Se n'è andato Nino Benvenuti. I ricordi cremonesi del grande pugile: l'incontro con Sommi e Duran, alla Spettacolo con Penna e Klaus, a Bordolano con i soci dell'ABC, con Usini prima del mondiale
Gran brutta notizia quella della scomparsa di Nino Benvenuti. Il più grande dei pugili italiani insieme a Bruno Arcari, l’unico, insieme a Primo Carnera a conquistare il titolo mondiale su un ring americano, il più prestigioso, quello del Madison Square Garden di New York. Una figura che va al di là di quella del pugile e del campione. Un uomo vero, soprattutto un italiano vero capace di difendere i colori italiani in tutto il mondo. Non starò qui a raccontare la sua ventennale carriera: altri lo hanno fatto e lo faranno meglio di me. Voglio solo ricordare il suo legame con Cremona, con il pugilato e i pugili di casa nostra, l’amicizia profonda con molti di loro.
L’ho conosciuto nell’ormai lontano febbraio del 1955 a Parma quando vinse il suo primo titolo italiano tra i dilettanti. Aveva 17 anni soltanto e già s’era messo in tasca il titolo dei novizi e già se ne parlava come di un futuro campione. C’erano i nostri Borra e Ghisolfi in gara in quel torneo che non giunsero alle finali, ma rimasi affascinato da quel ragazzino poco più grande di me e da allora lo seguii in modo particolare, sino al successo olimpico di Roma e poi per tutta la carriera. Mi son perso due degli incontri con Griffith in quanto ero militare, ma ricordo la notte in cui conquistò il titolo con tutta la camerata sveglia ed attaccata alle radioline. Sul ring l’ho avuto come avversario un paio di volte, contro Sommi e Duran, naturalmente vinse in entrambe le occasioni, ma a Cremona fu sempre legato con particolare simpatia. Ricordo la sera in cui alla Palestra Spettacolo diede forma ad una vera e propria lezione di pugilato al pubblico cremonese insieme a Benito Penna e Steve Klaus: prese il microfono e fece da speaker improvvisato, ma già bravissimo in quel ruolo tanto di divertire e interessare gli spettatori per una buona mezz’ora. Ricordo quando venne e a Castiglione d’Adda come ospite d’onore all’inaugurazione del Palazzetto dedicato ad Aldo Spoldi. I suoi incontri li ho visti e seguiti quasi tutti, fino all’ultimo, fino alla sconfitta di Bologna contro il mediocre Chirino, forse immeritata, ma comunque preludio a quelle definitiva con Monzon, sapevo già come sarebbe andata a finire con l’indio e non volli vederla, neppure in TV.
Di Nino, oltre al valore come pugile ho sempre apprezzato sopra ogni cosa la sportività e l’umanità, l’amicizia profonda con tutti i suoi vecchi avversari, da Duran a Mazzinghi, da Griffith a Monzon. Del primo è stato per decenni amico di famiglia, ha seguito la carriera dei figli. Di Sandro Mazzinghi che non ha mai spento la sua rivalità verso di lui da buon toscano di razza, è stato ammiratore sino al giorno della morte qualche anno fa, Griffith è stato suo ospite in Italia al termine della carriera e se, ricordo bene, ha tenuto a battesimo uno dei suoi figli. E Monzon che è stato l’artefice della sua più pesante sconfitta, è andato a trovarlo a Buenos Aires quando si trovava in carcere. Questo era l’uomo, lo sportivo che un giorno venne a Cremona invitato da Aldo Spoldi per una conferenza e si portò un filmato non di una delle sue grandi imprese, ma della sconfitta subita dall’amico Griffith. “Del resto - mi disse - non puoi non diventare amico di uno con cui sei stato per 45 riprese sul ring”.
Addio Nino! A quest’ora avrai già trovato sia Carlos che Sandro, sia Carlo che Emile. Stavolta ti hanno preceduto!
Nella prima foto di Benvenuti a Cremona con Cesare Castellani e Ferruccio Cusin, nella seconda Benito Penna, Steve Klaus e Benvenuti che fa da telecronista poi con alcuni cremonesi e soci dell'Abc a Villa Zaccaria, poi con Usini prima del match mondiale a Crema.
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