9 gennaio 2022

Stradivari e Cremona in vetrina alla Reggia di Monza con Lena Yokohama

Ha risuonato nel Salone delle Feste della Reggia di Monza lo Stradivari 1734 Lam: uno degli ultimi strumenti firmati dal grande liutaio cremonese e ora al Museo del Violino di Cremona e curato dall’associazione ‘friends of Stradivari’ per conto della Si-Yo Music Society Foundation e dalla famiglia Sau-Wing Lam.

Vivaldi, Bach, Krisler  Massenet e Pablo de Saraste il programma di musiche scelto da Lena Yokohama: violinista giapponese che è diventata un simbolo riconosciuto internazionalmente della musica cremonese e della sua liuteria classica. L’ evento ha chiuso la rassegna di arte, musica, danza e storia ‘Regalati un Natale regale’ organizzata, in questo periodo di festa, dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. Lo stesso Consorzio, composto da Regione Lombardia, Comune di Monza, Comune di Milano e Assolombarda ha voluto così rilanciare la Reggia scegliendo proprio la voce dello Stradivari e di Cremona. Ma non solo. Questo evento e’ l’inizio di una collaborazione tra la Villa e Reggia di Monza con l’istituzione museale cremonese per altri evidenti culturali e musicali che coinvolgeranno, in un prossimo futuro, i beni liutari cremonesi anche nell’ambito di una valorizzazione delle giovani professionalità dei corsi specialistici dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica del Ministero dell’Istruzione.

A sancire questo percorso oltre che Paolo Bodini presidente dell’associazione Friends of Stradivari e del conservatore Fausto Cacciatori era presente l’assessore con delega al Turismo del Comune di Cremona Barbara Manfredini. Proficuo il confronto con Dario Allevi e Giuseppe Distefano, rispettivamente presidente e direttore generale del Consorzio della Villa e del Parco di Monza , e con gli assessori regionali Stefano Bruno Galli alla Cultura in rappresentanza del presidente di Regione Attilio Fontana. Il pubblico, ristretto per le norme anti COVID, ha decretato il successo di Lena Yokohama e della sua musica. Ma quello che ha affascinato e’ stato, senza dubbio, il meraviglioso suono di questo strumento che segna la massima maturità di Antonio e l’incipiente capacità del figlio Francesco. Un passaggio di generazione che ha alleggiato tra i sontuosi stucchi della Reggia del Pier Marini.


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