Sono passate alla storia come le “Olimpiadi degli Italiani” quelle del 1932 a Los Angeles, quelle in cui il soresinese Edgardo Toetti, il miglior velocista italiano degli Anni Trenta, riuscì a conquistare la prima medaglia olimpica dello sport cremonese, il bronzo nella staffetta 4x100 alle spalle di Stati Uniti e Germania, grazie proprio al suo spunto finale che gli permise di tenere a bada tutti gli altri avversari.
Era l’Olimpiade che avrebbe anche potuto segnare il trionfo di due altri cremonesi, il ginnasta Armelloni e il canottiere Bolzoni, rimasti a casa per ragioni più politiche che sportive. L’Italia fu seconda nel medagliere alle spalle degli Stati Uniti conquistando un bottino di 12 ori, 12 argenti e 12 bronzi, un risultato che non avrebbe mai più ripetuto.
Edgardo Toetti, centometrista soresinese, pur trovandosi in quei giorni al top della condizione, non riuscì a qualificarsi per la finale dei 100 m., ma diede un contributo fondamentale per la conquista del podio con la staffetta grazie ad un’ultima frazione eccezionale dopo aver ricevuto il testimone da quello che è stato per un decennio il suo più temibile avversario in patria, il milanese Ruggero Maregatti. Castelli e Facelli gli altri due componenti la squadra.
Fu un'Olimpiade particolarmente strana soprattutto per quanto riguardava l’atletica ed in particolare le specialità che interessavano all’atleta soresinese. Fu proprio a Los Angeles, infatti, che venne introdotto il cronometraggio elettrico: partenza e arrivo registrati senza intervento umano, con un apparato detto Kirby two-eyed camera, che derivava dal primo sistema di rilevamento dell'arrivo introdotto nell'ippica da una macchina costruita dal fotografo italiano Lorenzo Del Riccio: forniva i tempi al centesimo di secondo. Tuttavia, nemmeno la Kirby riuscì a separare all'arrivo dei 100 m. Eddie Tolan e Ralph Metcalfe, entrambi accreditati di 10”38: per decidere l'oro valse il parere dei giudici di linea, che videro Tolan avanti di 2 pollici (5 cm). I tempi erano raccolti dall'ungherese Otto Misangyi, che guidava l'équipe dei cronometristi: purtroppo Misangyi si portò a Budapest tutti i dati, poi distrutti e persi per sempre in un incendio.
Accade di tutto in quel campo di atletica: nei 3000 siepi i giudici sbagliarono il computo dei giri, ne fecero disputare uno in più e si rimescolarono completamente le carte. Non andò meglio nei 200 m a Ralph Metcalfe che, per un errore di misurazione del décalage, si ritrovò un metro di handicap in più rispetto agli altri, e fu solo la tripletta USA a convincere Metcalfe, finito terzo, a non presentare reclamo.
Il francese Jules Noël, che nel disco aveva superato i 48 m, si ritrovò derubato del risultato dai giudici che persero ogni traccia del suo lancio: ripeté la prova, ma con 47,78 m. rimase al di sotto del risultato che aveva raggiunto e finì fuori dalla zona medaglia, quando probabilmente avrebbe potuto anche vincere l’argento.
Gli italiani, fortunatamente, non ebbero a lamentarsi: Beccali vinse l’oro nel mezzofondo, Ugo Frigerio, il portabandiera, si fermò al bronzo nella marcia.
Nato nel 1910, Edgardo Toetti fu talento assai precoce al punto di riuscire ad imporsi già nel 1928 ai Campionati Italiani nei 100 m., meritandosi così la convocazione per i Giochi Olimpici di Amsterdam 1928, ove purtroppo venne eliminato in batteria sia nelle due prove della velocità quanto nella staffetta.
Nell’intervallo tra le due Olimpiadi fu quasi imbattibile in Italia e memorabile fu il suo prolungato duello con l’altra stella dello sprint italiano, Ruggero Meregatti: una rivalità condita dal fatto che entrambi gareggiavano per società milanesi. Meregatti vestì la maglia del G.S. Officine Meccaniche nelle stagioni 1927/28; Toetti fu con il G. S. Italia fino al ‘32, poi con la Pro Patria.
Di cinque anni più anziano, “El Meregat” era apparso improvvisamente alla ribalta nel 1924 dominando lo scattismo italiano sin dalle categorie giovanili, ma si trovò poi a dover arginare la quasi costante superiorità del giovanissimo “El Toett”.
Avevano caratteristiche fisiche abbastanza simili essendo entrambi molto alti per l’epoca: rasentravano il metro e novanta.
Scesero in pista assieme per la prima volta probabilmente il 5 settembre del 1926 ad Intra. Gareggiarono sicuramente in due prove a staffetta differenti, ma forse anche nei 100 metri, dove erano entrambi iscritti. Purtroppo Maregatti corse solo la batteria e non prese parte alla finale, e di Toetti non si sa nulla, ma potrebbe aver gareggiato in batteria ed essere stato eliminato (furono pubblicati solo i risultati della finale).
Il bilancio totale dei confronti diretti è comunque nettamente a favore di Toetti, 40 a 13.
Il primo scontro diretto documentato era avvenuto a Venezia il 16 giugno del 1927 e Maregatti l’aveva spuntata sul diciassettenne avversario segnando il tempo di 11”3/5: Toetti gli era finito ad un paio di metri, ma le differenze tra i due s’andavano pian piano assottigliando perché già in luglio a Busto Arsizio, Toetti tagliava il traguardo con un margine abbastanza netto, tanto da valergli la convocazione in Nazionale nel confronto Cecoslovacchia-Italia.
La prima sfida ufficiale era prevista a Bologna in occasione dei Campionati Italiani. Vinse Maregatti, ma Toetti, dopo aver preso parte al primo turno eliminatorio, fu costretto al ritiro da un infortunio muscolare .
Il nostro si rifece ampiamente l’anno seguente a Milano, poi in occasione di Francia - Italia a Colombes e una settimana più tardi a Liegi, quando fu cronometrato in 10”3/5, una delle sue migliori prestazioni in assoluto.
Qualche sprazzo ancora di gloria per Meragatti nel ‘31, ma poi la superiorità di Toetti si fece sempre più evidente, tanto che per cinque anni consecutivi il titolo italiano fu suo appannaggio con anche tre vittorie sulla distanza doppia ed altrettante in staffetta collezionando anche una decina di presenze in nazionale.
Chiuse la carriera agonistica al termine del 1935, a soli 25 anni quando ancora molto avrebbe potuto dare allo sport. Era ancora in possesso del primato italiano sui 100m. (10”3/5) stabilito nel 1928 e di quelo dei 200 fissato a 21”4/5 ne1931.
Una curiosità: il record dei campionati di 10”3/5 stabilito nel 1928 ha resistito sino al 1976, superato da Pietro Mennea con 10”3.
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