3 settembre 2025

Sanità lombarda, crollano le prestazioni della Lombardia, che finisce in fondo alla classifica nel rapporto di Fondazione Gimbe. Sui livelli essenziali di assistenza persi 14 punti

La sanità lombarda crolla: tra il 2023 e il 2022 la nostra regione ha perso 14 punti nella capacità di rispettare i LEA, i livelli essenziali di assistenza fissati per tutte le Regioni, finendo in fondo alla classifica delle performances sanitarie. Peggio di noi, solo la Basilicata, che di punti ne perde 19. Il dato lombardo apre scenari su cui è bene interrogarsi, dal momento che il crollo di performances anche in una regione storicamente solida, con maggiori disponibilità economiche e da sempre presentata come fiore all'occhiello della sanità risulta essere ora un campanello d'allarme sullo stato di salute dell'intero sistema sanitario nazionale.

Liste d'attesa infinite, tempi di prenotazione che portano le visite mesi e mesi dopo le prescrizioni, carenza cronica di medici di base, visite in giro per gli ospedali della regione se non addirittura fuori regione: tutti problemi purtroppo ben noti che ora si traducono in quei -14 punti evidenziati dal rapporto della Fondazione GIMBE, basato sui monitoraggi del ministero sulla capacità di rispettare i livelli essenziali di assistenza.

E la politica non tarda a far sentire la prorpia voce in merito a questi dati negativi. Nicola Di Marco (Capogruppo M5s Lombardia) commenta così: "I dati Gimbe evidenziano risultati che non sono frutto del caso, ma l'esito di scelte politiche e della traiettoria imposta dal centrodestra al nostro servizio sanitario regionale. Una traiettoria che punta dritta verso il baratro. Di questo passo viene da chiedersi quanto a lungo potrà ancora reggere un sistema, che vive oggi sulle spalle del lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari capaci di colmare con il loro spirito di servizio il gap generato dall'abbandono di Regione Lombardia a danno del servizio sanitario regionale. Gli effetti delle scelte politiche del centrodestra, aggravati dalle conseguenze della (non)riforma Moratti-Fontana, hanno trascinato la Lombardia sempre più in basso. Una volta la nostra regione ambiva a competere con le aree più produttive, innovative e maggiormente avanzate a livello di Welfare in Europa. Oggi, solo la performance negativa della Basilicata, evita che la Lombardia, dati alla mano, sia la peggior regione d'Italia. Ora Fontana, e la destra tutta, strilleranno al complotto, ai dati sbagliati e torneranno a raccontarci che tutto va bene. Forse sarebbe invece il momento di una doverosa autocritica e di una necessaria inversione di rotta". 

Parole simili quelle pronunciate dal consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, che aggiunge "I dati pubblicati oggi dal Gimbe confermano che bisogna cambiare profondamente, che bisogna ricostruire la sanità territoriale e bisogna reinvestire sulla sanità pubblica, riducendo i tempi di attesa che sono un insostenibile ricatto per i cittadini, costretti a farsi visitare e curare a pagamento. Si tratta di servizi e attività – sottolinea Piloni - che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o con il pagamento di un ticket. Questi dati, invece, certificano, come denunciamo da tempo, che la Lombardia perde posizioni in Italia e lo fa peggio di tutte le altre regioni, tranne una. Tra poche settimane – ricorda il consigliere dem - in Consiglio regionale ci sarà la nostra proposta di legge di iniziativa popolare che ha raccolto oltre 100mila firme per riformare il servizio sanitario regionale. Si tratta di un'occasione che la destra lombarda, che governa la nostra Regione da 30 anni, non può permettersi di sprecare".


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commenti


Manuel

3 settembre 2025 17:18

Quelli del GIMBE sono politicamente schierati, quindi...
A Piloni ricordo che pure il PD è coinvolto nella fosca vicenda del nuovo ospedale/astronave. Che il PD si dia una regolata o finirà nel baratro insieme agli amici di Forza Italia e CL.
FDI ha già messo il cappello sulla poltrona governatoriale la regione, la Lega sempre più insignificante ed incapace di mollare l’intelligentissimo segretario.