Un successo il sabato del Fai nonostante la pioggia. La commozione nel visitare il capolavoro del Massarotti in San Benedetto. Oggi si continua
L'accesso è soltanto per gli iscritti al Fai (ci si può iscrivere anche all'ingresso) ma è la commozione che prende chi entra in San Benedetto nell'ammirare lo straordinario affresco del Massarotti in via dei Mille, meraviglia dimenticata di Cremona. E poi il primo tratto degli spazi dell'ex convento che il Sovrintendente Gabriele Barucca sta tenacemente recuperando per farne la prestigiosa sede dell'archivio di Stato restituendo alla città un gioiello. Infatti dopo il trasferimento del Centro studi economici e aziendali in seguito alla scomparsa del professor Luigi Masserini, nessuno ne ha più parlato, ma nell’ex chiesa di san Benedetto è nascosto un tesoro che rischia di essere totalmente dimenticato e danneggiato dalle infiltrazioni d'acqua. L’edificio appartiene ancora al demanio statale, che lo aveva concesso in comodato gratuito al Comune di Cremona. Poi se ne era ventilata la vendita all’asta, che avrebbe coinvolto anche l’altro complesso adiacente dell’oratorio di Sant’Ilario. Di fatti in questa ridda di ipotesi a farne le spese è stato l’affresco di Angelo Massarotti che raffigura la Gloria di San Benedetto, dipinto prima del 1702. E proprio la presenza dell’affresco è all’origine delle varie difficoltà incontrate nel trovare una destinazione univoca alla chiesa dell’ex monastero benedettino.
L'affresco fu restaurato nel 1986 da Marcello Bonomi di Nembro di Sotto, grazie ai fondi del Rotary Club cremonese, in occasione dei 60 anni dalla fondazione, per volontà del presidente di allora, Piero Negroni, sostenuto, fra gli altri, da Bruno Solzi e altri soci. Il restauro venne consegnato alla città nella persona del sindaco Zaffanella, il 10 maggio 1986. All'epoca era previsto il recupero funzionale del complesso di San Benedetto mediante il completo utilizzo, sia della chiesa esterna, sia di quella interna. La sistemazione indicata nel progetto dell'epoca prevedeva una sala principale, sale, salette, locali vari, per accogliere con comoda razionalità manifestazioni di ogni tipo. Inoltre si voleva anche l'insediamento al primo piano di un Centro per il restauro degli strumenti a corda e decorazioni lignee. Il progetto del restauro e recupero funzionale della chiesa di S. Benedetto e locali annessi era stato preparato dall'arch. Sergio Renzi in collaborazione con gli arch. Nayla Renzi e Tiziano Zanisi. Purtroppo quella lodevole iniziativa si arenò ben presto, tanto che fu asportato il pavimento per la posa di quello in marmo previsto dai progettisti, ma tutto rimase allo stato rustico, come si vede anche oggi, dove rimane solo la gettata di cemento di preparazione. Nuove speranze per il complesso si hanno nell’aprile del 2002, quando viene approvato il progetto del Parco dei Monasteri con il recupero dei monasteri di Santa Monica, San Benedetto, Corpus Domini e Santa Chiara realizzato da Massimo Terzi. Dal restauro del 1986, in assenza di una costante manutenzione ed areazione dell’ambiente la situazione è andata degradandosi, a causa della mancata cura del tetto, e delle precipitazioni atmosferiche. A tutto questo si è aggiunta la nevicata del febbraio 2015, che costituita da neve pesante e bagnata, aveva trascinato molti coppi fuori sede. Il risultato finale è la precarietà della copertura e il conseguente degrado dell'affresco del Massarotti. Per quest’opera ebbe parole di apprezzamento monsignor Franco Voltini: “Certamente in S.Benedetto altre sono le proporzioni e altro è lo sviluppo da "gran teatro" consentito al pittore dalle dilatate superfici: l'artificio scenografico della finta architettura si leva dal cornicione ricco di stucchi per comporsi in una ornatissima balconata aperta sul cielo entro cui si distribuisce l'Apoteosi. La quale, affollata in ogni parte, è tuttavia equilibrata per il dosato articolarsi dei piani e il vario contrapporsi delle masse cromatiche. La composizione si snoda dal basso, a partire dalla figura di S.Gregorio Magno, il primo e più illustre biografo di S.Benedetto, per salire secondo uno svolgimento a spirale che, andando verso sinistra, comprende altri tre papi, certo appartenenti all'Ordine benedettino; assicura ovviamente sulla destra un posto di evidenza a S.Benedetto, alla cui spalle è la sorella S.Scolastica, mentre sullo sfondo appare significativamente l'immagine di Mosè con le tavole della Legge; piega di nuovo a sinistra dove emerge la Vergine da un gruppo di Santi tra i quali si riconoscono S.Giuseppe e il Battista; si conclude al vertice con la visione di un luminoso empireo nel quale è collocata la SS.Trinità. In funzione di completamento e di legame compositivo molte altre figure di santi si accompagnano, su diversi piani, a quelle più eminenti, con il consueto corteggio d'Angeli librati tra le nubi e le improvvise aperture del cielo. Ma il dovizioso repertorio iconografico, che abbiamo solo individuato nelle componenti di maggior rilievo, resta tutto da identificare in una ben più approfondita indagine, che tenga conto, naturalmente, dei fattori storico-religiosi caratterizzanti soprattutto l'ambiente locale nel tempo in cui la grande impresa pittorica veniva commissionata ed eseguita”.
Tanta gente anche per le altre tappe del Fai in provincia. In città con la chiesa di San Facio (Il Foppone) e con il magnifico Palazzo Raimondi. E poi la sorpresa dello splendido palazzo Turina a Casalbuttano e le sue straordinarie sale affrescate. E a Crema con la possibilità di visitare il Palazzo Terni de Gregory e il Palazzo Vescovile già sede della Notaria.
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