25 settembre 2023

Pieve d’Olmi e San Daniele Po, i cittadini hanno votato: la fusione non si farà, niente unanimità

Niente fusione tra i due comuni cremonesi. Pieve d'Olmi e San Daniele Po avevano intenzione di unire le forze come diversi altri hanno già scelto di fare in tempi recenti. Scelte che normalmente vengono prese per ridurre i costi di amministrazione e per ottimizzare le forze presenti nella gestione unica di un territorio. La decisione passa dai cittadini che nella giornata di domenica 24 sono stati chiamati alle urne per decidere il sì o il no all'unione fra le due municipalità. Con un'affluenza che ha di poco superato la metà degli aventi diritto (52%) a Pieve d'Olmi ha vinto il "no".

Solo il 42% degli elettori di San Daniele si sono recati alle urne per dirsi invece d'accordo con la fusione. Essendo richiesto un risultato univoco perché l'operazione potesse prendere il via, l'esito è chiaro: la fusione non si farà. Negli scorsi giorni i due comitati, uno a favore e uno contrario, si sono dati battaglia adducendo ciascuno le proprie motivazioni. 

"‘No a questa fusione’. ‘No al vile denaro, sì alla tutela delle rispettive identità’ è il manifesto del gruppo, di cui si era fatto portavoce Simone Priori: «Siamo contrari non al concetto in sé di fusione tra due Comuni -aveva spiegato Priori- ma alla scelta di unirci a San Daniele, che in questo momento è una realtà in forte dissesto economico. Inoltre i dati finanziari che sono stati presentati a supporto della scelta, non sono completi e puntuali e la situazione risulterebbe ben più grave di quanto comunicato fino ad ora".

L'ex sindaco Giuseppe Fava aveva invece raccolto le motivazioni a favore: 

"Sarebbe una grandissima opportunità per entrambi i Comuni, portando ulteriori economie. Per esempio entrambi sono sotto organico sia negli uffici che con le figure dei cantonieri. Ma anche la scuola ed i servizi sociali ne trarrebbero giovamento. Pensiamo solo all’invecchiamento della popolazione o alle problematiche di tanti minorenni, che vengono supportate esclusivamente con fondi comunali".

Motivazioni che forse non hanno convinto la maggior parte dei votanti, sopratutto di Pieve d'Olmi, che quindi non ha permesso al referendum di raggiungere il risultato sperato. 


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