4 maggio 2021

Anniversario senza celebrazioni: 350 anni fa nasceva Guido Grandi, grande matematico cremonese del '600 tra curve e coniche

Tra i grandi anniversari che rischiano di passare sotto silenzio c’è anche quello dei 350 anni dalla nascita di uno dei più grandi matematici del Seicento: il camaldolese Guido Grandi. Al momento della sua nascita, avvenuta a Cremona  il 1° ottobre 1671, venne chiamato Francesco Ludovico ed adottò il nome di Guido solo al momento dell'Ordinazione nei Camaldolesi all'età di sedici anni. Grandi fu uno dei più grandi matematici del suo tempo, come testimoniano gli scritti ma anche il suo corposo epistolario, di cui sono pervenute circa quattromila lettere, conservate oggi alla Biblioteca universitaria di Pisa, testimoni dell'importanza, della statura scientifica e dell'eccletticità di interessi del padre il quale corrispose con scienziati quali Alessandro Marchetti, Antonio Magliabechi, Eustachio Manfredi e Antonio Vallisneri considerati tra i più illuminati del loro tempo. A ventotto anni, nel 1699, Grandi pubblicò il suo primo contributo scientifico riguardante le volte sferiche e cilindriche quadrabili che gli valse la nomina a lettore di teologia in un monastero romano, dove iniziò la corrispondenza con il matematico gesuita padre Tommaso Ceva e soprattutto, nel 1700, il ruolo di professore straordinario di filosofia nell'Università di Pisa cui fece seguito nel 1706 l'ordinariato. Nel 1714, all'età di 43 anni, ottenne la Lettura di Matematica, succedendo ad Alessandro Marchetti e nel 1716 ricevette il titolo di abate da papa Clemente Xi, che lo stimava molto e che si era avvalso di lui per effettuare alcune perizie idrauliche. 

Ma la notorietà più duratura venne a Grandi dalla pubblicazione di un opuscolo nel 1728, intitolato “Flores geometrici et Rhodonearum et Cloeliarum descriptione resultantes”, dove per rodonee si intendono delle curve piane che hanno la forma di fiori a uno o più petali, mentre le “clelie” (dal nome della contessa milanese Clelia Grillo Borromeo cui il libro era dedicato) son curve sferiche anch'esse di forma floreale. Da queste due Grandi faceva derivare il suo modello matematico e meccanico per spiegare la genetica vegetale, convinto che la struttura di un fiore dovesse avere una matrice matematica, fissata in microstrutture negli stami, che poi si sviluppa sotto l'influsso di forze interne ed esterne. 

Un altro grande tema affrontato dal Grandi fu quello delle sezioni coniche di Apollonio di Perga. Nei tempi moderni la sua dottrina si era accresciuta in conseguenza delle nuove conoscenze acquisite dalle scienze fisiche e matematiche in settori come l'ottica, la scienza balistica, la misurazione del tempo, l'astronomia e l'architettura con la nascita degli archi e delle volte per cui, in conseguenza della nuova importanza delle sezioni coniche, delle corrispondenti curve ed equazioni, determinata anche a livello empirico, si rendeva necessario un aggiornamento ed un'integrazione con il nuovo sistema di conoscenze in modo da rendere il tutto fruibile anche per lo studio scolastico. E questo fu il compito che si assunse Guido Grandi, tanto che il suo manuale fu apprezzato al punto tale da venire utilizzato regolarmente per mezzo secolo. 

Lo stesso avviene con Euclide, la cui lezione è alla base dell'insegnamento matematico di Grandi. Secondo l'abate cremonese di questo tipo di istruzione hanno necessità non solo i fiolosofi ed i cultori delle scienze fisiche, ma anche i teologi. Nel 1729 padre Grandi fu fatto Visitatore generale dell'ordine Camaldolese fino al 1734, quando fu restituito alla sua carica abbaziale a Pisa. L'anno seguente papa Clemente XII gli conferì il titolo di “ex generale” che gli consentiva diverse esenzioni e privilegi anche all'interno della stesa comunità monastica. Tuttavia questo non gli evitò nel 1738 di cadere “In uno stato miserabile per aver troppo affaticato la testa ne' suoi profondissimi studj, con tutto ciò si risolvè a fare pubblicare con le stampe il suo corso matematico, del quale sono già usciti alcuni tomi”. Nonostante lo stato di profonda prostrazione psicofisica Grandi continuò ad insegnare fino al 1739, quando si ritirò dopo 40 anni di insegnamento, per morire tre anni dopo a Pisa il 4 luglio 1742 a 71 anni di età.

Fabrizio Loffi


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commenti


oubaas

4 maggio 2021 08:53

Infinitamente grato d'avermi reso edotto circa l'esistenza e l'opera di questo grande conterraneo!!!!