17 giugno 2022

Un'Accademia Bizantina perfetta ha condotto Ulisse alla ricerca della sua meta sul Po. Buon avvio del Festival Monteverdi

In una Cremona dalle temperature proibitive, si aprono le porte del Monteverdi Festival 2022.

Alla ribalta al Teatro  Ponchielli una delle “Ferrari” della musica antica, l’Accademia Bizantina di Ottavio Dantone.

A guidare la regia di questa nuova produzione tutta cremonese Luigi De Angelis.

Le scene, realizzate in collaborazione con gli allievi del liceo artistico dell’Istituto Stradivari di Cremona sono ulteriore valore aggiunto e rappresentano l’intenzione più volte manifestata dal sovrintendente Cigni di coinvolgere i giovani, avvicinarli a questo luogo sempre più considerato marginale e “per pochi” dall’opinione pubblica.

Lo spettacolo gioca fin da subito sulla demolizione dello spazio scenico inteso come da tradizione. Già la posizione dell’orchestra ai margini della platea e sullo stesso piano lasciava presagire un intento di coinvolgimento. Sfatato ogni dubbio quando L’Umana Fragilità, Il Tempo, La Fortuna ed Amore hanno intonato le proprie battute dalla platea, stupendo gli astanti colti di sorpresa da questo espediente registico. A rimetterci, in questa scelta, è stato il pubblico nei palchi più alti, in galleria ed in loggione, che non sempre riuscivano ad avere chiara la voce quando i cantanti erano in movimento direzionati dalla parte opposta a quella dell’ascoltatore. L’acustica del teatro è infatti studiata per rendere la voce udibile a tutti dal proscenio.

Dalla proiezione iniziale che riprende in video un Ulisse abbandonato in cerca di una meta sulle rive del Po, abbiamo anche colto l’intenzione duplice di attualizzare la narrazione fra i nostri luoghi e di portare le coscienze nello stesso universo del libretto.

Dantone è sicura guida col gesto e precisissimo nei recitativi accompagnati al clavicembalo. L’allestimento firmato Fanny & Alexander mostra quell’essenzialismo modaiolo, efficace ma a volte un poco didascalico, in ogni caso ben realizzato anche grazie alla preziosa collaborazione dei ragazzi dell’Istituto Stradivari.

De Angelis gioca su alternarsi di videoproiezioni in sfondo, veli e movimenti scenici lenti, plastici, eccezion fatta per la scena finale del quarto atto in cui Ulisse uccide con l’arco Antinoo, Anfinomo e Pisandro correndo fra le file della platea.

Solido Mauro Borgioni che dipinge un Ulisse carico di espressività e drammaturgicamente efficace. Bene anche la Penelope descritta da Delphine Galou. Espressivo ed interessante il Anicio Zorzi Giustiniani nei panni di Telemaco.

Bravo Luigi Morassi nel ruolo di Eumete, divertente e ricercato l’Iro di Bruno Taddia.

Qualche piccolo problema di intonazione nell’Eurimaco di Alessio Tosi, forse causato dal continuo dover camminare per la platea come da indicazioni registiche, che però ben recupera in incipit di seconda parte. Coesa e ben articolata la seconda scena del terzo atto. Bene Antinoo (Roberto Lorenzi), Anfinomo (Francisco Fernandez Rueda), Pisandro (Enrico Torre), Eurimaco  e Penelope (Delphine Galou).

Completano una buona prova anche Raffaella Milanesi (Giunone), Vittoria Magnarello (La Fortuna), Gianluca Magheru (Giove), Federico Domenico Eraldo Sacchi (Nettuno), Giuseppina Bridelli (Minerva), Paola Valentina Molinari (Amore), Gaia Perrone (Melanto/l’Humana Fragilità). Nel cast anche la cremonese Anna Bessi nel ruolo di ericlea. 

Le scelte registiche sono in alcuni casi apparse troppo concettuali, inaccessibili a chi non avesse studiato le note sul programma di sala, ed hanno un poco distratto dal testo e dalla narrazione. Scenografie essenziali, pochi oggetti di scena, hanno inevitabilmente spostato il peso della responsabilità sulla qualità del cast vocale e strumentale.

Costumi inusuali ma visivamente molto differenziati hanno ben delineato i personaggi immaginati da Chiara Legani.

La sala è sempre stata coinvolta nell’opera anche grazie alla nuova illuminazione realizzata con il contributo di Sperlari. Il Ponchielli è quindi stato continuamente avvolto da luci soffuse, colorate, talora anche intense.

Un’Accademia Bizantina da disco ha guidato questo viaggio di Ulisse attraverso il piacere di una prassi musicale perfetta, coerente e mai noiosa. 

Ottavio Dantone ha condotto un Ulisse da manuale al quale la sala ha, meritatamente, tributato numerosi applausi. 

Un buon inizio per questo Festival Monteverdi 2022 che ha un folto calendario di eventi da vivere e scoprire dedicati al nostro illustre concittadino. 

Fotoservizio Gianpaolo Guarneri (Fotostudio B12)

Loris Braga


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