Brigida Giorgi, la voce più bella d'Europa
Non era bella, non veniva da una buona famiglia e non era neppure istruita, ma quando cantava la sua voce era quella di un angelo, irraggiungibile ed ineffabile. C'è chi dice che fosse nata a Cremona, Crema ne ha rivendicato per qualche tempo la nascita, ma in realtà Brigida Giorgi, la più grande voce femminile del Settecento, aveva visto la luce nella parrocchia di San Lorenzo di Monticelli d'Ongina il 1 maggio 1755. Fu a Cremona, però, che trascorse la sua infanzia, accompagnando il padre Jacopo, suonatore girovago di violino e mandolino, da una piazza all'altra all'ombra del Torrazzo. Anche Brigida suonava il mandolino, ma era la sua giovane voce ad incantare, agli angoli delle strade, i frettolosi passanti. Il padre Jacopo era anche barcaiolo e, quando si trattò di dare alla figlia un minimo di educazione scolastica, aveva passato definitivamente il Po stabilendosi a Cremona. Furono dunque le contrade cremonesi il primo palcoscenico di Brigida che, tra le sue doti, non aveva certo quella dell'avvenenza. “La Banti era una femminaccia ignorante, sciocca ed insolente che, avvezza nella sua prima giovinezza a cantar pei caffè, e per la strada, portò sul teatro, dove la sola voce la condusse, tutte le abitudini, le maniere e i costumi di una sfacciata corista. Libera nel parlare, più libera nelle azioni, dedita alla crapola, alle dissolutezze ed alla bottiglia, appariva sempre quello che era in faccia a tutti, non conosceva misure, non aveva ritegni, e quando alcuna delle sue passioni era stuzzicata dalle difficoltà, dalle avversità o dalle opposizioni, diventava un aspide, una furia, un demone dell’inferno che sarebbe bastato da solo a sconvolgere tutto un impero, non che un teatro”. Così la descrive, quando ormai era già sposata, Lorenzo da Ponte, il librettista di Mozat, nelle sue “Memorie”.
Brigida, con il padre e la madre Antonia Raimondi, restano a Cremona fin verso il 1773 continuando a guadagnarsi da vivere cantando e suonando nelle piazze, ma in seguito alla prematura morte di un parente, con la conseguente perdita di un valido sussidio economico, la famiglia è costretta a separarsi per cercare fortuna. Brigida resta col padre ed inizia a girovagare nelle altre città del Nord, spingendosi anche fuori dall'Italia. Per circa due anni si esibisce in paesi e villaggi della Germania, finché nel 1775 i due decidono di recarsi a Parigi. E qui inizia la fortuna di Brigida che, di certo, ha intraprendenza e carattere da vendere. Il figlio Stanislao racconta nella biografia della madre che durante il viaggio verso Parigi padre e figlia vennero assaliti da una banda di malviventi, messi però in fuga dalla ragazza stessa, che, sorprendendo tutti, si era impossessata della pistola del genitore.
A Parigi i Giorgi vivono per circa tre anni, cantando dapprima davanti ai caffè dei boulevards e sugli angoli delle strade. Durante una di queste esibizioni la giovane Brigida viene notata da de Vismes du Valgay, impresario ed ex direttore dell'Opéra-Comique che, colpito dalla voce calda e vibrante della ragazza le propone un'audizione. De Vismes le fa ascoltare un'aria di agilità di Sacchini, che Brigida canta alla perfezione, pur non avendo alcuna nozione di solfeggio né di teoria musicale. Madame Vigée-Le Brun, ritrattista ufficiale della regina Maria Antonietta, racconta invece nei “Souvenirs” di un incontro della regina con la Banti, senza precisarne l’anno o la città. “Io non so il perché, ma mi ero prefigurata la Banti essere di corporatura prodigiosamente giunonica.- racconta - Al contrario, quando la vidi, constatai che era di una corporatura piccola, minuta e di aspetto non bello, con una tale quantità di capelli che il suo chignon rassomigliava ad una criniera di cavallo. Ma che voce! Non si può istituire alcun paragone con la potenza e l’estensione di quella voce: la sala, in tutta la sua grandezza, non poteva contenerla. Lo stile del suo canto, lo ricordo bene, era assolutamente lo stesso di quello adottato dal famoso Pacchierotti, cui Madame Grassini venne in seguito paragonata. Questa famosa cantante aveva un aspetto del tutto particolare: il petto era notevolmente alto e costruito a guisa di un mantice. Questo è ciò che mi sovvenne quella sera allorchè, alla fine del concerto, assieme a qualche altra dama, feci in modo di passarle accanto in un camerino. Fu allora che io pensai che questo inconsueto meccanismo respiratorio potesse contenere e sprigionare la forza e l’agilità della sua voce”.
In ogni caso, dopo la prova canora effettuata con de Vismes Brigida esordisce nel 1776 all'Opéra-Bouffe negli intervalli fra gli atti dell'Iphigénie en Aulide di Gluck in un'aria di Piccinni e in una di Sacchini. Nonostante tali esibizioni le procurino immediatamente alcune scritture all'Opéra, Brigida nel 1779 decide di lasciare la Francia, a causa dei boicottaggi cui è sottoposta da parte delle altre primedonne della compagnia, e di trasferirsi a Londra, debuttando in un concerto con orchestra alla sala del Pantheon di Oxford street. Qui ha l'occasione di essere ascoltata da Lucrezia Aguiari, detta La Bastardella; la famosa cantante, che avrebbe lasciato Londra pochi giorni dopo, le dona 100 sterline annue per permetterle di affrontare uno studio più sistematico e Brigida inizia così a frequentare il compositore Antonio Sacchini, nel frattempo da Parigi stabilitosi definitivamente a Londra, che a sua volta la affida a Gabriele Mario Piozzi, musicista e compositore originario di Quinzano d'Oglio naturalizzato britannico, e poi al celebre violista da gamba Karl Friedrich Abel.
Da quel momento la fortuna di Brigida non conosce confini. A Londra conosce il danzatore veneziano Zaccaria Banti, che l'anno seguente sposa ad Amsterdam, i due si trasferiscono poi a Venezia e da lì, nel 1780, a Vienna. Sono di nuovo a Londra l'anno seguente perchè il marito deve presentare alcune coreografie per il Covent Garden, dopodiché tornano in Italia, dividendosi tra Firenze, dove Brigida debutta nel 1782, Venezia e Trieste, per poi raggiungere Napoli e Torino, Padova, Livorno, Reggio Emilia e Milano. Nell'inverno 1786 viene invitata personalmente a Varsavia dal re di Polonia Stanislao Poniatowski, che la assume come cantante di corte insieme al compositore piemontese Giovan Battista Viotti. A Varsavia Brigida diviene talmente celebre da potersi permettere di interrompere una rappresentazione, essendosi risentita per l'eccessivo brusio di alcuni spettatori, e deve intervenire lo stesso re re per calmare le sue ire. Torna poi in Italia dove partecipa ancora ad una nutrita serie di rappresentazioni, prima di partire nel 1793 per la Spagna, stabilendosi a Madrid, dove gode di protezioni altolocate, come quella della duchessa di Osuna, madrina del terzo figlio della cantante. Da qui torna in Inghilterra. Arriva a Plymouth ai primi dell'aprile 1794, dopo aver rischiato il naufragio; a metà del mese è a Londra, dove l'impresario del King's theatre le offre un compenso tra le 1400 e le 1500 sterline annue, con l'obbligo di ricoprire esclusivamente ruoli principali, una serata d'onore per ogni stagione, alloggio a carico della direzione, copertura delle spese straordinarie e di viaggio, nonché la protezione nella compagnia di Viotti. Nell'aprile 1802 decide di tornare in Italia, dove inizia una relazione sentimentale con il tenore Diomiro Tramezzani, che, ancora sconosciuto, raggiunge una celebrità quasi immediata cantando a fianco di Brigida nell'Antigona di Bianchi al Comunale di Bologna nell'autunno 1802, e alla Fenice di Venezia nel Mitridate di S. Nasolini nel 1803. Nel 1804, dopo aver cantato al teatro Nuovo di Brescia, la Giorgi si reca a Livorno, dove viene contagiata da un'epidemia di febbre gialla che la costringe a una lunga quarantena; ristabilitasi, partecipa ai festeggiamenti dati nel 1805 al teatro alla Scala per l'incoronazione di Napoleone, re d'Italia. Nel teatro milanese canta per tutto il 1805, poi tornò a Bologna, dove si esibì en travesti al teatro del Corso ne I riti di Efeso di G. Farinelli. Nel novembre dello stesso anno, trovandosi in difficoltà finanziarie, accetta una scrittura per Venezia; ma il fisico già debilitato dalla precedente malattia, nonché il clima malsano della laguna le provocano un grave attacco di febbre, probabilmente di polmonite. Dopo tre mesi di malattia Brigida muore, appena cinquantenne, il 28 febbraio 1806 a Bologna, che poi le dedicherà un monumento chiamandola “cremonese”. I suoi funerali vengono celebrati nella chiesa di S. Tommaso in strada maggiore e le spoglie sepolte nel cimitero della Certosa.
Anche se a Cremona Brigida Giorgi ha trascorso l'infanzia, in realtà la cantante mantenne nel corso della sua vita artistica un legame con la città. Tra le maggiori e più costanti sue collaborazioni è infatti presente quella col compositore cremonese Francesco Bianchi, che a Cremona rappresentò il suo primo lavoro teatrale nel 1772. Attraverso le sue opere la cantante esplorò il mondo dell’opera seria settecentesca, interpretando celebri eroine tragiche come Semiramide, Briseide e Tisbe. Anche Bianchi, come la Giorgi, ebbe grande fortuna all'estero, sopratutto a Londra, dove diresse il Crow Street Theatre per due anni dal 1798, e a Dublino l'Astley's Theatre.
Alcuni hanno scritto che Brigida Giorgi ignorasse la musica e che basò la carriera cantando a orecchio: possedeva però le doti naturali per essere una beniamina del pubblico per la teatralità e la purezza della voce 'sontuosa', al punto di meritare il titolo di "virtuose du siècle". Il medico cremonese Benedetto Frizzi, originario di Ostiano, nella sua “Dissertazione di biografia musicale” (Trieste, 1802) scrisse: "Questa fu la cantante che ha mosso in me l'ammirazione e la tenerezza più grande. Non era bella, ma non era priva delle sceniche grazie. Una voce che non ho sentito l'uguale in quanto alla sonorità, con suoni medii fortissimi, acuti, estesi e sorprendenti; con un trillo granito e veloce nell'allegro; e moderato come esser deve, nell'adagio; uno studio di voce inimitabile, con salti i più regolarmente intonati e, più d'ogni altro, una tenerezza commovente nel teatro". Michael Kelly del King's Theatre confermò che era "la più perfetta, la più appassionata e la più divina cantante che avesse udito", come pure si narra che l'imperatore d'Austria, durante il passaggio della cantante a Vienna nel 1790, la presentasse al suo seguito come "la più bella voce d'Europa".
Quella di Brigida fu una voce fuori dal comune: Francois Joseph Fétis nella sua monumentale Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique narra che i medici che ne effettuarono l'autopsia poterono constatare una laringe di eccezionale grandezza, una cassa toracica particolarmente voluminosa e polmoni di dimensioni di due terzi superiori alla media, il che le permetteva una non comune ampiezza di inspirazione e lunghezza di fiati, mentre il figlio scrisse che aveva "due coste spurie in più delle altre donne, da ambo i lati". La Giorgi non aveva avuto un'educazione musicale completa; dotata di una memoria musicale prodigiosa, cantava a orecchio ed era in grado di ripetere all'istante ogni brano che le veniva proposto, eseguendolo con stile appropriato; inoltre amava ripetere più volte i "da capo" con variazioni sempre diverse. E se in teatro era addirittura aggressiva nei confronti delle rivali, nella vita privata era invece amabilissima, avendo assimilato i modi delle dame aristocratiche, le quali facevano a gara per averla ai loro ricevimenti.
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