Quel concorso di dirigente del settore cultura del Comune. La delusione e le tante domande poste da un candidato
Quel concorso di dirigente della Cultura del Comune di Cremona è da tempo oggetto di mormorii sia dentro che fuori il palazzo comunale, sin da quando è stato bandito. L'esito degli scritti, gli orali che hanno ribaltato le graduatorie, il risultato finale hanno dato voce ancora di più ai si dice e ai sospetti. La cavatina di don Basilio nel Barbiere di Siviglia la dice lunga sulla calunnia che nasce come un venticello che poi si trasforma in un colpo di cannone, un temporale o un terremoto. Questa volta però non è un venticello che cresce fino a produrre questo effetto, ad avere effetto deflagrante è una lettera di una delle concorrenti al posto di dirigente del settore cultura, una di quelle che aveva il punteggio maggiore, una delle otto rimaste dopo le varie selezioni. E' Valeria Soru, una sarda tosta di Cagliari, che questa sera, 14 luglio anniversario della presa della Bastiglia, ha inviato una lettera durissima al sindaco Galimberti, al Segretario Generale, agli organi di stampa, alle organizzazioni sindacali e ai Circoli dei Sardi in Regione Lombardia. Nell'oggetto si legge: "Concorso per Dirigente del Settore Cultura, Musei e City Branding bandito dal Comune di Cremona. Segnalazione anomalie". Anomalie che devono essere parse forse tali anche agli altri "non vincitori" visto che tutti hanno firmato una richiesta comune di accesso agli atti.
Nella lettera, tra l'altro, la dottoressa Soru afferma:
"Desidero sottoporre alla vostra attenzione alcune osservazioni sui recenti fatti di cui sono stata testimone, occorsi il primo luglio scorso durante la fase della prova orale del concorso per Dirigente del Settore Cultura Musei e City Branding bandito dal Comune di Cremona, come da atti pubblicati nel sito istituzionale: https://www.comune.cremona.it/node/498186.
"Premetto che è stato avviato un accesso agli atti unanime da parte di numerosi candidati ammessi alla prova orale per arrivare a conoscere:
1. quali criteri siano stati adottati al fine della valutazione dei titoli, non esplicitati in modo trasparente ex ante come prassi comune;
2. quali criteri siano stati adottati in sede di valutazione dei colloqui nel rispetto di trasparenza e pubblicità. Le prove orali, infatti, si sono trasformate in una procedura comparativa effettuata a porte chiuse. Ricordo che è buona e consolidata prassi che ogni candidato conosca l’esito del proprio colloquio immediatamente dopo la prova, ciò allo scopo di scongiurare comparazioni poco trasparenti.
3. quali siano le valutazioni dettagliate e verbalizzate dalla commissione giudicatrice in merito alle prove orali dei candidati. Tali valutazioni hanno condotto ad una graduatoria finale dove i punteggi più alti attribuiti ad entrambe le prove scritte sostenute dai candidati sono risultati diametralmente opposti ai punteggi riportati in sede di orale".
La lettera di Valeria Soru affronta poi le modalità in cui si sono tenuti i colloqui finali del concorso.
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