Via al recupero della corte di Fossa Guazzona (Torre de' Picenardi) della famiglia Boccoli-Boschetti per un nuovo percorso turistico tra arte e campagna
Una corte ultrasecolare dove antichi saperi, tenace laboriosità, cultura e tradizione del territori, in un vero e proprio contesto etnografico intrecciano le loro radici con la storia, quella di un passato importante fatto di Casate che sono state protagoniste, in prima fila, delle vicende delle nostre fertili pianure. Il territorio cremonese, cremasco e casalasco abbonda di corti e cascine che meriterebbero interi libri per descrivere e illustrare il loro passato. Molte sono ancora oggi in piena attività, altre ancora hanno purtroppo conosciuto il decadimento e l’abbandono. Infine, altre ancora, sono risorte o stanno risorgendo grazie alla tenacia, alla lungimiranza ma, soprattutto all’amore per il territorio, di chi ha la fortuna (ma anche l’onere) di possederle e mantenerle.
Una di queste è la corte di Fossa Guazzona, fino a pochi anni fa frazione di Cà d’Andrea, oggi di Torre de' Picenardi per la quale è in corso un significativo recupero. Che va oltre la sua storicità e guarda al futuro, allo sviluppo turistico di un territorio dove forse, fino a non tanto tempo fa, parlare di turismo poteva suonare come pura fantasia. Oggi si va a delineare come una vera e propria potenzialità, come obiettivo e opportunità da non lasciarsi sfuggire. A favore dei giovani, a favore delle nostre famiglie, di un territorio che deve saper guardare oltre i propri confini ed i propri localismi.
Fossa Guazzona, luogo che un tempo faceva anche comune, non è che un villaggio di poche decine di abitanti, immerso nella pianura, con una storia importante che affonda le proprie radici direttamente alla terra e all’acqua. In particolare, in quella fetta di terra che si estende tra quei minuscolo centri che sono Isolello, Ronca dè Golferami, Ca’ d’Andrea, Pieve San Maurizio, Derovere e la stessa Fossa Guazzona, sono ancora presenti e ben visibili tracce della centuriazione primigenia del 218-223 a.C. dei primi coloni della Gallia. Di fatto, in buona sostanza, il panorama è pressoché lo stesso da duemila anni.
Fu sede di comune sino alla fine del 1867 e con Regio decreto datato 14 novembre 1867, venne soppresso. “Decreto – si legge ancora nel documento - col quale i Comuni di Brolpasino, Breda Guazzona, Fossa Guazzona, Pieve S. Maurizio, Ronca de' Golferami e Casanova Offredi sono soppressi, ed aggregati a quello di Ca' d'Andrea". Se dell’antico oratorio del paese non resta che lo “scheletro”, con crolli sempre più evidenti e non sembra prevedibile un suo recupero, ecco che invece sta tornando a “nuova vita” la storica corte, che alle spalle ha almeno tre secoli di vita (ma sono in corso ricerche che stanno già dimostrando che il passato affonda le sue radici molto più indietro nel tempo), e da qualche tempo è passata nelle mani di Carmelita Boschetti, che insieme al marito Andrea Boccoli ed ai figli Thomas e Fabio ha deciso di puntare sulla valorizzazione, sulla tutela e sulla conoscenza di questo luogo. Non trincerandosi tra le sue antiche mura ma, anzi, aprendole a tutti coloro che desiderano conoscere, apprezzare e vivere questi luoghi. Che, pur privati, sono di tutti. Sono patrimonio di questa terra, appartengono alla sua storia, ne sono protagonisti: anche e soprattutto guardando al futuro.
A chi scrive queste righe è stata data la possibilità di accedere alla corte, di conoscerla in ogni sua parte. Senza segreti, spalancandone tutte le porte ed aprendo così, finalmente, una grande finestra su un luogo ai più sconosciuto, dove tutto ancora, tra affreschi, colonne e suggestive architetture parla dei fasti di un tempo, compresi quelli legati alla famiglia Pallavicini di cui spiccano ancora i ricordi nell’araldica rappresentata in una delle sale. Di questo luogo immerso nel cuore della campagna lombarda ne parla anche il sacerdote Angelo Grandi nella sua Descrizione della provincia e diocesi cremonese soffermandosi sulla vicina Cascina La Pila. Uno scritto prezioso dal quale si evince che il caseggiato è stato al centro di importanti lavori di ricostruzione che hanno riguardato anche la chiusura della gran fossa (da qui, evidentemente, il nome di Fossa Guazzona) che lo circondava. Inoltre, nei terreni limitrofi, come riporta sempre lo scritto di don Grandi sono state ritrovati, nel tempo, numerosi reperti, che fanno portare a ritenere che il luogo, in passato, è stato, con ogni probabilità, anche un campo di battaglia. Non è escluso, ma anche su questo sono in corso ricerche ed accertamenti, che vi siano legami significativi con la figura del celebre e spietato condottiero Cabrino Fondulo.
Di certo è noto che la corte è stata al centro, nel 1830, di importanti interventi che ne hanno modificato l’aspetto originario (che inizialmente era quello di un grande palazzo quadrangolare) e che, al termine della seconda guerra mondiale, è stata capitozzata la torre di guardia di cui restano comunque, ancora oggi, evidenti e significative tracce.
Di spicco poi la spettacolare stalla, più simile a una cattedrale o a un tempio dove gli attuali proprietari intendono realizzare un grande museo etnografico e della civiltà contadina legato, indissolubilmente, al territorio dell’Ogliopo, ridando vita ad arnesi, memorie ed oggetti che non sono solo semplici strumenti di lavoro (ancora oggi attentamente e amorevolmente conservati) ma giacimenti e simboli di un passato glorioso: che è il nostro, di tutti. Stalla il cui recupero ha già fatto passi importanti in vista della nascita di questo museo che non sarà solo il gioiello di corte ma il punto base della ripartenza: quella di una corte che vuole rinascere con stile e con slancio. Da protagonista, nel campo dell’accoglienza, della cultura, inserendosi e, perché no, facendo da apripista ad una serie di percorsi nel segno, già tracciato, della storia e dei saperi di una terra che ha tanto da dire e da mostrare. Questo è il sogno, realizzabilissimo per altro, di Thomas Boccoli, che insieme a tutta la sua famiglia, si sta cimentando in questa nuova ed esaltante esperienza,a beneficio di tutti. Per ridare vita ad un luogo ricco di fascino e di prestigio, le cui mura sono impregnare di storia e di vicende umane e, chissà, gettando le basi per una serie di percorsi nel verde, da mettere a disposizione di tutti coloro che optano (e non sono pochi) per un turismo alternativo, in luoghi non di massa, per quella pace che sanno offrire, tra silenzi e sapori, profumi e paesaggi unici e suggestivi. Se i nostri territori vogliono compiere il salto di qualità decisivo devono saper andare oltre gli “steccati” comunali, provinciali e regionali. Anche attraverso la creazione di pacchetti e percorsi comuni, di cui la storia deve essere la base. La storia, di questa terra, è fatta anche e soprattutto di straordinarie, antiche e suggestive cascine e corti agresti.
Ecco allora l’appello, rivolto a tutti: spalancate le porte ed i cancelli delle vostre cascine. Seguite l’esempio della famiglia Boccoli-Boschetti, dando a tutti la possibilità di conoscere, vivere ed entrare nelle vostre corti, anche quelle più marginali e, magari, meno conosciute. Chi scrive queste righe è a disposizione di tutti coloro che intendono farlo con l’obiettivo anche di creare un archivio storico e fotografico di queste corti e gettare anche le basi per lo sviluppo di percorsi che, di fatto, sono già lì, pronti e realizzati: basta metterli a sistema e farli conoscere. Anche i mezzi di divulgazione, in questo senso, rivestono un ruolo importante. Chi scrive queste righe è a disposizione, per scrivere e fotografare guardando ad un domani che può essere fatto non solo di sogni ma di nuove, gustose e speciali realtà per il rilancio autentico dei nostri territori.
Eremita del Po
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commenti
Lilluccio Bartoli
27 dicembre 2024 13:38
Disvelare i millanta patrimoni celati in queste campagne, sembra riesca bene a questo giornalista, cosa estendibile anche alle foto e ancor di più all'esortazione di fargliene trovare altri, cosa che abitualmente nessuno fa, dato che è in auge lo sport del prediligere e tenere il benessere per sè mentre un tempo la povertà si divideva con tutti. Volendo £o $i potr€bb€ leggere come..."Il danaro è un ottimo servitore ed un pessimo padrone."
Luana
27 dicembre 2024 14:44
Ancora una volta GRAZIE a Paolo per farci scoprire i tesori nascosti del nostro territorio.....ma un ringraziamento è doveroso alla famiglia Boschetti - Boccoli per l'intraprendenza e il coraggio.......BRAVI .....