9 luglio 2025

Ritrovato un violino Stradivari considerato perduto: si trova ora in Giappone lo strumento noto alla storia come "Mendelssohn"

Ritrovato in Giappone un violino Stradivari disperso da 80. E' sempre una gioia quando la storia restituisce pezzi d'arte di immenso valore, andando così a risanare ingiustizie che perdurano da decenni e che spesso hanno comportato dolore a molte persone. Con grande sorpresa e stupore di molti è stata recentemente fatta luce sull'incredibile storia di uno Stradivari trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale, attualmente tra le mani di un violinista giapponese. Il violino, battezzato "Mendelssohn" (1709), è ora al centro di una scomoda diatriba tra i legittimi proprietari e l'attuale possessore. 

"A quasi 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la ricerca di Looted Art si è sviluppata lentamente e un gran numero di strumenti musicali trafugati rimane ancora disperso", ha dichiarato recentemente Carla Shapreau, Senior Fellow presso l'Istituto di Studi Europei dell'Università della California (Berkeley) dove insegna anche diritto dell'arte e dei beni culturali ed è direttrice del Lost Music Project che indaga sul saccheggio della cultura musicale materiale in Europa durante l'era nazista. Grazie al suo impegno un altro risultato è stato ottenuto: è infatti riemerso il violino Stradivari «Mendelssohn» del 1709, che nel periodo bellico era stato affidato dalla proprietaria famiglia ebrea Mendelssohn-Bohnke alla banca di fiducia, temendo il saccheggio dei beni durante le persecuzioni naziste. Dopo il 1945 la famiglia Mendelssohn-Bohnke cercò invano di ritrovare il violino anche attraverso la pubblicazione di diversi annunci e sporgendo denuncia presso le autorità tedesche. Ma lo Stradivari del 1709 risultava disperso. Nessuna traccia fino al riconoscimento, da parte di Carla Shapreau e del suo staff, del «Mendelssohn» esposto durante una mostra di Stradivari nel 2018 a Tokyo. Le caratteristiche uniche del legno e i segni d'usura sembrano coincidere perfettamente con lo strumento scomparso dei Mendelssohn-Bohnke, nonostante per la mostra nipponica lo strumento sia stato ribattezzato «Stella» con una data di produzione anteriore, il 1707 invece del 1709. Anche Jason Price, fondatore della casa d'aste newyorkese Tarisio, ha confermato che un violino datato 1707, molto simile, passò nel 2000 dalla sua asta senza essere venduto. Si tratterebbe quindi dello stesso strumento musicale. Attualmente il violino appartiene al violinista giapponese Eijin Nimura, che ne rivendica la legittima proprietà, negando qualsiasi illegittimità. Compito dunque di legali, periti e storici della liuteria rimane quello di ricostruire le storie degli strumenti "riemersi", che siano di pregio o meno, spesso oggetto di traffici opachi e privi di documentazione storica certa, soprattutto quelli che hanno subito una illecita sottrazione durante i conflitti o, per quanto riguarda l'Italia, anche da numerosi Conservatori di Musica nel nuovo millennio, in tempo di pace. Tracciare la storia degli strumenti di liuteria risulta dunque di fondamentale importanza per poter procedere alla restituzione dei beni illecitamente sottratti ai legittimi proprietari, posto che le norme dei Paesi coinvolti lo consentano. Sono tante, ormai, le storie di strumenti scomparsi durante il Secondo conflitto mondiale: che fine ha fatto il violino Stradivari confiscato a Vienna ad Oscar Bondy, un imprenditore e collezionista austriaco perseguitato dai nazisti? Oppure i due violini appartenuti a Johann Strauss Jr. e confiscati alla nuora di origine ebraica? E che dire dello Stradivari donato da Goebbels al prodigio giapponese Nejiko Suwa nel 1943? O, ancora, dell'intera collezione di Giuseppe Strocchi (1855-1941), importante collezionista ed esperto di liuteria italiano, a cui furono sottratti strumenti di Stradivari, Amati, Guarneri del Gesù dalle truppe tedesche dopo l'8 settembre 1943?

Oltre al meritorio impegno che da anni profonde Carla Shapreau alla looted art, non si deve dimenticare quanto fatto nel secolo scorso dall'italiano Rodolfo Siviero, il detective dell'arte del SID che riuscì, nei difficili anni del Dopoguerra, a recuperare molte importanti opere d'arte trafugate durante gli anni del conflitto e a redigere un importantissimo catalogo pubblicato dai Ministeri degli Esteri e dei Beni culturali nel 1995 intitolato "L'opera da ritrovare. Repertorio del patrimonio artistico italiano disperso all'epoca della Seconda guerra mondiale" che ha permesso, anche recentemente, di ritrovare e restituire ai legittimi proprietari importanti beni culturali illecitamente sottratti.

 

Fabio Perrone


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