Pieni di Bellezza: la nuova edizione della rassegna della Fondazione Benefattori Cremaschi
La Fondazione Benefattori Cremaschi Onlus è lieta di annunciare la 29ª edizione della rassegna “L’Età della Saggezza”, che per l’anno 2025 si presenterà con il titolo “Pieni di Bellezza”.
Un titolo che è, prima di tutto, un omaggio alla bellezza del tempo dedicato quotidianamente alla cura degli altri: un tempo silenzioso, prezioso, spesso invisibile, eppure profondamente determinante per la qualità della vita di molte persone fragili.
Nata con l’intento di valorizzare il lavoro quotidiano di operatori sanitari, educatori, familiari e volontari, la rassegna “L’Età della Saggezza” si propone come uno spazio di riflessione, confronto e condivisione, in cui l’esperienza del prendersi cura diventa patrimonio culturale e sociale della comunità.
Con il tema “Pieni di Bellezza”, l’edizione 2025 vuole accendere i riflettori sulla bellezza che si cela nei gesti quotidiani di dedizione, nella pazienza dell’ascolto, nella costanza della presenza. Non una bellezza estetica o apparente, ma una bellezza sostanziale, che abita i piccoli gesti e le relazioni sincere. È la bellezza di un tempo speso bene, con intenzione e attenzione, al servizio degli altri.
La rassegna si configura come un ponte tra la Fondazione Benefattori Cremaschi e il territorio, un’occasione di apertura alla comunità, in cui le storie, le esperienze, l’arte e la cultura si intrecciano per dare voce a chi si prende cura e a chi riceve cura. Verranno coinvolti artisti, enti, scuole, associazioni locali e cittadini.
L’obiettivo è restituire valore al tempo lento, alla memoria condivisa, alle relazioni che si costruiscono giorno dopo giorno, alle reti di prossimità che, spesso nell’ombra, tengono insieme il tessuto sociale. Ogni appuntamento è pensato per mettere in luce il valore umano della cura, che va oltre l’ambito sanitario per diventare atto culturale, civile e sociale.
“Pieni di Bellezza” è un invito a guardare con occhi nuovi, a riconoscere e valorizzare chi si prende cura e chi è curato, a costruire insieme una cultura del rispetto, della presenza e dell’incontro.
Perché prendersi cura è un gesto rivoluzionario, profondamente umano, e infinitamente bello.
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