10 febbraio 2021

65 anni fa moriva Bagonghi, il nano cremonese celebre nel mondo

I nani dei circhi sono ormai per tutti “i Bagonghi”. Dall'inizio del Novecento in tutti i grandi circhi esisteva Bagonghi. Si dice che uno dei primi Bagonghi, fosse stato Andrea Bernabè, poi sono arrivati Giuseppe Bignoli e Checco Medori per il circo Togni e Filippo Ruffa per il circo Orfei. Uno dei più celebri, spesso indicato come il vero Bagonghi fu un cremonese. Addirittura ne è stata ipotizzata l'origine del nome da “bàagol”, piccolo, insieme a "bagulàa", chiacchierare: cioè il nano che chiacchiera inutilmente.

Siamo all’inizio di febbraio 1956, il freddo raggiunge livelli record toccando per più giorni i meno 15 gradi e il Comitato per l’organizzazione della festa del Carnevale di metà quaresima viene rattristato dalla notizia che, all’età di 69 anni nella sua casa di via Aporti, il mattino del 3 è morto infatti il popolare Bagonghi cremonese.

Renzo Andreotti, padre di quello che era stato protagonista nella festa dell’anno precedente, con lo stesso nome d’arte (Bagonghi e Camél erano i due antagonisti). Abbiamo detto Bagonghi cremonese in quanto è il nome che molti nani assumevano entrando nel mondo del circo, anche se c’è chi afferma che il nostro sia stato il primo e che grazie al suo successo, tutti quelli che seguirono nel mondo circense abbiano voluto assumere lo stesso nome. Comunque sia, per i vecchi cremonesi esisteva solo lui con la sua agilità e la freschezza perenne delle sue trovate, che avevano fatto divertire grandi e piccini in tutta Europa. La storia della sua vita racconta come stesse girando il mondo col circo Krone, che in quel momento si trovava a Brescia, quando il circo Gatti, che lavorava al Politeama di Cremona senza successo, sia riuscito ad ottenere come prestito Bagonghi per risollevare le sue sorti ed era la prima volta che i cremonesi, che tanto ne avevano sentito parlare, potevano godere ed entusiasmarsi per la sua bravura.

Renzo aveva avuto molto coraggio quando, sin da bambino, aveva deciso che per riuscire nella vita con la sua intelligenza ma con un corpo sgraziato, poteva solo entrare in un cir- co equestre; e il coraggio era stato necessario per vincere le riluttanze di un padre organista in Cattedrale e di uno zio materno Vescovo di Bergamo. Ad un certo punto era partito riuscendo ad entrare nel circo Busch, uno dei più grandi del mondo, e farvi un trionfale debutto a Berlino; da allora il nome di Bagonghi fu conosciuto dai pubblici delle grandi città europee e sembra che altri cento clown si siano impadroniti del suo nome d’arte senza però mai superarlo in abilità. Passata in fretta la giovinezza, non fu più in grado di presentarsi con i numeri che lo avevano reso famoso. Tornò a Cremona povero come quando era partito e col carico familiare di cui faceva parte anche il figlio Emilio; si adattò così a vendere gelati, a custodire biciclette, a fare il lustrascarpe fino alla lunga malattia che lo ha portato alla cecità ed alla morte nella mattinata di quel freddissimo 3 febbraio 1956.













 

Giorgio Bonali


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commenti


Francoise Fiquet

11 febbraio 2021 18:26

Molto interessante!

Francoise Fiquet

11 febbraio 2021 18:26

Molto interessante!