Rifiuti abbandonati ovunque sugli spiaggioni del Po. Soprattutto plastica, frutto dei bivacchi di Ferragosto sulle due sponde
Sarebbe davvero bello, forse un sogno, se gli spiaggioni di quello che è sempre stato definito il “mare dei poveri” (il Grande fiume) tornassero, un giorno, a popolarsi di persone. Sarebbe bello se vi spuntassero ombrelloni, sdraio e tutto quello che può servire per vivere il Po, da vicino, da due passi. Chissà se mai questo sogno potrà avverarsi.
Nel frattempo, purtroppo, di qua e di là dal fiume, gli spiaggioni continuano a essere un indicatore del chiaro grado di inciviltà di tante persone. Uno su tutti, lo spiaggione che si trova sotto quel “grande malato” che è il ponte sul Po “Giuseppe Verdi”, il viadotto che collega le province di Cremona e Parma, Lombardia ed Emilia nel tratto compreso tra Isola Pescaroli e Ragazzola. Uno spiaggione facile da raggiungere, lasciando l’auto praticamente a due passi. Purtroppo lo “spettacolo”, se così può essere definito, non è dei migliori. Sia sulla sabbia che nella vegetazione intorno spiccano cumuli di rifiuti, soprattutto plastiche, in gran parte resti di bivacchi ferragostani. Il segnale chiaro di quanto sia purtroppo dilagante l’inciviltà di certi soggetti.
Ci sono domande che sarebbero fin troppo ovvie: cosa ci provano queste persone ad abbandonare i rifiuti nell’ambiente? Si sentono più furbi e intelligenti degli altri solo perché, approfittando di zone magari isolate, riescono a farla franca? A casa loro si comportano nello stesso modo, lasciano ad esempio i rifiuti sul pavimento, sul divano o sul letto? Cosa fanno nella vita questi individui? Individui verso i quali ogni tipo di insulto sarebbe poca cosa. Volendo scomodare per un istante il portiere Gianluigi Buffon che, nel 2018, dopo una rocambolesca eliminazione della sua squadra (la Juventus) contro il Real Madrid a causa di un rigore concesso nel finale di partita, si scagliò contro il direttore di gara accusandolo di “avere un bidone della spazzatura al posto del cuore”, verrebbe da dire la stessa cosa. Chi abbandona i rifiuti in riva al fiume, e nell’ambiente in generale, ha un bidone della spazzatura non solo al posto del cuore, ma anche del cervello. Se avesse, a portata di mano, un bidone vero chissà se ne farebbe uso o la troverebbe una impresa troppo complicata.
Dopo i bivacchi di ferragosto (e non solo), a coloro che non hanno rispetto dell’ambiente in cui tutti si vive (loro compresi) è essenziale ricordare che, a degradarsi, un semplice cartone da latte ci mette un anno, un mozzicone di sigaretta o una gomma da masticare addirittura 5 anni, una lattina di alluminio dai 100 ai 500 anni: una bottiglia, un sacchetto, ma anche piatti e bicchieri di plastica e cartucce da caccia da 100 a 1000 anni. Mille anni anche per un pezzo di polistirolo e 4mila anni per una bottiglia di vetro. Si arriva anche al milione di anni per i barattoli in vetro. Per non parlare poi delle batterie esauste (spesso abbandonate in giro) che all’interno contengono sostanze chimiche come il piombo, cloruro di zinco, mercurio e cadmio: sono altamente tossici, resistenti. Mai gettarli in terra o in un cestino, meglio consegnarle ai Centri di raccolta che provvederanno a smaltirle correttamente senza provocare danni all’ambiente e alle persone. A conti fatti sarebbe bene, per tutti, ricordare che quando gettiamo in terra la carta delle caramelle, il mozzicone di sigaretta o qualsiasi materiale non biodegradabile, saranno i nostri figli, nipoti e pronipoti a raccoglierla. Tutto ciò che oggi abbandoniamo rimarrà per moltissimi anni nell’ambiente contribuendo all’inquinamento del nostro pianeta e gravando di conseguenza sulle forme di vita e sulle generazioni future. Già oggi viviamo gli effetti dei comportamenti di chi ci ha preceduto. Non esistono spiagge, sentieri, boschi e fiumi dove non vi sono tracce di inciviltà. Purtroppo. In questi anni sono state lanciate tante campagne ambientaliste, a tutela del Grande fiume.
Da ricordare ad esempio lo studio "Un Po di plastica", condotto da A.I.C.A. (Associazione Internazionale per la comunicazione ambientale), in collaborazione con Erica Soc. Coop e l'European Research Institute, che durante l'evento di sensibilizzazione ambientale " Keep Clean and Run", ha contribuito al campionamento dei rifiuti plastici presenti nel fiume Po. Dal materiale raccolto è emerso che in un giorno il fiume riversa circa 11 tonnellate di microplastiche nel mare Adriatico, fino a 4.000 tonnellate e più, in un anno. Inoltre, di recente, anche nella vicina Isola Serafini, sono stati rilasciati dei trackers, dei barattoli di plastica 'sentinella', con al loro interno un rilevatore di posizione Gps. L'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, e la Fondazione Sviluppo Sostenibile, ne ha lanciati diversi in Po, specie in Piemonte e. monitoreranno in questo modo il viaggio che i rifiuti di plastica fanno nel principale fiume italiano, per scoprire i punti in cui si accumulano e, quindi, eliminarli. Mapp, questo il suo nome, è il primo innovativo progetto su scala nazionale di questo tipo e il secondo in Europa dopo un primo esperimento in un tratto della Senna a Parigi. Tutti progetti utili e importanti. Ma la custodia del Creato, che oggi più che mai si fa urgente, è compito quotidiano di ognuno di noi. Perché rispettare l’ambiente significa rispettare e tutelare la vita, la nostra e quella degli altri. Partendo da quelle buone pratiche di civiltà ed educazione che devono essere alla base dei comportamenti di tutti.
Eremita del Po
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