13 ottobre 2024

Uno straordinario itinerario d'arte e di fede tra le santelle (molte bisognose di restauro o quasi perdute) nelle antiche strade di Cremona

Sarà capitato a molti cremonesi di camminare in vicoli silenziosi del centro e di imbattersi in immagini sacre poste in angoli nascosti, domandarsene le origini e la collocazione. Sono le cosiddette Santelle che appaiono a decoro e abbellimento di vie spesso sconosciute e poco esposte al traffico cittadino. La loro origine prende spunto dalle edicole votive. Le edicole sono tempietti dove in origine venivano miniaturizzate statue, divinità, raffigurazioni sacre.

Spesso in epoca romana tali edicole erano alloggiate nella casa e divenivano tempietti domestici. Solo dopo il mille, con il culto cristiano, tali tempietti votivi vengono collocati anche nelle strade, presso incroci, nelle campagne, su alcuni muri di abitazioni.

Servivano in epoca medioevale soprattutto a rincuorare le anime di passaggio per una religiosità fervente che si affidava alla preghiera in caso di avversità popolari come guerre, carestie, peste.

Erano presenti in varie parti del territorio italiano con diverso nome: Santella in Lombardia,  Maestà in Emilia, Capitello in Veneto 

In altre località vengono definite cappellette, tabernacoli, sacrario.

Nel 1600 circa un terzo degli edifici cittadini di Cremona è adibito ad attività ecclesiastiche. Trattandosi di Chiese, Monasteri, Sacelli, Chiostri, Chiesuoli  è  facile immaginare vi fossero disseminate parecchie edicole o Santelle presso varie vie.

Quelle che rimangono oggi sono probabilmente una minima parte di quelle che fino al 1800 decoravano le vie della nostra città.

Vale la pena indagare le Santelle rimaste anche solo per un atto di memoria storica e perché certamente saranno un fenomeno purtroppo destinato all’ oblio.

Il viaggio delle Santelle in città inizia da quelle collocate accanto alle vecchie mura originali e quindi in zone all’epoca considerate periferiche rispetto ad un vicinissimo centro.

La Santella di Via Giordano

Alla fine della  Vecchia Porta Po,  ubicata fino al 1800 all’incrocio per Via Del Sale con Via Giordano, si vede una casa in stile Liberty con un piccolo tempietto dedicato alla Madonna dei Pescatori. La festa di questa Madonna è l’8 Settembre e viene detta Madonna dei Pennelli. Tale madonnina proteggeva dalle piene del Po già dal 1700 e venne rimossa dalla sua vecchia ubicazione per essere riportata su tela nel 1960 e restaurata da Carlo Acerbi.

L’ Immacolata di Via Geromini – 

Nel 1950 il proprietario e fabbro della casa d’angolo dove è esposta questa immagine, tale Montagnini, la fece sistemare in una teca di vetro della Contrada Rubra del 1500 poi detta Contrada Rossa. Abitando qui il dottor Felice Geromini, la strada divenne poi Via Geromini dal 1887.

Madonna del Latte di Via Dulcia –

Nel 1906 il signor Moroni volle una abitazione in stile liberty svizzero. La casa fu detta “del dragone” ed era costituita da finestre molto particolari con una sottostante madonnina.

Murales Crocefisso di Via Bissolati – Angolo Via Dei Mille.

Nel 1844 Giacomo Filiberti, proprietario del muro, volle conservare affresco tramite parere di tale esperto Parisi.  Nel 1938 un certo Visaglio  (abitante al n.51 di Via dei Mille ) ristrutturò il Cristo e due figure laterali che poi sparirono nella ristrutturazione del 1970 di Misani e Ferraroni.

Il S.Facio di Via Aselli – 

Nella vecchia Contrada dell’ Ospitale, in zona S.Maria della Pietà una immagine di un santo che elargisce elemosine spesso interpretato come S.Omobono, santo laico di Cremona. Pare invece sia stato appurato essere S.Facio da Verona, anche egli laico, fondatore del primo ospizio per malati in quella zona.

L’immagine fu riestaurata da Gianni Toninelli nel 1990.

La Madonna di Corso Vacchelli

Nel lato della Chiesa Della Santissima Trinità, svoltando a sinistra alla discesa di Via Speciano, si nota un rientro nel muro della chiesa con una piccola loggia.

Probabilmente una immagine settecentesca di una madonna con bimbo. Ci sono dei fori attorno alle teste a manifestare una possibile corona posta in capo.

La via era la normale espansione est della città che terminava alla fine di Via XX Settembre con la Contrada S.Gallo.

La madonna di Via Gerolamo da Cremona - 

Salendo da Via Speciano per andare a S.Michele  si svolta a destra e si guarda in alto sul frontone della ex chiesa della Incoronata. Si nota una lunetta che rappresenta la Trinità. Potrebbe essere del 1600 e di Manfredo Lodi. La Via era detta Contrada Melia poiché abitata dalla famiglia Meli fino alla piazza di S.Michele.

La madonna che allatta di Via Breda

Potrebbe essere di metà del 1600 la madonna che allatta il bambino, alloggiata in una teca protetta da inferriate e vetro. Attorno è decorata in stile Barocco.

Il decoro della inferriata è di un certo Soldi . Via Breda era casa dei nobili Gallarati nel 1500 e chiesa di San Giacomo in Braida nel 1000, prima di S.Agostino.

Piazza S.Anna Angolo Via Bella Rocca 

Madonna  in teca di vetro e ben conservata. Da metà 1800 si hanno notizie di questa immagine conservata nonostante i vari lavori per demolire vecchi bastioni e rifare muro di una ortaglia che era lì ubicata. Fu restaurata da Enrico Lombardi nel 1919.

S.Giuseppe di Via Ceresole-

Immagine originale accanto via e oratorio omonimi era del 1600 ma fu rifatta nel 1931 da Giuseppe Tomè.  La zona era canonica del Duomo e casa parrocchiale.

La madonna di Via Patecchio –

In angolo alla Via Galantino, dove in epoca 1200 era magazzini del sale, si vede una consunta figura di Madonna con bambino , è ormai  impossibile stabilire altro.

La figura ormai sbiadita è ubicata al civico 17.

Via Gonfalonieri –

Presso Albergo Duomo , al civico n.13 la casa prima Bonezzi, poi Barbieri e adesso Albergo-Ristorante spicca una facciata di Madonna Incoronata. L’oste Pietro Bonezzi volle la copia di una xilografia settecentesca della Madonna del Popolo e la fece eseguire nel 1910. Nel 1970 la ristrutturazione toccò al nuovo proprietario Barbieri Bruno che la fece ritoccare da Giuseppe Rossi . La Madonna del Popolo in origine era una madonna lignea poi dipinta a colori e vestita all’uso del 1600 Spagnolo.

La Madonnina del Rosario di Via Carnovali Giovanni il Piccio 

Una amara considerazione su quanto resta di una santella con tettuccio in legno e lamiera ormai contornato da edere e rampicanti. Si trattava di una Madonnina del Rosario ma la incuria di anni la ha letteralmente sfigurata rispetto a come poteva presentarsi in modo suggestivo sul muro della ex Caserma S.Martino. La Contrada cinquecentesca del Grugno ha perduto per sempre la sua santella.

La Madona d'i Pumm di piazza Stradivari

In platea Parva (piazza Stradivari) un affresco di Carlo Vittori detto Madona d'i pumm.

Una Beata Vergine conservata anche dopo la ristrutturazione dello stabile sopra i portici accanto alla Torre del Capitano.

Ristrutturata nel 1925 da Giuseppe Galeati. Attualmente il dipinto è circondato da una cornice di mattoni a vista

Maurizio Mollica


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commenti


Marcella fenti

13 ottobre 2024 12:37

Buongiorno, comunico che se d'interesse, il Gruppo fotografico beltrami-vacchelli ha realizzato una mostra fotografica storico-documentaria sulle santelle di Cremona. Alcune di esse sono state studiate dalle docenti Elena Contucci e Giuseppina Ghisi nel 1980. Quindi abbiamo le fotografie dello stato delle santelle in quegli anni. Se può interessare al fine di una pubblicazione, potete contattarci all'indirizzo di posta elettronica indicato. Buona giornata