11 aprile 2023

Rifiuti nuovo business: gli impianti sarebbero 4. Oltre a via Bosco, due a Sospiro per oltre 140 tonnellate di rifiuti l'anno, e uno a San Giovanni in Croce

Che i rifiuti fossero un business lo avevamo capito. Così tanto, però, no. E' di poche ore fa l'ipotesi di tre nuovi impianti in provincia (quattro, se si aggiunge quello al Bosco ex Parmigiano). Nei primi due casi si tratta di strutture che come confermato dal sindaco Ghisolfi, dovrebbero sorgere sul territorio di Sospiro. La prima struttura sarà in grado di gestire oltre 90mila tonnellate di cui 60 di fanghi residui provenienti dalla depurazione e 30 vegetali. I due capigruppo di minoranza Osvaldo Brigati e Attilio Valsecchi, consiglieri comunali di Sospiro, denunciano alla cittadinanza la richiesta pervenuta da un'azienda privata per poter costruire un impianto di trattamento rifiuti. "Sarebbe l'ennesima industria insalubre di 1^ classe" recita il manifesto dei due consiglieri posto per le vie del paese in cui viene indetta una riunione al teatro comunale per discutere delle conseguenze che avrebbe tale impianto. L’art. 216 del r.d. n. 1265/1934 disciplina le industrie insalubri della prima classe, ossia quelle produttive di “vapori, gas o altre esalazioni insalubri” pericolose per la salute umana. Nel documento-manifesto si legge anche che "Oggi il nostro territorio soffre di una condizione ambientale e sanitaria compromessa: è in atto una procedura di infrazione per inquinamento atmosferico da parte della Corte Europea". Visto che questo impianto, come affermano i due consiglieri, porterebbe ulteriore inquinamento ai cittadini Sospiresi, è stata indetta una riunione per il 13 aprile alle 21,00 nel Teatro Comunale di Piazza Europa 3 al fine di trattare l'argomento e sollecitare l'opinione pubblica. L'incontro vedrà la presenza del Dott. Federico Balestreri, membro di ISDE Italia, l'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente (affiliata all'International Society of Doctors for the Environment), e a Mariagrazia Bonfante, ex sindaco di Vescovato nonchè coordinatorice provinciale dell'associazione "Salviamo il paesaggio". 

Ma le "buone notizie" non sono finite. Un'azienda della Provincia di Verona avrebbe depositato la richiesta per un altro impianto a biometano, grosso circa la metà di quello proposto a Gerre de' Caprioli, che quindi tratterebbe 51.500 tonnellate di massa in entrata e 18.000 in uscita.  

Così commenta Fausto Ghisolfi, sindaco di Sospiro: "Per il primo impianto abbiamo presentato alcune osservazioni su scarichi di acqua, problemi connessi agli odori, sulle esalazioni e sul traffico indotto. Per il secondo  il 23 marzo la provincia ci ha chiesto la realizzazione dell'impianto a biometano a Longardore (frazione di Sospiro a ridosso di Malagnino e Pieve San Giacomo). Anche in questo caso oltre ai problemi legati al traffico indotto che attraversa Longardore, su una strada comunale assolutamente inadeguata, l'impianto sorgerebbe a pochi metri dal Ristorante Bicocca e da Cascina Strada, luogo che ha particolari pregi ambientali per varietà di vegetazione e che sarà oggetto di recupero, già in programma, per essere destinata a fini sociali. Senza entrare nel merito del biometano, parliamo di quello che induce visto che si troverebbe a pochi metri da un luogo del genere. I motivi delle nostre osservazioni quindi sono relativi alla vicinanza ad attività economiche, a zone di pregio, alle esalazioni ed ai volumi di traffico insostenibili per quella strada che già oggi fatica a reggere la doppia percorrenza delle auto nei sensi opposti di marcia. Se s'ha da fare, non s'ha da fare lì. Per entrambe le situazioni chiediamo che venga chiesta la Valutazione di Impatto Ambientale, peraltro nel primo caso la Provincia ha già stabilito che il progetto debba essere sottoposto a VIA. Chiediamo naturalmente che il secondo impianto non venga costruito nella zona da loro individuata, e se lo fosse in altra zona, che venisse anche in quel caso sottoposto a VIA. I sindaci non hanno più la facoltà di governo del territorio, per cui le amministrazioni sono espropriate della loro capacità decisionale sul territorio e delle scelte urbanistiche. Il massimo che possiamo fare tutelare gli interessi della comunità e del territorio è chiedere la Valutazione di Impatto Ambientale."

Da alcune indiscrezioni parrebbe, peraltro, che la stessa azienda veronese sia in fase di autorizzazione per un altro impianto a biometano sul territorio di San Giovanni in Croce

Loris Braga


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti