24 giugno 2025

Passato e futuro insieme al Museo di S. Lorenzo: un progetto sperimentale di biomarketing con realtà virtuale ci porta ad un'esperienza immersiva nella Domus del Ninfeo. Presto anche sul Torrazzo

La storia più remota rivive grazie alle nuove tecnologie: in una contaminazione tra passato e futuro, al Museo Archeologico di San Lorenzo la realtà immersiva è ormai prassi consolidata e da qualche anno permette di vivere esperienze ancora più coinvolgenti, grazie anche al recente upgrade della tecnologia utilizzata, reso possibile grazie al bando PNRR vinto dal progetto presentato da Pro Cremona che ha rinnovato l'applicativo a disposizione dei visitatori offrendo una visita ancora più dettagliata. 

Ma non solo, perchè alla tecnologia della realtà aumentata si aggiungono anche i più recenti studi di marketing e biomarketing: ce ne parla oggi Matteo Lorandi, dottorando al Politecnico di Milano e orgogliosamente cremonese, che sta conducendo, in collaborazione con il Museo, una sperimentazione proprio sull'uso del visore per realtà virtuale in ambito museale.

"L'obiettivo è studiare l'impatto emotivo di questa tecnologia attraverso un sensore che monitora l'attività elettrica della pelle, un indicatore dell'attivazione emotiva. -spiega Matteo- Si tratta di un progetto all'avanguardia, che sono riuscito a portare nella mia città con grande impegno, e che credo possa offrire uno spunto interessante per un servizio. Per me era importante portare a Cremona questa sperimentazione perchè è la mia città e ho ritenuto giusto darle la precedenza rispetto alla possibilità di farlo a Milano, per esempio"

E di cosa si tratta, esattamente?

"E' un progetto che coinvolge attivamente i visitatori che si renderanno disponibili ad aderire. Tutti i partecipanti contribuiranno a uno studio sulle emozioni che si vivono all’interno del Museo e gli effetti che le tecnologie immersive hanno durante e dopo la visita. Prima si procede con il tour del museo, dove è possibile ammirare tutti i reperti della Cremona Romana raccolti e conservati. Al termine si procede prima con un semplice questionario, poi si possono indossare gli oculus (i visori di realtà virtuale) per iniziare il tour virtuale nella domus del Ninfeo, che porterà direttamente all'interno delle stanze della villa, dove sarà possibile muoversi e percorrere un vero e proprio tour visitando le stanze, il patio, i giardini, le cucine, tutto fedelmente ricostruito in realtà aumentata, per un'esperienza davvero immersiva nel vero senso della parola

"Prima di fare ciò però chi partecipa alla sperimentazione indosserà dei particolari sensori in grado di monitorare l'attività elettrica della pelle, un indicatore dell'attivazione emotiva. Ovviamente tutto avviene in forma anonima per cui non è possibile risalire al soggetto dai dati rilevati. Incrociando poi questi dati biomedici con le risposte del questionario, sarà possibile elaborare le sensazioni e le emozioni provate dai vistatori e creare un importante riferimento sul piano del neuromarketing e del biomarketing, la branca del marketing che studia le attivazioni emotive delle persone di fronte a determinati stimoli e che poi possono essere utilizzate in ambito marketing. In questo caso, vogliamo capire l'influenza di queste attivazioni emotive sulla scelta di tornare a visitare il museo o raccomandarlo a terze persone."

La sperimentazione si completa poi con la visione di un video il giorno seguente la visita con l'esperienza in realtà aumentata e la successiva visione di un secondo video, con visori 3D in cardboard, dopo una settimana, sempre con un questionario da compilare per raccogliere dati anche in due step successivi all'esperienza.

"Si tratta di un progetto all'avanguardia, che sono riuscito a portare nella mia città con grande impegno. E' iniziato circa un mese fa e proseguirà fino ad ottobre". 
Naturalmente chi scrive, per provare l'efficacia del progetto, non ha esitato ad aderire alla sperimentazione indossando i visori ed entrando di fatto nella splendida domus del Ninfeo, dove con molta semplicità ho potuto girare tra le stanze, visitare il patio e il giardino e fermarmi a leggere le informazioni presenti.

Il Museo di San Lorenzo conserva oltre 500 oggetti di uso quotidiano che rappresentano il cuore delle raccolte archeologiche cremonesi: dai resti monumentali di un edificio, forse il teatro, sito in corrispondenza dell'attuale via Cesare Battisti agli spazi privati delle ricche ville come la domus del Labirinto da via Cadolini e quella del Ninfeo rinvenute durante gli scavi in piazza Marconi e via Colletta, oltre alle necropoli, con parti di monumenti e corredi funerari. 

Ma non solo il Museo di San Lorenzo, perchè presto anche il Museo Verticale del Torrazzo avrà a disposizione un visore Oculus per permettere a chi non riesce a salire fino in cima alla torre campanaria più alta d'Europa di vivere l'esperienza in modo virtuale ma estremamente coinvolgente. "Abbiamo presentato, per ora in forma privata, un nuovo applicativo per permettere la visita al Museo Verticale del Torrazzo anche a chi ha disabilità che gli impediscono di accedere. Dunque insieme al Museo di San Lorenzo, saranno le uniche due realtà cremonesi ad avere a disposizione questa tecnologia all'avanguardia per ampliare la fruizione del patrimonio culturale locale" ha spiegato Filippo Mondini di Pro Cremona. Un progetto di cui a breve varrà sicuramente la pena parlare più dettagliatamente.

Ancora una volta, dunque passato, presente e futuro a braccetto per la cultura e la valorizzazione del territorio.

Michela Garatti


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