentre nell’aria si dipanano e susseguono profumi di cose buone, di antiche ricette e di sapori genuini, tra l’una e l’altra riva del Po. Maestra nel creare, nei boschi, paesaggi incantati in un velato incantesimo, immerso nel silenzio più profondo e la golena, ancora di più, sembra immersa in un mondo tutto suo, isolandosi dal resto del mondo, lasciando spazio alla leggenda e al mistero, alle vicende reali della gente del Po. Anche così, immerso nella bruma, il fiume merita di essere vissuto. Fatelo in assoluto silenzio, in cammino, osservando anche ciò che poteva sembrare invisibile e lasciandosi trasportare dalla possibilità, chissà, di incontrare la Borda, una delle streghe più popolari delle terre del Po. Perché la nebbia è capace di anche di nascondere e far rivivere fantastiche creature. Fra stagni e paludi, canali, lanche e bodri,  in certi giorni d’autunno e d’inverno la nebbia diventa la protagonista incontrastata, ed ecco che torna d’attualità la leggenda della mostruosa “Borda”: una strega acquatica, del tutto spettrale che appariva, durante le giornate di bruma  emergendo dalle acque delle paludi e delle lanche, bendata e dall’orribile aspetto. Si narra che ogni forma umana che incontrasse venisse uccisa. Ma questo essere era tanto orribile quanto era grande la paura per le zone paludose, stagni e canali. Un mostro che veniva nominato dagli adulti per incutere timore ai bambini e convincerli quindi a stare lontani dai luoghi pericolosi. E se non incontrerete la Borda ecco che all’improvviso potrebbe comparire la Giubiana, un fantoccio, che rappresenta un’altra strega, magra e dalle gambe lunghe che si muove di albero in albero facendo spaventare soprattutto i bambini.

La tradizione della Giubiana, nel mondo agricolo ha un’origine molto antica e, come noto, l’anno è sempre stato scandito da ricorrenze periodiche, che accompagnavano i ritmi delle stagioni e che in qualche modo permettevano, di sentirsi partecipi dei cicli della natura. Attraverso feste e ricorrenze, erano quindi rivissuti simbolicamente i cicli della natura, in particolare il passaggio tra le stagioni morte e quelle del risveglio primaverile. Nei secoli passati la narrazione popolare ha creato svariate leggende, e così Giubiana  é diventata una figura femminile, da scacciare simbolicamente insieme ai rigori dell’inverno. Ma tra un albero e l’altro, tra lanche e sterrati potrebbe comparire la Palpastriga che, secondo la narrazione popolare, spaventa e disturba coloro che incontra avvolgendoli in ragnatele oppure potrebbe presentarsi la Castracagna, figura storica e semi-leggendaria accusata di stregoneria che avrebbero provocato inondazioni del Po. E’ sufficiente lasciarsi accompagnare dall’atmosfera del fiume, anche quando tutto sembra nascosto, per tornare all’essenziale, immergersi nei profumi di un tempo e vivere in un tempo sospeso tra realtà e fantasia. 

Eremita del Po

 

Paolo Panni


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