23 agosto 2022

Parcheggio Massarotti 30 anni fa il via ai lavori di un pessimo affare. Falda alta, anfore romane e pochi clienti

Settembre 1992. Trent'anni fa partivano i lavori. Una vita tribolata, fin dall'inizio. Ed è anocra un grosso punto interrogativo il parcheggio multipiano di via Massarotti. L'Aem ha pronto un piano di rilancio (l'ennesimo). Ad inizio d'anno il sindaco Galimberti scrisse in un post: "Il parcheggio Massarotti, vicino al centro e al nuovo campus della Cattolica, sarà presto più bello e illuminato grazie ad un intervento straordinario di Aem"

In tanti a Cremona hanno guardato alla costruzione del grande autosilo con perplessità fin dall'inizio. Parecchi difficoltà subito all'inizio. Secondo qualcuno portava un po’ jella: la sua realizzazione è stato un buco tremendo che ha portato anche al fallimento della Sga di Gianni Gori e Giorgio Vincenzi. Stimolati dal sindaco Renzo Zaffanella e con la  possibilità che il Comune avesse qualche miliardo di lire dalla  legge Tognoli per i parcheggi coperti, i due imprenditori hanno rilevato l’ex biscottificio Baresi e hanno costruito il parcheggio coperto.

La zona si rivelò subito ad alto rischio con una falda altissima e pompe idrauliche in azione giorno e notte per intere settimane per aver ragione dell'acqua che continuava a riaffiorare. Poi le scoperte archeologiche. Centinaia di antiche anfore utilizzate dai romani come drenaggio delle acque sono state rinvenute durante i lavori di scavo del 1992-1993  L'abbondanza di anfore testimonia la vocazione mercantile di Cremona per il trasporto via acqua e lo smistamento di derrate alimentari fin dall'antichità ma anche la necessità di ricorrere a depisiti di drenaggio anche per consolidare edifici. Ritrovamento importante dal punto di vista storico ma che ritardò i lavori per mesi. Gli imprenditori provarono una vendita al comune, poi una convenzione prova tra Aem e Sga con eventuali utili di gestione da dividere rispettivamente al 20% e all'80%. Ma il parcheggio non funzionò. L'inaugurazione avvenne nel febbraio del 1995. Pochi gli utenti, quasi nulli gli affitti a lungo termine degli spazi. Un disastro. La Sga cercò di vendere l'autosilo all'Aem. La giunta Garini cercò di trovare una soluzione ricavando al pianterreno attività economiche da affittare dando all'Aem il comodato gratuito del parcheggio. Anche questa soluzione si rivelò un fallimento, poche decine di auto al giorno parcheggiavano all'interno. L'Aem nel 1998 decise di chiudere il parcheggio: con le auto che arrivavano non pagava neppure il personale. Ancora lunghe trattative con perizie e controperizie poi, con il fallimento della Sga, l'autosilo (vuoto) passò al Monte dei Paschi di Siena. Poi l'affidamento ad una società privata, l'Apcoa, prima dell'acquisto del parcheggio da parte dell'Aem. Vari tentativi di rilancio (finora inutili) tant'è che una parte venne destinata ad archivio del vicino tribunale. Ora, con il campus della Cattolica e il futuro Politecnico nell'ex caserma Manfredini, si tenta il rilancio. Sarà la volta buona?


Nelle foto il parcheggio Massarotti e i depositi di anfore scoperti durante il cantiere (Foto Giuseppe Muchetti)


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commenti


michele de crecchio

24 agosto 2022 23:27

La costruzione del grosso e inutile autosilo di via Massarotti fu una delle più grosse stupidaggini urbanistiche alla quale, da assessore, mi toccò di assistere senza riuscire, né ad oppormi, né a limitarne i danni. L'episodio mi convinse che ormai le condizioni politiche cremonesi non erano più compatibili con le mie convinzioni personali e, infatti, senza fare polemiche pubbliche (che forse avrei fatto meglio ad attivare), decisi, dopo venti anni di dura attività amministrativa, che, terminato l'ultimo mandato quinquennale, non avrei più partecipato, se non da semplice spettatore e commentatore, alla vita amministrativa cittadina.

michele de crecchio

25 agosto 2022 22:14

Fare l'elenco completo degli errori tecnici e amministrativi che accompagnarono la costruzione dell'infelice autosilo di via Massarotti è impresa difficile e mortificante per la storia urbanistica ed edilizia della nostra città. Mi limiterò a citare in primo luogo l'evidente sovradimensionamento della struttura che, di fatto, ha costretto gli imprenditori, pubblici e privati, interessati alla sua gestione, a destinare a magazzini buona parte dell'edificio e a modificare, nientemeno che il tracciato delle rampe di salita e discesa dai vari piani, altrimenti inaccessibili se non costringendo gli autisti a tragicomiche manovre supplementari. In secondo luogo citerei il mancato rispetto, nonostante la protesta del demanio militare, delle distanze e delle vedute che la nuova costruzione avrebbe dovuto rispettare rispetto alla confinante caserma Manfredini.
In terzo luogo la grossolanità delle finiture adottate per le facciate, finiture che furono eseguite facendosi beffe della disposizione comunale che, adeguandosi al competente e obbligatorio parere della Commissione Edilizia. aveva approvato il progetto con la prescrizione che il paramento esterno fosse realizzato con mattoni a vista, richiamando così l'antica cerchia delle mura urbane preesistenti in fregio alla attuale via Massarotti.
L'elenco delle "magagne" che si potrebbero citare non termina sicuramente qui. Basti citare quanto segnalatomi da un ottimo tecnico cittadino e cioè il rischio permanente che sarebbe determinato dai tiranti d'acciaio posati nel sottosuolo (con autorizzazione comunale?) della via Massarotti per meglio stabilizzare le pareti delimitanti i profondi scavi realizzati al di sotto dell'autosilo. La posa di tali tiranti, se effettivamente eseguita come pare, costituirà in futuro un evidente impedimento alla realizzazione, lungo la via Massarotti, di nuovi non improbabili condotti e/o gallerie che il progresso tecnologico e urbanistico della città rendesse necessaria.