4 aprile 2022

Se n'è andato Giorgio Chittolini, la storiografia italiana perde uno dei suoi più grandi maestri. Curò "la Storia di Cremona"

Con Giorgio Chittolini, mancato ieri mattina all’età di 80 anni, scompare la figura di uno dei più grandi storici italiani del Tardo Medio Evo e dell’Età Moderna, particolarmente legato a Cremona per due motivi. Il primo, perché la nostra diocesi è stata oggetto della sua tesi di laurea in storia medievale presso l’Università degli studi di Milano su "I beni terrieri del capitolo della cattedrale di Cremona fra il XIII e il XIV secolo”, discussa con Giuseppe Martini nel 1964, ed il secondo perché da un suo progetto del 2001 è nata, dopo tanti anni di attesa, la “Storia di Cremona”, di cui è stato coordinatore. Nel 2003, da quell’idea, è uscito il primo volume L'Età Antica, a cura di Pierluigi Tozzi, frutto del lavoro svolto dal comitato scientifico, composto da docenti universitari e studiosi locali. Fin ad allora Cremona era uno dei pochi grandi centri lombardi e padani che non aveva provveduto a dotarsi di una storia della città e del suo territorio: una lacuna che venne così colmata. Iniziò da allora una sfida che, grazie alla sinergia tra Comune, Provincia e Camera di Commercio, con il fondamentale sostegno finanziario della Banca Cremonese di Credito Cooperativo, ha reso finalmente giustizia alla ricchezza della storia cittadina e delle sue fonti, alla vitalità della tradizione di studi storici su Cremona, una tradizione antica, animata da studiosi illustri, cremonesi, italiani e stranieri.

Curato da Giancarlo Andenna e Giorgio Chittolini, uscì nel 2007 il quinto volume: Il Trecento - Chiesa e Cultura (VIII-XIV Scolo). Rispettando il programma fissato nel 2004, al momento della presentazione del volume sull'Alto Medioevo, vide così la luce quello dedicato al Trecento, che conteneva, opportunamente ampliati in senso cronologico, i due lavori sulla storia delle istituzioni ecclesiastiche e della cultura, che allora era stato necessario sacrificare per lasciare spazio alla gran mole di documentazione relativa alla storia politica, sociale ed artistica della città dall'età longobarda alla fine del XIII secolo. Il volume delineava così il difficile passaggio dal governo comunale all'integrazione di Cremona nello Stato regionale, con il dominio della famiglia Visconti e il complesso definirsi degli equilibri istituzionali e di potere.

Nel 2008, a cura di Giorgio Chittolini, uscì il sesto volume, Il Quattrocento - Cremona nel Ducato di Milano (1395-1535). Il cruciale momento storico che vedeva la conclusione della fase medioevale e il passaggio al Rinascimento venne letto attraverso l'approfondimento degli aspetti politico istituzionali, indagando in particolare il ruolo rivestito dalle classi dirigenti nei rapporti intrattenuti con le diverse dominazioni susseguitesi: in questo contesto spiccavano le figure di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, che sempre predilesse Cremona, sua preziosa dote e luogo delle sue nozze. Emergeva anche il quadro delle relazioni, spesso conflittuali, tra la città, il territorio da essa dipendente e le terre cosiddette "separate", relazioni che si collegavano alle strategie ducali per le fortificazioni e gli apparati difensivi del Cremonese.

In questa particolare chiave di lettura della storia cremonese erano condensati gli interessi di Giorgio Chittolini, coltivati sempre con grande originalità, rivolti principalmente alla storia delle istituzioni civili ed ecclesiastiche del tardo medioevo e della prima età moderna. In questi ambiti Chittolini ha dedicato particolare attenzione ai problemi della “formazione statale” in Italia, soprattutto per il periodo compreso fra l’età comunale e l’età rinascimentale, introducendo nel dibattito storiografico internazionale la sua peculiare prospettiva sulla crisi del Comune e sui concetti di Stato del Rinascimento e di “stato regionale”.

Giorgio Chittolini, dopo la laurea all’Università degli studi di Milano, è stato assistente di Storia moderna nel 1965, con Marino Berengo; dal 1973 al 1975 ha insegnato storia medievale e storia agraria medievale all’Università di Pisa; poi, fino al 1979, storia medievale all’Università di Pavia, storia moderna all’Università di Milano, storia medievale all’Università di Parma. Nel 1980 è diventato professore ordinario di Storia medievale a Parma, per poi trasferirsi a Milano nel 1984, dove ha tenuto l'insegnamento sino al pensionamento, nel 2011. È stato membro del Centro di Studi sul tardo Medioevo di San Miniato, del Centro per lo studio su Politica estera e opinione pubblica di Milano, della International society of urban history, della Giunta storica nazionale. Ha fatto parte dei comitati di direzione delle riviste “Società e storia”, “Novarien”, “Bollettino storico cremonese”, del Comitato scientifico di "Reti Medievali”. Con la sua scomparsa la storiografia italiana perde uno dei suoi più grandi maestri.

Fabrizio Loffi


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