Trent'anni fa esposti i capolavori del Manfredi danneggiati dalla bomba mafiosa dei Georgofili. Vennero restaurati grazie alla Provincia di Cremona e al Comune di Ostiano. La loro storia
Un anniversario dimenticato e del quale i cremonesi dovrebbero andare orgogliosi: trent'anni fa (era il 24 marzo 1995) vennero esposti al Museo Civico di Cremona due capolavori di Bartolomeo Manfredi (a lungo ritenute opere del Caravaggio) gravemente danneggiati dall'attentato mafioso di via dei Georgofili. Erano stati interamente restaurati grazie all'Amministrazione provinciale di Cremona (presieduta da Giancarlo Corada), dal Comune di Ostiano (dove il Manfredi nacque nel 1582) guidato allora da Serafino Moglia e dal Gruppo di Impegno "Bartolomeo Manfredi" sempre di Ostiano.
A Firenze, infatti, nella notte del 27 maggio 1993 il silenzio venne improvvisamente squarciato all’1,05 da un boato assordante. una macchina parcheggiata in via dei Georgofili, a due passi dalla Galleria degli Uffizi, saltò in aria; era imbottita con quasi 300 kg di esplosivo. Venne distrutta la Torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili, frantumati tutti i vetri della Galleria degli Uffizi e del Corridoio Vasariano, oltre che di tutti gli altri edifici circostanti. In quel vile attentato mafioso morino anche 5 persone, 40 restarono ferite e venne danneggiato il 25% delle opere esposte nelle gallerie. Tra le oltre duecento opere danneggiate gravemente vi erano anche capolavori di Bartolomeo Manfredi tra cui "La disputa con i dottori" e il "Tributo a Cesare" che Provincia e Ostiano vollero contribuire a restaurare. Nell'attentato andò distrutto un altro quadro del Manfredi "Il Concerto" mentre un'altra opera del ‘600 dell’artista di Ostiano Bartolomeo Manfredi che rappresentava sei giocatori di carte e il cui titolo è appunto “I giocatori di carte", pur in 500 frammenti è stato recuperato dopo 25 anni di lavoro meticoloso della restauratrice Daniela Lipp e la tela è tornata a splendere il 26 maggio 2018 nell’auditorium Vasari degli Uffizi. Purtroppo, nonostante il paziente lavoro di ricomposizione del puzzle, molti pezzi sono andati perduti per sempre, tuttavia il restauro ha mantenuto un forte valore simbolico, in quanto si riteneva che "I giocatori di carte" si trovassero tra le opere perdute per sempre. Invece grazie al lavoro di quelle persone che sfidando il fumo e la polvere entrarono subito tra le mura sventrate, lavorarono senza sosta e riposo per settimane, e affidandosi all’istinto e all’intuizione raccolsero anche pezzetti di tela all’apparenza insignificanti e inutilizzabili, quel capolavoro è stato salvato.
Gli altri due capolavori invece vennero restaurati, appunto grazie al contributo cremonese, ed esposte dal 24 marzo al 9 aprile 1995 al Museo Civico Ala Ponzone. "La disputa con i dottori" (olio su tela di cm. 129,5 x 190) presentava molte lacerazioni, strappi e sfondamenti dovuti alle schegge e ai vetri scagliati contro la superficie oltre a offuscamento della superficie. "Il tributo a Cesare" (130x191) si presentava ancora più danneggiato e con molti tagli e perdite di colore dovuti alle schegge di vetro e allo spostamento d'aria che aveva fatto staccare intere parti della tela originale.
"Fra le opere della Galleria degli Uffizi restaurate dopo l'attentato del 27 maggio 1993 Cremona ritrova oggi due dei suoi Manfredi; con la soddisfazione e l'orgoglio di aver contribuito al recupero di capolavori cui si sente direttamente legata. E questa mostra, che ha un significato culturale e civile di grande importanza, assume per noi anche il valore di una riappropriazione affettiva. - dichiarò il presidente Giancarlo Corada aprendo quella mostra - Ci siamo sentiti profondamente feriti da un evento che ha recato offesa a delle vite umane (come dimenticare le vittime innocenti dell'autobomba?), ma che è stato anche un attentato alla cultura, alle radici più vere della nostra civiltà, ai valori che sostengono ciascuno di noi anche nei momenti più difficili dell'esistenza.
Come cremonesi, ci siamo sentiti particolarmente colpiti dai danni che l'esplosione ha provocato ai quattro dipinti del Manfredi conservati nel Corridoio Vasariano degli Uffizi: due tele cancellate per sempre (anche se di queste, grazie alla maestria dei restauratori fiorentini, una forse potrà essere parzialmente recuperata); due gravemente danneggiate.
Nella seduta straordinaria del Consiglio Provinciale tenutasi il 31 maggio 1993 nell'ex chiesa di San Vitale in Cremona, lo sdegno e la commozione furono unanimi; come unanime fu il desiderio di reagire a tanta violenza con la determinazione e la caparbietà della gente padana nel non cedere alle provocazioni. E la comunità cremonese ha dimostrato di non rassegnarsi.
Alla grandezza del pittore di Ostiano e di quanti a lui si ispirarono venne dedicata, nell'ormai lontano 1988, una rassegna di straordinario interesse ("Dopo Caravaggio. Bartolomeo Manfredi e la Manfrediana Methodus"). Con quella stessa premurosa sollecitudine si è cercata, e prontamente incontrata, la determinante collaborazione della Direzione degli Uffizi: nell'accogliere l'offerta di aiuto che la Provincia, il Comune di Ostiano e il Gruppo Impegno 'Bartolomeo Manfredi' avanzarono all'indomani dell'esplosione"..."Fra i modi possibili di riparare all'offesa che, colpendo Firenze e la Galleria degli Uffizi, ha colpito l'emblema della cultura mondiale, crediamo possa degnamente collocarsi questa nostra fatica".
Nelle foto le due tele prima e dopo i restauri. Le stuccature bianche evidenziano le perdite di colore originale. Poi un particolare del "Tributo" restaurato e una immagine dell'attentato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti