Sala Ciminiera gremita per Marcello Foa: una lezione di giornalismo e onestà intellettuale
Sala Ciminiera della ex Filanda gremita, mercoledì sera, per l’atteso incontro con Marcello Foa. Nonostante il giorno infrasettimanale e l’avvio della Champions League, la comunità soncinese non si è persa la preziosa occasione di poter ascoltare dal vivo uno dei giornalisti italiani più qualificati e intellettualmente onesti (merce rara oggigiorno), in tour da qualche mese per la presentazione del suo ultimo libro intitolato “La società del ricatto. E come difendersi” (edito da Guerini e Associati).
Ho avuto personalmente l’onore e il piacere di moderare l’incontro e avendo letto e riletto il libro, apprezzandone sia il contenuto, sia lo stile (che caratterizza la personalità stessa dell’autore) ho avuto modo di congegnare un’intervista che potesse offrire una panoramica generale sui tanti temi trattati nel libro, con alcune domande più specifiche per alimentare il dibattito e incuriosire la platea. Una platea, oltre che folta, attenta (direi quasi in religioso silenzio) per circa due ore.
Presenti anche il sindaco, Gabriele Gallina, l’ex sindaco Francesco Pedretti, l’attuale Presidente del Consiglio comunale Federica Brizio e un certo numero di assessori. Presente altresì il sindaco di Casaletto di Sopra, Roberto Moreni.
Partendo dal filo conduttore del libro, ossia il “ricatto” come strumento di gestione del potere a livello nazionale e internazionale, sono stati affrontati diversi aspetti di questo male che attanaglia il nostro tempo e la nostra società.
Dal ruolo sempre più invasivo degli enti sovranazionali (Oms, Unione Europea, WEF e via dicendo) sugli ordinamenti nazionali, con conseguente riduzione al lumicino del grado di sovranità e di democrazia (alla faccia di una retorica di facciata sui diritti dei cittadini e la partecipazione popolare), passando per la degenerazione del ruolo dei media, all’informazione sempre più spesso manipolata da ragioni più forti del naturale diritto alla conoscenza dei fatti. Dal tema del “dossieraggio” (quando non addirittura “killeraggio”) politico, spesso attuato a mezzo stampa, fino al delicato tema dell’attendibilità dei social media (tra libertà d’informazione e “fake news”), al pericolo insito nei cosiddetti “fact checkers” (chi stabilisce cos’è vero e cos’è falso? E soprattutto in base a quali criteri e/o interessi da soddisfare?) e nell’ “intelligenza artificiale”, sempre più diffusa nella vita dei cittadini, ma che non è certo al riparo da errori o fonti parziali.
Un altro tema sviluppato nel libro, anch’esso di grande attualità, che è stato oggetto di approfondimento nella parte finale dell’incontro, è quello del “ricatto” nelle relazioni personali, in famiglia, nella vita di coppia. L’autore, coadiuvato nella stesura del saggio, da due professioniste in tema di psichiatria, psicologia e psicoterapia (Sarah Viola e Barbara Castiglione) ha affrontato il tema delle cosiddette “relazioni tossiche”, siano esse tra genitori e figli, tra coniugi o coppie (ma anche nel mondo del lavoro) in cui vi è un pericoloso squilibrio in termini di rispetto verso l’altro, spesso visto come oggetto di possesso, strumento di manipolazione, di ricatto morale. Il che, come la cronaca nera ci riporta troppo spesso, può sfociare in crimini e tragedie. Purtroppo questa è una piaga del nostro tempo ancora troppo sottovalutata o non affrontata con la giusta consapevolezza e gli strumenti più appropriati.
Tirando le somme di una serata piacevolissima, nonostante la disamina allarmante sullo stato del mondo contemporaneo, si può dire che Marcello Foa ci abbia regalato una grande lezione di giornalismo, ma soprattutto un grande esempio di onestà intellettuale e di profonda capacità di analisi, lontana da faziosità, falsi moralismi e interferenze ideologiche.
Il pubblico ha compreso tutto ciò e l’ha dimostrato, nella volontà di ascolto e di confronto (protrattosi ben oltre la durata dell’incontro, grazie alla grande disponibilità e cordialità dell’ospite).
Voglio concludere questo pezzo rimarcando un elemento che non sempre segue alla disamina di problemi così complessi come quelli trattati, ossia la volontà dell’autore (che emerge in tutta la sua bellezza e intensità anche nel libro) di andare oltre la “denuncia”, di portare il lettore non solo a una maggiore consapevolezza di ciò che accade nel mondo (e che fatalmente si ripercuote a cascata sulle vite di tutti noi) ma ad aprirsi a una speranza che non muore, a cercare il Bene che c’è ancora nel mondo, nella certezza che alla fine il Male non prevarrà.
Sono riecheggiate forti le parole del personaggio di Sam nel film “Il Signore degli anelli”: “C’è del buono in questo mondo, padron Frodo, è giusto combattere per questo”.
Un approccio pienamente cristiano alla vita, al futuro e nel rapporto con l’altro, con l’uomo visto come fine e non come mezzo, come creatura degna di libertà e non fatta per il dominio di pochi. Non a caso l’incontro è stato ideato e organizzato dalla Parrocchia di Soncino.
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