Giorgio Bettinelli, il cremasco curioso che giro’ il mondo in Vespa, scrivendo tutto. E canto’ pure a Sanremo…
Il grande cremasco Giorgio Bettinelli (nato nel 1955, morto troppo presto nel 2008) è stato scrittore e giornalista, divenne famoso con la pubblicazione di In Vespa, libro dove narrava il suo primo viaggio su due ruote da Roma a Saigon. Vespista per caso, da allora non si è più fermato e ha realizzato viaggi che lo hanno portato in tutto il mondo: dall’Alaska alla Terra del Fuoco, dall’Australia al Sudafrica, dal Cile alla Tasmania, attraverso Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania. Dal 2004 viveva in Cina. Feltrinelli, oltre a In vespa. Da Roma a Saigon (1997), ha pubblicato Brum brum. 254.000 chilometri in Vespa (2002), Rhapsody in black. In Vespa dall’Angola allo Yemen (2005), La Cina in Vespa (2008) e, nella collana digitale Zoom, Turkey: a travel survival kit (2013).
Tanti anni fa, per un soggiorno di otto mesi in un villaggio indonesiano, a Giorgio da Crema, fu regalata una vecchia Vespa. Fino ad allora non aveva mai guidato un veicolo a due ruote.
Ebbene, nacque subito il grande amore, da quel momento non ha mai smesso di viaggiare con lei: Indonesia, Bali, Java e Sumatra sono state le sue prime tappe, prima di tornare in Italia, punto di partenza di un nuovo, epico viaggio: da Roma appunto a Saigon.
Bettinelli e la sua vespa macinarono ben 24.000 chilometri in sette mesi, un'avventura in solitaria dall'Italia al Vietnam, attraverso otto paesi - Grecia, Turchia, Iran, Pakistan, India, Bangladesh, Birmania, Tailandia e infine Vietnam - e un'infinità di luoghi mitici come Istanbul, Teheran, il deserto del Baluchistan, Calcutta, Rangun e Hanoi.
Inquieto, curioso, innamorato della vita, dei viaggi, della musica, della scrittura come terapia dell’anima, il frizzante Giorgio, verso la fine degli anni Settanta, prima di dedicarsi al viaggio, partecipo’ al Festival di Sanremo. Già, col gruppo Pandemonium, nel 1979, perse parte alla kermesse sanremese con la canzone ‘Tu fai schifo sempre’. Come cantautore poi pubblico’ alcuni 45 giri, ma è nella scrittura da viaggio che la sua arte, probabilmente trovò modo di uscire. Animato da questo fuoco, col vespone attraverso’ il globo terrestre. Nel suo ultimo tour in Cina, precisamente a Jinghong, a modo suo, Giorgio morì per un malore improvviso alla giovane età di 53 anni. Proprio mentre stava preparando un altro libro, stavolta sul Tibet.
Ha scritto di sé senza censure, anzi come ripeteva lui stesso: “Senza indulgenza e senza pietà verso me stesso. Il presente è molto più vivo nel futuro, quando è già passato. Viaggiare in un certo senso è una droga: dà dipendenza e crisi di astinenza”.
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