30 settembre 2025

Nuova macelleria Halal in centro: preoccupazione e sconcerto tra residenti e commercianti. "Il DUP non prevede limitazioni: questo è un precedente pesante. Una raccolta firme? Per ora solo una voce"

All'indomani della notizia dell'apertura di una nuova macelleria islamica Halal in pieno centro, tra corso Mazzini e via Mercatello, seguita subito dall'interrogazione presentata dai consiglieri di opposizione Alessandro Portesani e Marco Olzi, oggi la notizia è argomento comune nel centro della città, tra commercianti e residenti, che non negano una certa preoccupazione. "Questa nuova apertura pone un problema serio per quanto riguarda il commercio nel centro: il DUP infatti non prevede limitazioni alle attività e il fatto che qui si apra una macelleria proprio a due passi dal Duomo e dal cuore della città rappresenta un precedente molto pesante perchè se non ci sono regole che limitano le attività commerciali, vuol dire che vale tutto e questo porta ad un grosso problema per chi ha negozi o chi vive qui"  spiega Maria Rita La Fata, presidente del Comitato Quartiere Centro.

La notizia ha colto tutti di sorpresa, non solo chi vive o lavora in via Mercatello, in quanto da sempre questa zona è stata considerata la zona dove l'identità della città si è sempre espressa nella sua forma più tradizionale, con botteghe storiche e negozi caratteristici. "I commercianti non si sentono tutelati se anche attività come una macelleria islamica apre i battenti, sapendo che in città già altre macellerie di questo tipo vengono attenzionate perchè spesso attirano un certo tipo di utenza. E sappiamo che il tema sicurezza è molto caro ai cremonesi negli ultimi tempi. Non sappiamo poi se l'attività si limiterà a macelleria -e qui ci piacerebbe capire come verrà gestita la macellazione- o anche a market, con relativi orari di chiusura, per i quali non ci sono indicazioni particolari nel DUP. Capite che qui passano i turisti che vanno o tornano da piazza del Comune: se invece che passare da via Mercatello le persone poi tendono a passare da altre strade, è chiaro che le attività esistenti non si sentono più tutelate". 

Non si tratta di pregiudizi legati all'etnia della clientela, ci tiene a precisare La Fata, nè di una questione politica tout court "Ci sono altre città a guida centro-sinistra che hanno posto limiti e divieti chiari alla tipologia di attività in centro, come ad esempio Firenze. Anche Cremona dovrebbe iniziare a muoversi in questa direzione, ponendo dei vincoli in grado di tutelare i commercianti ed i residenti che hanno deciso di investire sul centro. La notizia è stata un fulmine a ciel sereno proprio perchè non si pensava che a cento passi dal Torrazzo sarebbe arrivata un'attività come questa. E invece ci siamo. Nessuno vuole creare allarmismo o esasperare i toni, ma sicuramente servono regole chiare e limitazioni più efficaci".

Nelle ultime ore poi ha iniziato a girare la voce di una raccolta firme, ma ancora La Fata in questo senso spiega meglio: "Ad oggi non c'è nessuna iniziativa ancora definita. Se ne è parlato perchè, come ho detto, c'è preoccupazione e tutti siamo rimasti spiazzati. Ci tengo però a precisare che, se decideremo di muoverci in questo senso, l'eventuale raccolta firme non sarà ad personam contro questa macelleria o contro i loro titolari. Si tratterà piuttosto di una richiesta al Comune di porre delle limitazioni chiare e definite alle tipologie di attività da autorizzare in pieno centro, nella tutela dell'identità della centro cittadino e delle attività già presenti".

Insomma, un tema che ha senz'altro riscaldato questi primi giorni freschini dell'autunno e che ha acceso gli animi dei cremonesi che, nonostante i dati ufficiali, spesso si sentono sempre meno a loro agio nella propria città che vedono cambiare fisionomia sempre più velocemente, anche nei luoghi simbolo della città, quelli della tradizione e della storia.

 

Michela Garatti


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


François

30 settembre 2025 20:47

A vent'anni di distanza dalla chiusura di Saronni, ora quasi di fronte apre un altro tipo di macelleria... i tempi sono cambiati.

Bloody Mary

1 ottobre 2025 08:10

Da anni (decenni?) ci sono problemi perchè non esiste più nessun tipo di limite/regolamentazione per le attività commerciali e solo adesso i commercianti se ne accorgono? Basta vedere l'invasione inarrestabile di bar e attività simili - per non dire dei distributori automatici - che non di rado danno problemi, anche solo con l'invadenza dei plateatici che costringe i pedoni a passare quasi in mezzo alla strada o a fare slalom tra tavoli e capannelli di clienti. Se avesse chiesto autorizzazione all'apertura una macelleria "normale" negli stessi locali sarebbe stato tutto a posto? O forse in quel caso sarebbe stata "eccellenza" a prescindere da come si allevano, trasportano e macellano gli animali?
Io ci vedo solo molta ipocrisia.
Se si volesse davvero tutelare l'identità e l'immagine della città si dovrebbe iniziare con l'eliminazione o il ridimensionamento di almeno la metà delle manifestazioni che sono solo una infilata di bancarelle di cibo (qualcuno si chiede da dove viene, come viene preparato e conservato? A volte basterebbe un olfatto normalmente sviluppato...) che spesso si trova senza difficoltà anche nei supermercati.

Gianpaolo

1 ottobre 2025 14:37

È vergognoso soltanto a pensare l'apertura del negozio in oggetto all' articolo. Le macellerie "rituali" devono sparire dall'Italia perché offendono i sentimenti di coloro che ritengono una crudeltà l'uccisione di un animale senza previo stordimento.

Claudio

1 ottobre 2025 18:11

A un mio conoscente Cremonese che ha aperto un negozio di alimentari, l'Ats, ha fatto chiudere il negozio, con danni enormi, perché il codice della pittura usata sui muri non era compatibile con i loro protocolli.
Sono curioso di sapere se metteranno solamente un piede in questo tipo di attività.
Molto curioso.

Manuel

1 ottobre 2025 19:57

L’ATS è organizzazione gestita per conto di Regione Lombardia.
Potrebbe essere un’idea, da parte di Portesani, Olzi e quant’altri, rivolgersi a Fontana per impedire l’apertura l’attività di macelleria.
Vediamo se riesce a Fontana, Bertolaso e soci.

Claudio

2 ottobre 2025 06:47

Il mio ragionamento, Manuel, non era diretto ad impedire l'apertura di una attività commerciale, ma a criticare i metodi, i modi e la sostanza dei controlli che vengono fatti a noi Italiani in confronto con attività gestite da extracomunitari.

Manuel

2 ottobre 2025 15:55

Vuoi sostenere che le tante autorità, locali e, specialmente, regionali, nazionali, adottino metodi discriminanti per gli italiani?
Io vengo da una famiglia di artigiani, anche se ho intrapreso tutt’altro percorso e non ricordo vessazioni.
Certo, a volte le imposizioni fiscali o le visite inaspettate, causavano repentine scariche intestinali ed “orazioni” poco ortodosse, ma nulla di travolgente.
Alcune cose, viste o sentite, mi lasciarono perplesso, così come in altri ambiti della vita civile.
Premesso ciò, se tu riuscissi a dimostrare ambiguità, doppiopesismo da parte di qualsiasi autorità, fai bene a denunciarlo e smascherarlo: avresti il mio appoggio, sostegno e contribuiresti a far migliore la società.

Tilli

1 ottobre 2025 22:15

Cremona non è più dei cremonesi

Manuel

2 ottobre 2025 16:21

Cremona non è più dei cremonesi!
Pensiamo che tra i personaggi più celebrati della città, vi sono Arvedi (origini trentine) ed Auricchio (origini campane).
Un secolo fa faceva capolino un signore che manco la nascita aveva cremonese, cioè Farinacci eppure tenne in scacco la città per vent’anni.

Pancrazio dema

2 ottobre 2025 12:32

Qual è il problema? Esistono norme precise circa l'hccp, la tracciabilita' di tutti i prodotti alimentari, carne compresa. Apre una macelleria, rispetta la legislazione vigente in materia? Vorrei sapere cosa scandalizza. Già si tratta di cittadini magrebini. Pagano le tasse? Sono in regola con le leggi di questo stato? Se tutto ciò dovesse essere in regola, per quanto mi riguarda, BENVENUTI