Quando 70 anni fa un articolo sugli Ufo del quotidiano locale mosse il comando Nato e i servizi segreti americani
Come diventare famosi senza saperlo. Codice Mercury è un film che ha protagonista un ottimo Bruce Willis, il film racconta di come un bambino, con un talento enorme per i numeri e l'enigmistica, risolve con estrema facilità il rompicapo impossibile proposto da un quotidiano. Risolvendo l'enigma il bambino, inconsapevolmente, attiva gli autori dello stesso, ovvero i Servizi Segreti statunitensi, per i quali il bambino rappresentava, a causa dell'enigma che aveva risolto, una minaccia invece che una risorsa con Bruce Willis che farà il suo dovere per proteggere l'innocente ragazzino da situazioni estreme. Robe da film, di certo, figuriamoci se avvengono nella realtà, la celluloide è nata per inventare storie inverosimili e proporre quelli che sembrano complotti buoni solo per il botteghino. Questa opinione può essere più o meno condivisibile ma, se facciamo un salto nel tempo alla Cremona di 70 anni fa, potremmo scoprire che qualcosa di vero si annida anche nel dorato mondo di hollywood.
Il 24 gennaio 1954 sul quotidiano "La Provincia di Cremona" un solitario articolo, dal titolo “Non come forme visibili ma come entità misteriose i marziani sono già forse sulla Terra” ha scatenato una serie di eventi che coinvolsero il comando NATO e i Servizi Segreti statunitensi a Washington, dando origine ad un fascicolo che ha dell'incredibile. L'articolo, in sé, non ha niente di particolare, racconta di alcuni possibili incontri tra forme ultraterrene, con tanto di navicelle spaziali, e sparute persone di qualche angolo del globo. Se negli Stati Uniti la signora Smith del Kansas o del Nevada chiamava in preda all'agitazione la polizia o i referenti dell'Fbi denunciando l'avvistamento in cielo di un oggetto non meglio identificato a Cremona la cronaca, tra una nevicata e le partite della Cremonese, riportava una visione di come queste navicelle potevano presentarsi. Da dire che gli archivi statunitensi sono pieni di lettere, registrazioni telefoniche, foto o altro di cittadini che raccontavano di aver visto un qualcosa di non identificato nel cielo ma, nella quasi la totalità dei casi, l'operatore telefonico della polizia rispondeva alla signora Smith di tranquillizzarsi perché gli uomini del Governo erano già informati e non vi era motivo per perdere il sonno su un argomento che non aveva basi solide. Lo stesso ragionamento valeva per le lettere le quali, con rarissime eccezioni, finivano a prendere la polvere, dopo una rapida lettura, negli scomodi casellari di qualche ufficio governativo di periferia.
Da lettere che raccontavano con dovizia di un incontro con realtà ultraterrene a materiale per qualche sceneggiatore di Hollywood il passo è breve ma a Cremona nel 1954 la questione non finì così, ma rimase aperta e forse lo è tutt'ora. La cosa più strana di un report dei servizi di intelligence della aeronautica statunitense, con destinazione i tavoli dei Servizi Segreti di Washington, è vedere che si parla di Cremona ma, in alto a sinistra, trovare la scritta Sweden, ovvero Svezia. Vista così è tutta da capire e ci proveremo usando un fascicolo tra quei pochi che superavano di gran lunga l'annoiato operatore telefonico della polizia il quale, mediamente, aveva a che fare con le urla isteriche della signora Smith o le lettere di ragazzini che si divertivano leggendo fumetti per poi traslare quelle pagine in qualcosa di reale.
Il 17 dicembre del 1953, nei cieli sopra Hassleholm in Svezia, l'equipaggio di un aeroplano DC 3 da trasporto incrociò un oggetto volante non identificato, il comandante del veicolo e i suoi sottoposti videro tutti la stessa scena dove una struttura metallica non identificabile si muoveva ad una velocità superiore a quella che l'aereo poteva offrire. Secondo la testimonianza dei membri dell'equipaggio l'oggetto divenne ben visibile per circa un paio di minuti per poi sparire con una accelerazione eccezionale. Dopo aver usato la radio di bordo per fare rapporto immediato sull'accaduto la questione, una volta atterrati, finì nelle mani del tenente colonnello della aeronautica statunitense Joseph A. Woida, in forza al comando NATO, il quale era l'incaricato di vagliare ed analizzare per i servizi di intelligence la veridicità dell'accaduto. Woida faceva quel lavoro da sempre ed era, mediamente, più scettico di San Tommaso ma incrociando i dati di volo, gli orari e le letture radar si rese conto che quel DC 3 doveva aver incontrato qualcosa comunque fuori dall'ordinario e che tutto l'equipaggio non aveva preso un gigantesco abbaglio. Woida apre il fascicolo che viene subito richiesto da Washington, neanche il tempo di spedirlo e, un mese dopo, a Cremona compare un articolo sul giornale locale che sembra seguire la narrazione del fascicolo top secret aperto in Svezia. Woida e il suo staff sgranano gli occhi fin dal giorno stesso della pubblicazione, il 25 gennaio, neanche 24 ore dopo essere uscito nelle edicole cremonesi - siamo nel 1954 e internet non esisteva ancora - il comando NATO collega al fascicolo di Hassleholm un solitario articolo con svariati “forse” letto nelle case e nei bar cremonesi.
Il lavoro di Woida per i Servizi Segreti a Washington è trovare una smentita non confermare il testo del quotidiano, ma pur con tutto l'impegno profuso l'ufficiale e tutto il suo staff non ci riescono, il pezzo risulta analitico ed attendibile, ma i cremonesi, dato che il fascicolo svedese era recentissimo e top secret, come potevano esserne a conoscenza? Misteri da hollywood, o forse casualità ma non da poco. Washington incamera l'intero lavoro di Woida e deve capire come sfruttarlo, la signora Smith e i ragazzini in vena di scherzi rimangono parcheggiati nella cornetta telefonica del sonnecchiante operatore, ma il nocciolo della questione è che se a Cremona scrivono cose del genere cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro?
La risposta arriverà pochi mesi dopo dato che il l'autunno del 1954 sarà un periodo densissimo di apparizioni di Ufo in tutta Italia tra le quali, la più famosa, fu quella del 27 ottobre sopra lo stadio Franchi di Firenze durante l'amichevole tra Fiorentina e Pistoiese, chissà se qualche quotidiano l'aveva previsto.
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