Tesori di fede e bellezza: a Busseto l’iniziativa che valorizza il patrimonio sacro
In tanti hanno aderito all’iniziativa della Parrocchia di Busseto volta a far conoscere le opere d’arte sacra, diverse delle quali cremonesi, custodite nella sagrestia della collegiata, certamente una delle più ricche del circondario. Tante persone a testimonianza di una sete di conoscenza delle bellezze “ricevute in eredità da un passato locale glorioso” come ha ricordato all’inizio il parroco don Luigi Guglielmoni. Già l’ambiente della sagrestia è significativo per l’ampiezza e l’altezza, le decorazioni con stucchi e arredi lignei del 1600 quando la parrocchia di Busseto apparteneva ancora alla Diocesi di Cremona (il passaggio alla Diocesi di Borgo San Donnino, l’odierna Fidenza, avvenne all’inizio del 1601).
Nella sagrestia sono confluiti elementi appartenenti alle chiese un tempo esistenti a Busseto e poi scomparse, come San Rocco, Sant’Anna, San Geminiano, la chiesa delle Clarisse. Le guide turistiche Elena Bonilauri e Cristiano Dotti hanno fatto illustrato con dovizia di particolari i paramenti sacri, pianete e camici con tessuti e filati di grande valore, broccati e decorazioni di carattere biblico e naturalistico. Stupenda la Croce della fine del 1400, in lamine d’argento, con vari personaggi del Vangelo e il “pellicano mistico”, uccello che si riteneva si togliesse il sangue dal petto per nutrire i propri piccoli, simbolica allusione al sacrificio di Cristo. Altrettanto interessanti le cartagloria liturgiche, il Reliquiario di San Bartolomeo, i piatti da parata, il calice del 1700 con i vari simboli della passione di Cristo, appartenente alla Compagnia del Santissimo Sacramento; il leggio proveniente dalla Chiesa della Clarisse, con l’immagine di Santa Chiara; il tabernacolo in legno del 1600, proveniente dalla Chiesa dei Francescani.
Infine, i quindici Misteri del Rosario, opera del pittore cremonese Vincenzo Campi, originariamente esposti nella Cappella del Rosario, poi dipinta dal Draghi. Poi si è passati alla presentazione dei dipinti esposti alle pareti, come la tela attribuita a Luca Giordano con una stupenda cornice raffigurante San Pietro D’Alcantara che confessa Santa Teresa d’Avila; la pala del cremonese Ermenegildo Lodi, discepolo del Malosso (a sua volta celebre pittore cremonese). Attraverso i quadri, provenienti dall’Oratorio di San Rocco, si evince la situazione sanitaria di Busseto dove all’inizio del 1500 per la peste resta meno di un terzo della popolazione. Questo spiega la notevole diffusione della devozione a San Rocco, passato realmente nei nostri territori e considerato un taumaturgo contro le malattie contagiose. Un cenno è stato riservato anche al pittore Pietro Balestra, sacerdote di Busseto, di cui si conservano varie opere. Poi le tele di Giorgio Scherer. Una serata che ha arricchito tutti dal punto di vista spirituale, artistico e storico e che <ci dà l’orgoglio di abitare a Busseto, già capitale del Ducato dei Pallavicino e luogo dell’incontro di Papa Paolo III Farnese con l’imperatore Carlo V, come hanno ricordato le guide.
Eremita del Po
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