Partite le Giornate Fai: palazzo Raimondi, il Foppone, S.Benedetto e palazzo Turina a Casalbuttano. A Crema palazzo Terni de Gregory e il Vescovile
Sono partite le visite per le Giornate FAI di Primavera per raccontare alcuni luoghi cremonesi e cremaschi poco noti e normalmente non aperti al pubblico. Si tratta di un’edizione in cui la Delegazione FAI di Cremona ritorna sul territorio provinciale, con la straordinaria apertura di Palazzo Turina a Casalbuttano. Sarà un’occasione per riscoprire non solo la storia del borgo ma anche l’importanza storica, culturale e artistica dell’attuale sede del municipio con le sue raffinate decorazioni pittoriche.
Non mancheranno ovviamente alcune aperture nel centro storico di Cremona: dopo il grande successo riscosso nel 2018, con il percorso alla scoperta degli ex monasteri cremonesi, durante il weekend di Giornate FAI, grazie alla sinergia con l’Agenzia del Demanio e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi, sarà riservata ai soli iscritti FAI la possibilità di visitare eccezionalmente la chiesa di San Benedetto in via dei Mille, con il meraviglioso affresco di Angelo Massarotti.
Con il supporto del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Pavia e della Fondazione Stauffer, si potrà accedere alle sale storiche di Palazzo Raimondi, compresa la sala del consiglio della Fondazione, scoprendo la storia di uno dei più interessanti complessi architettonici cremonesi. Il programma di aperture si conclude con la visita alla chiesa di San Facio, nota ai più come il Foppone, dove sarà possibile visitare il quadriportico, l'interno della chiesa e gli ambienti oggi sede della Scuola Diocesana di Musica Sacra "Dante Caifa", che si ringrazia insieme alla Diocesi di Cremona per la collaborazione, in cui sono custoditi strumenti musicali e opere d'arte significative per la storia cittadina.
Tutte le aperture sono senza prenotazione: ai partecipanti verrà suggerito un contributo di partecipazione a partire da € 3,00 e la possibilità di iscriversi al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS in modo da supportare la Fondazione nella gestione e nell’apertura al pubblico dei suoi beni. Si ricorda che l’accesso alla chiesa di San Benedetto è riservato agli iscritti FAI. Per poter visitare il luogo sarà necessario essere in possesso della tessera in corso di validità o sottoscrivere l’iscrizione sul posto.
A Crema sarà poi visitabile lo splendido palazzo Terni de' Gregory e il Palazzo Vescovile, già sede della Notaria.
Ecco le schede predisposte dalle delegazioni Fai di Cremona e Crema sui luoghi aperti oggi e domani.
LA CHIESA DI SAN FACIO O DEL FOPPONE
La chiesa di S. Facio, o più comunemente detta del Foppone, è situata nel centro della città di Cremona, vicino al complesso dell'antico Ospedale Maggiore di Cremona. Questo complesso articolato tra la via Aselli e via S. Antonio del Fuoco ricomprendeva ampie strutture architettoniche realizzate fin dal Medioevo per svolgere le funzioni di assistenza, in parte frutto di addizioni tardo settecentesche, tra cui l'ex convento di S. Francesco, sede dell'ospedale cittadino fino agli anni Settanta.
La chiesa del Foppone è costruita aa partire dal 1658 a supporto del vicino ospedale, in essa si svolgevano le funzioni funebri e perfino le tumulazioni nell'antistante quadriportico. Realizzata sul più antico ospedale di Sant'Antonio del Fuoco, il cantiere si protrasse a lungo e trova il suo completamento alla fine del Settecento, con la realizzazione degli apparati decorativi dell'aula liturgica, a cura del pittore Giuseppe Manfredini (1780). La chiesa ha continuato ad ospitare funzioni liturgiche fino al 1972, anno in cui l'ospedale fu trasferito fuori città, e la chiesa passò in proprietà alla Diocesi.
Il complesso si compone di un ampio quadriportico in facciata, entro il quale si svolgevano le sepolture,e di una chiesa con pianta centrale a croce greca, sovrastata da un'alta cupola con lanterna e una minuta torretta laterale, a simulare un tempietto. Il complesso evidenzia nella sua architettura il netto passaggio tra i motivi barocchi e il linguaggio neoclassico, introdotto a Cremona da Faustino Rodi. Gli apparati decorativi interni realizzati da Giuseppe Manfredini nel 1780, in monocromo, rimandano a motivi classici, con calibrate geometrie e giochi prospettici che amplificano uno spazio di modeste dimensioni.
Nelle giornate FAI sarà possibile visitare il quadriportico, l'interno della chiesa e gli ambienti di servizio, oggi sede della Scuola Diocesana di Musica Sacra "Dante Caifa". In questi ambienti sono custoditi strumenti musicali e opere d'arte significative per la storia cittadina.
PALAZZO RAIMONDI A CREMONA
Affacciato sull'antica strada magistra, il palazzo emerge alla fine del Quattrocento come un edificio eccezionale nel panorama cittadino del tempo. In quegli anni i Raimondi, ricchi commercianti di stoffe, ottengono il titolo di nobiles viri, entrando a far parte delle principali cariche pubbliche.
Il progetto si deve a Bernardino de Lera, ma le iscrizioni ai lati del portale portano la data del 1496 e celebrano il ruolo del committente, Eliseo Raimondi, nell'impianto dell'intero edificio, modellato sull'esempio dell'antica architettura romana.
La facciata a bugne in calcare bianco e rosa è un unicum nel cremonese e senza confronti erano anche lo scalone monumentale che saliva al piano nobile (sostituito dopo il Settecento da quello attuale) e il porticato a 18 colonne del cortile (oggi ne restano solo 8), dai raffinati capitelli firmati dal luganese Giovan Gaspare Pedone e celebrati nelle Vite dal Vasari.
Durante le visite a palazzo Raimondi sarà possibile visitare gli ambienti recentemente restaurati, la sala del Consiglio della Fondazione Stauffer, prezioso scrigno neorinascimentale, gli ambienti del piano nobile, una rara esposizione di strumenti musicali antichi e la biblioteca dell'Università degli Studi di Pavia (salone con soffitto cassettonato) in cui saranno esposti rari manoscritti.
L'EX MONASTERO DI SAN BENEDETTO (Ingresso dedicato agli iscritti Fai con possibilità di iscriversi in loco)
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
L'ex monastero di S. Benedetto è collocato nel centro storico della città di Cremona, in quella che è definita la Cittanova, l'insediamento edificato nel XIII secolo al di fuori della città di fondazione romana. Anticamente questa parte della città affacciava direttamente sul fiume Po, che lambiva le mura cittadine, i paleoalvei ed i dislivelli nei pressi del monastero sono una testimonianza di questo assetto ormai perduto.
Le prime notizie documentarie sul monastero risalgono al 1089 ma solo fine del seicento le fabbriche furono sottoposte a notevoli interventi architettonici, fra cui il rifacimento delle decorazioni interne della chiesa. Al XVII circa è datato l'affresco della Gloria di San Benedetto eseguito da A. I. Massarotti sulla volta della chiesa. Nel 1784 il governo austriaco chiudeva il monastero e vi insediava il collegio delle Canonichesse di San Carlo. Nel 1798 l'istituto fu soppresso dai francesi e il fabbricato fu destinato ad uso militare. Dopo l'Unità d'Italia accolse i bersaglieri prendendo il nome di Caserma Pagliari. Dal 1945 al 1948 accolse il DP CAMP Ita 82 IRO, campo rifugiati per gli ebrei sopravvissuti alla shoah. Da lì ha inizio un graduale processo di abbandono del complesso.
Nei monasteri di clausura erano presenti due chiese, una interna per le monache, ed una esterna aperta ai fedeli: qui, nella chiesa di S. Benedetto, l'affresco di Massarotti, di gusto barocco, pone al centro della scena il Santo e la sorella, Santa Scolastica, affiancati da santi benedettini e dai papi dello stesso ordine. L'accesso alla chiesa avviene tramite un piccolo vestibolo, la cui impostazione è frutto degli adattamenti attuati da Faustino Rodi alla fine del XVIII secolo, di pieno gusto neoclassico.
Nelle giornate FAI di Primavera sarà possibile visitare la chiesa esterna, già oggetto di restauri nei decenni passati, e l'androne recentemente oggetto di un recupero a cura della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi.
PALAZZO TURINA A CASALBUTTANO
Casalbuttano si trova sulla strada che collega Cremona a Bergamo, in un contesto riconducibile al paesaggio agrario e rurale del territorio cremonese: i centri abitati emergono in un paesaggio caratterizzato da ampi spazi e campi coltivati, da filari di alberi, ed attraversati da strade e canali idrici. Qui, fin dall'antichità gli antichi insediamenti si svilupparono intorno a strutture fortificate di cui ancora è possibile leggere la presenza nell'impianto urbano del paese, ampiamente trasformato e implementato da un ricco palinsesto di edifici e luoghi.
Il Palazzo Turina cosiddetto "nuovo" è strutturato in continuità con la prima residenza dell'omonima famiglia, lungo la contrada Maggiore (oggi via Jacini) ed ospita la sede del Municipio, la sede istituzionale e gli uffici amministrativi. La mancanza di fonti certe impedisce di ricostruire le fasi di costruzione della fabbrica, tuttavia riconducibile alla prima metà del XIX secolo: la Sala d'Oro al primo piano è infatti datata al 1850 così come molte altre sale del piano terreno e nobile sono ascrivibili ai principali artisti decoratori cremonesi. Esso ospitò ospiti illustri, tra cui il celebre Vincenzo Bellini, invaghito di Giuditta Turina e che qui forse scrisse la "Norma". Il palazzo fu ceduto dai Turina al Comune nel 1919 che, pur conservandolo, lo adattò alle proprie necessità.
Il Palazzo Turina è edificato in continuità con l'antica residenza della famiglia, lungo la via Jacini. Esso si compone di numerosi appartamenti, ancora ben leggibili nonostante le numerose riforme edilizie intercorse per adattarlo a sede comunale, alcuni dei quali si affacciavano su un ampio giardino, composto da piante, da un laghetto e da padiglioni di gusto eclettico, in gran parte ceduti o edificati. Del parco resta il giardino pubblico e la cosidetta "Torre della Norma". L'accesso al piano nobile, dove si trovano gli appartamenti di rappresentanza, avviene per mezzo di un aulico scalone, le cui pareti sono rivestite in marmo ed intonaco dipinto, con i busti di personaggi illustri che scrutano ancora oggi gli ospiti ed i visitatori. L'enfilade di stanze che conduce all'attuale ufficio del sindaco restituisce il gusto e gli interessi della famiglia Turina, cui restano ricche decorazioni, statue e interessanti disegni appesi alle pareti.
Sarà possibile visitare gli ambienti del piano nobile, ivi inclusi gli ambienti solitamente non aperti al pubblico, tra cui l'ufficio del sindaco e degli assessori, oltre alla Sala Consigliare. In questi ambienti, riccamente decorati, sarà possibile ripercorrere le vicende della famiglia Turina, comprendere il senso delle decorazioni artistiche presenti sulle pareti e sulle volte.
PALAZZO TERNI DE GREGORY A CREMA
Il palazzo è situato nel centro storico di Crema lungo via Dante Alighieri, opposto al Museo Civico di Crema e del Cremasco e occupa la porzione est dell'isolato delimitato anche dalle vie Ginnasio e Goldaniga. Immediatamente riconoscibile grazie al cotto lasciato a vista, Palazzo Terni de' Gregorj è il massimo esempio di barocchetto della città.
La costruzione del palazzo ha inizio nel 1698 su iniziativa del conte Nicolò Maria Bondenti, per esibire la nuova posizione sociale appena raggiunta dal fondatore, che nel 1682 otteneva dalla Serenissima il titolo nobiliare di conte. L'edificio è elevato su un'area prima occupata da modesti edifici e da una grande casa quattrocentesca dei conti Premoli. I lavori, affidati all'architetto piacentino Giuseppe Cozzi, al quale in seguito subentra l'architetto Andrea Nono, sono parzialmente completati nel 1704 quando il conte Bondenti si trasferisce nel palazzo. Negli anni successivi i lavori procedono lentamente e dopo la morte del committente nel 1723 il palazzo non è ancora finito. Nel 1737 l'opera si interrompe definitivamente lasciando incompiuta l'ala destra del corpo centrale.Il palazzo è il più significativo esempio di barocchetto di Crema. Si caratterizza per il rivestimento in cotto; ha una forma a "U" con tre corpi di fabbrica di cui quello di destra rimasto incompiuto; tra i tre corpi si sviluppa una piccola corte chiusa verso la via da un muro di cinta diviso in cinque settori da lesene ed aperture ellissoidali e timpani curvilineo o triangolare. In prossimità delle lesene vi sono collocate, sopra, quattro statue a tema allegorico: La Generosità, La Saggezza, La Prosperità ed Il Commercio (la donna che abbraccia una pecora richiama l'attività della famiglia Bondenti, il commercio dei pannilani); la prima di sinistra è opera di Giovan Battista Dominone, le altre di Carlo Francesco Mellone, entrambi scultori anche del Duomo di Milano. L'edificio è diviso in tre piani divisi da marcapiani in cotto e le finestre presentano cornici in stile barocchetto di diverse forme con decorazioni in cotto, più semplici quelle dell'ultimo ordine destinate un tempo alla servitù.Tra i più interessanti esempi di "barocchetto" cremasco costruito a partire dalla fine del'600. Durante la visita si potranno ammirare ampie sale dai preziosi soffitti lignei decorati, un'affascinante alcova in legno dorato e la ricca biblioteca al piano primo.
PALAZZO VESCOVILE A CREMA, GIA' PALAZZO DELLA NOTARIA
L'attuale sede vescovile sorse nel 1548 come palazzo del Collegio di notai, giuristi e mercanti a completamento dell'assetto della piazza nella zona che fiancheggia a settentrione il Duomo. Snodandosi a "U" intorno alla Cattedrale, la piazza del Duomo presenta su ogni lato la tipologia architettonica del porticato, richiesta da una specifica delibera del 1474 che intendeva conferire alla piazza uno stile architettonico rinascimentale lombardo-veneto.
In seguito l'edificio venne donato dalla Comunità al primo vescovo di Crema, il nobile veneziano Gerolamo Diedo, allo scopo di dotare il prelato di una sede adeguata, è infatti menzionato nella bolla di Papa Gregorio XIII, datata 11 aprile 1580, in cui venne istituita la diocesi di Crema.
Presenta una facciata in stile lombardo rinascimentale, organizzata in due parti: nell'inferiore un porticato ricalca nell'andamento e nel profilo quello del Palazzo Comunale, di cui sono state riprese nella forma e nella fattura anche le decorazioni fittili; la parte superiore è scandita da una doppia serie di cinque finestre, sormontata da una fila di oculi. Il balcone marmoreo che campeggia al centro della facciata all'altezza del cornicione fu aggiunto nel 1936.Il Palazzo è stato reso visitabile nelle giornate Fai grazie alla autorizzazione da parte del Vescovo Daniele Gianotti e alla disponibilità del Direttore dei Beni Culturali della Diocesi di Crema, Don Andrea Rusconi . La visita si articolerà a partire dal cortile interno, per poi raggiungere le sale al primo piano attraverso lo scalone principale. Le sale rossa, azzurra e bianca accoglieranno i visitatori che potranno ammirare i ritratti dei vescovi e altre opere esposte.
Le foto sono del Fai di Cremona e Crema: nell'ordine la chiesa del Foppone, l'affresco del Massarotti, l'interno di Palazzo Raimondi, Palazzo Turina a Casalbuttano, palazzo Terni de Gregory a Crema e il Palazzo vescovile di Crema
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