Ricordo di Jannacci, il disco di Mina del 1977 e le lezioni di dialetto milanese a Ugo Tognazzi per "Romanzo Popolare"
Dieci anni fa, il 29 marzo, ci lasciava uno dei più grandi personaggi della musica e dello spettacolo italiano. Enzo Jannacci, cabarettista, comico, cantante, autore, pianista, medico, ha segnato la storia musicale del dopoguerra con una verve ironica capace di conquistare milioni di persone. Nel 1977 Mina gli dedicò un album tributo di dieci brani in cui la tigre di Cremona reinterpreta i brani del cantautore milanese. La raccolta "Mina quasi Jannacci" venne inizialmente venduta in abbinata ad un altro album della cantante cremonese, "Mina con bignè". Più recentemente Cremona ha omaggiato il grande artista con un'edizione di "Back To School: Back to Jannacci", che ha visto nel 2014 la partecipazione del figlio Paolo, musicista a sua volta. A dieci anni dalla scomparsa la sua arte affascina ancora le giovani generazioni che si uniscono agli ascoltatori più maturi nell'inevitabile sorriso che ciascuno dei suoi brani riesce ancora a strappare.
Nella memoria collettiva di Enzo Jannacci a Cremona rimane uno splendido concerto alla Palestra Spettacolo (forse nel 1985) organizzato da Enrico Pighi. E poi un episodio che riguarda il dialetto cremonese.
1974, Ugo Tognazzi doveva girare “Romanzo popolare” diretto da Monicelli. Ugo interpretava Giulio Basletti, operaio metalmeccanico milanese, attivista sindacale e tifosissimo del Milan sposato con la giovanissima Vincenzina (Ornella Muti). Tognazzi doveva spesso parlare in milanese ma il suo accento sapeva troppo di Torrazzo e di parole strascicate come si usa nel cremonese. Così, sul set, si fece aiutare proprio da Enzo Jannacci e Beppe Viola, milanesi doc, che gli insegnarono e Monicelli si ritrovò Tognazzi, un magnifico metalmeccanico milanese che parlava un perfetto dialetto meneghino.
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