7 luglio 2021

La "strana coppia" Lega-Partito Radicale

All'indomani della conferenza stampa di presentazione dei sei referendum per la giustizia giusta, tenutasi venerdì scorso a Cremona, ho letto sintesi giornalistiche sulla “strana coppia” Lega-Partito Radicale ma anche valutazioni contrastanti sullo strumento referendario e sulle sue finalità. Qualche chiarimento si rende necessario con l'aggiunta di un supplemento di informazioni per gli smemorati di turno.

1. La caratteristica principale dello strumento referendario è la trasversalità. Non è uno strumento ideologico. Non è di destra, di centro o di sinistra, è uno strumento aperto a tutti i soggetti politici, chiunque può aderire e promuovere la raccolta delle firme, basta condividere i temi oggetto dei referendum. Con questo spirito il Partito Radicale ha sempre promosso, fin dagli anni settanta, iniziative referendarie spesso con partiti e gruppi politici con visioni ideali e agende politiche molto diverse dalle proprie. Ricordo il referendum per la responsabilità civile dei magistrati promosso nel 1986 con il partito socialista e il partito liberale, i referendum antistatalisti promossi nel 1993 con la Lega di Bossi, i referendum per la giustizia giusta nel 2013 sostenuti direttamente da Berlusconi e Forza Italia. Quindi la decisione di promuovere assieme alla Lega per Salvini Premier gli attuali sei referendum non dovrebbe destare nessuna sorpresa o scandalo di sorta.

2. Secondo la nostra Costituzione il referendum popolare rappresenta la seconda scheda elettorale affidata ai cittadini. Con la prima scheda si decide la rappresentanza parlamentare. Con la seconda si abroga, in tutto o in parte, una legge che si ritiene sbagliata, pericolosa o semplicemente anacronistica, costringendo il Parlamento a legiferare nella direzione indicata dai promotori del referendum. Quindi il referendum è molto di più di uno stimolo, di un impulso, di un incoraggiamento al governo e al parlamento. Con esso il cittadino legifera obbligando il Parlamento a fare leggi migliori e condivise. Nulla a che vedere con il referendum propositivo (e demagogico) proposto dal M5S che delegittima il parlamento e gli sottrae il potere legislativo.

3. L'obiettivo dei sei referendum è chiaro: riuscire finalmente a riformare la giustizia italiana dopo oltre trent'anni di tentativi non andati a buon fine. I governi e i parlamenti che si sono succeduti prima e dopo il “referendum Tortora” del 1987 (clamorosamente tradito) non hanno mai avuto la volontà politica di riformare radicalmente la Giustizia che, come sosteneva in ogni circostanza Marco Pannella, è la più grande questione sociale del nostro paese. Anche oggi questa volontà politica di riforma non c'è. Nessuno dei temi oggetto dei referendum è contenuto nella riforma della giustizia dell'ottima ministra Cartabia che ha come obiettivo l'ottenimento dei fondi previsti dal PNRR per l'ammodernamento della giustizia civile e penale al fine di porre riparo alla scandalosa lentezza dei processi.

4. L'accordo politico fra Partito Radicale e Lega per Salvini Premier è pieno e paritario. Dove possibile, come a Cremona, i tavoli di raccolta firme saranno comuni. Ciò garantirà il raggiungimento dell'obiettivo minimo delle 500 mila firme. Inoltre la difesa dei referendum in Parlamento da parte di una grande forza politica come la Lega potrà impedire, in prima istanza, leggine truffa per impedire il voto popolare ma anche eventuali controriforme dopo l'auspicato successo dei SI ai quesiti referendari.

 

 

 

consigliere generale del Partito Radicale

Sergio Ravelli


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commenti


Luca Ferrari

10 luglio 2021 10:22

Resta il fatto, caro Sergio, che se l'accordo con la Lega non dovrebbe suscitare alcuna sorpresa per le giuste precisazioni storico-politiche che hai scritto, qualche imbarazzo (o per lo meno perplessità) nel cittadino dovrebbe provocarlo: non fosse che per l'incoerenza e l'atteggiamento ondivago di Salvini proprio nei confronti della 'questione delle questioni'-giustizia, un giorno garantista e il giorno dopo forcaiolo, a seconda dell'interesse del momento (lui sì ideologico, e corrente alternata...).
Sullo strumento e l'iniziativa 'non ci piove', sulla credibilità e sull'affidabilità del partito amico e del suo leader meglio, come si dice, 'farsi il segno della croce'...