"El cantoòn de San Nicola", l'antica chiesa dedicata al Santo di Bari all'angolo tra via Mercatello e via Platina. La ricerca. Il suo campanile e quello successivo dei canonici sull'abside del Duomo
Quando fu deciso di costruire il transetto sud del Duomo, i costruttori sfrattarono i canonici dalle loro abitazioni davanti al palazzo vescovile e li convinsero a costruire le loro residenze nella zona nord facendo angolo tra l’attuale Largo Boccaccino e Via Platina. In quell’area però esisteva da qualche secolo la piccola chiesa dedicata a San Nicola da Bari, santo che veniva venerato in modo particolare dai cremonesi. La chiesa che aveva l’abside verso est (l’attuale Largo Boccaccino verso Via Platina) e la facciata verso Ovest (Piazza del Duomo) con il fianco su Largo Boccaccino verso Via Mercatello) venne quindi demolita (forse rimase in piedi solo il piccolo campanile utilizzato con i rintocchi della campana per chiamare alle varie funzioni i canonici). Mentre di tutte le chiese che sorgevano al posto dell’attuale Duomo non si hanno memoria nelle tradizioni cremonesi, di questa piccola chiesa si tramandò il nome come “ Cantòon de San Nicola”. Così venne chiamato anche nei documenti di quel periodo. Quando il vecchio campanile venne demolito forse perché ammalorato, si costruì nel 1587 un altro campanile innestato tra l’abside maggiore e l’abside minore del Duomo proprio sulle murature delle absidi con la funzione appunto di richiamare alle varie funzioni i canonici.
Nel 1495 i canonici a ricordo della chiesetta demolita, collocarono nell’ultimo altare del transetto nord ( dove ora c’è l’altare di Santa Lucia con la tela di Francesco Casella che raffigura la Madonna col Bambino, S. Anna, San Gerolamo e San Nicola da Tolentino) un trittico marmoreo eseguito da Tommaso Amici e Mirabila del Maso che rappresenta San Nicola, S.Omobono e S.Damiano ora murato prima della scala di destra che porta in cripta (Luigi Silla).
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E’ sempre nello studio dei particolari che si annidano le caratteristiche di altri dati, nomi, toponimi che, se analizzati risvegliano un tessuto che è in grado di svelarci nuovi elementi per mettere in luce fatti e luoghi della nostra città.
In questa analisi, si potrebbe per esempio partire da Tarquinio Merula, nato a Busseto nel 1595.
Merula è compositore e organista di Cremona e raggiungerà una importante fama a Venezia, Bergamo, Bologna e Ferrara.
Suo zio Pellegrino Merula è letterato e parroco presso la chiesa di S.Nicolò e S.Michele Nuovo nella zona della Contrada Giudecca ( ora Via Verdi ).
La chiesa di S.Nicolò, una delle più antiche della città, venne edificata nel 600 dopo cristo e resse 1200 anni per essere definitivamente chiusa alla fine del 1700 e si identifica oggi nel grande edificio delle Poste Centrali.
La chiesa di S.Michele Nuovo, presso Via Cavallotti, venne invece demolita già nel 1600 e venne donata ai Gesuiti per costruire poi S.Marcellino.
Soffermiamoci su Pellegrino Merula e non dimentichiamo il toponimo S.Nicolò inerente la chiesa della quale lui è il rettore nel 1600.
Nel 1620 il Merula pubblica uno scritto che dedica al Cardinale Campori, Vescovo di Cremona tra 1620 e 1640. Vescovo appena insediato e opera appena pubblicata, il SANTUARIO di Cremona “nel quale si contengono non solo le vite de santi di tutte le chiese e di quelli, i cui corpi in alcune di esse si riposano, ma anche le reliquie e cose notabili di ciascuna di esse, con l’origine de monasteri, hospedali e luoghi pii di detta città “
Merula lascia quindi una testimonianza su tutte le chiese di Cremona fornendo particolari su di esse. In una descrizione delle decine di Vicinie ( parrocchie ) della città si legge qualcosa di non facile interpretazione. Si cita alla pagina 304 del “Santuario” di una “vicinia cantoni s.nicolai che fu cura d’anime aggregata alla cathedrale e chiesa piccola demolita“.
E’ quindi ovvio che non si parli di S.Nicolò ( il toponimo è pur sempre S.Nicola ) che tra l’altro è la chiesa ove Merula Pellegrino esercita come parroco.
Qui si parla di una chiesetta di S.Nicola molto vicino alla cattedrale. Nulla a che vedere con Le Poste Centrali e San Nicolò. Si citano quindi due chiese diverse.
Curioso poi che Merula nella ultima pagina della sua opera , esattamente la pagina 336, scriva di San Nicolò. E’ stato a questo punto che ho deciso di approfondire la ricerca spostandola dal Merula ad altri scritti.
La premessa è che in una ridondanza di toponimi di santi abbinati a mille anni è davvero facile fare confusione e creare artifici alla realtà dell’epoca da porre sotto la lente di ingrandimento. Bisogna quindi fare attenzione alle fonti e se possibile confrontarle.
Un elemento di svolta è stato quello di avere trovato tracce interessanti su una piccola chiesa di S.Nicola e non Nicolò.
Innanzitutto in duomo esiste una pala di marmo bianco, accanto alla discesa per la cripta, chiaramente dedicata a S.Nicola.
Ma se la chiesetta era accanto alla cattedrale, poteva forse essere addossata ad essa in mezzo all’immondo agglomerato di casupole costituito dalla vecchissima canonica saldata alle absidi?
Un elemento ci viene fornito per deduzione da un documento del 1200. Una ordinanza del Podestà permette di porre banchi di vendita in quello che era già denominato "mercato de li frutaroli“ accanto allo “stradello marcio” ora Porta Marzia. Non siamo molto dissimili da oggigiorno, visto che in Largo Boccaccino si vende la frutta.
Ma il documento del podestà è molto chiaro e cita “cantono mercatelli et santi nicolay iuxta canonicam “. Accanto alla canonica . Un secondo documento del 1300 descrive i lavori da fare ad uno scalone della cattedrale n“ versus cantonum sancti nocolai “ .
Ma c’è poi un terzo documento molto interessante della “Fabbriceria” , l’ente autonomo che soprassiedeva alla manutenzione della Cattedrale.
Il 19 settembre del 1587 il maestro Rechanhato viene autorizzato a costruire una nuova torre campanile (torris campanellarum). Il suono della campana doveva servire a convocare i chierici o i canonici che lì risiedevano. Qualsiasi cosa ci fosse dietro le absidi, tra la vecchia canonica addossata da secoli alla cattedrale, e le casupole sparse , tutto ciò fu demolito nel 1930.
Già nel 1859 il giornale La Squilla fece un articolo dell’Ing.Luigi Dovara : “demoliamo quelle congerie di casolari informi, officine ed edifici qualunque e di ridossi. Sia questo monumento sublime nuovamente isolato , spostando il centro del piccolo commercio…”
A fine 1800 In Via delle Erbe ( ora Largo Boccaccino ) i numeri civici compresi tra 14 e 20 vennero dichiarati abbattibili. A novembre del 1933 il Duomo è isolato.
Per avere notizie ulteriori sulla chiesetta di S.Nicola non ho quindi fatto altro che analizzare le foto dell’epoca della demolizione, per cercare tracce utili.
Nelle foto in bianco e nero che ormai hanno quasi un secolo si vede chiaramente un piccolo campanile inserito nella abside centrale maggiore, con scala negli interstizi dei contrafforti.
Il campanile è stato quindi abbattuto negli anni 30 ed il tetto dell'abside rifatto.
Il campanile, saldata alle absidi del Duomo e certamente già esistente nel 1200 quando la Cattedrale fu ricostruita dopo il terremoto del 1117. La chiesetta venne poi assorbita ad uso abitativo dalle case retrostanti le absidi.
Il campanile della chiesa rimase invece li e fagocitato dall’impianto absidale dal quale venne “sradicato” durante l’isolamento (vedere articolo 20 marzo 2022).
In virtù di un isolamento monumentale fu distrutto un tessuto abitativo scadente ma specchio dei tempi e sopravvissuto almeno 800 anni.
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commenti
harry
15 gennaio 2025 09:01
Alfredo Puerari (il Duomo di Cremona - 1971) scrive che un “campaniletto stranamente impiantato nella galleria absidale maggiore …...... Esso fu costruito nel 1587 ed è da credere sia stato eretto in sostituzione di quello più antico appartenuto alla chiesetta del cantone.”
Nella chiesa di sant' Imerio nell'ultimo altare a sinistra della navata Angelo Massarotti (1653-1723) ha dipinto 'santa Teresa giunge in soccorso di Cremona'.
Alla base del quadro, a sinistra, è rappresentata una vista di Cremona murata probabilmente di fine '600, ripresa da sud-est, molto ricca di particolari. Si nota l'assenza dei finestroni dell'abside centrale e delle due torrette. Si nota seminascosto dall'abside centrale un campaniletto di foggia completamente diversa da quello demolito durante l'isolamento del Duomo. Non è una fotografia, è un dipinto, ma la dovizia di particolari rappresentati visibili ancora oggi, fa pensare che la demolizione della vecchia torre e la costruzione di quella impiantata nell'abside sia successiva al 1587.