Anna Zanibelli? La scrittrice lavora a una nuova storia avvincente. E racconta come è nato il Grana Padano
Una troppo abbondante quantità di latte derivata dagli allevamenti di proprietà dei monaci di Chiaravalle nel Milanese, determinò nel Medioevo il rischio di buttarne e sprecarne enormi quantitativi. All'epoca si conosceva la sola produzione di formaggio fresco, prodotto e consumato al momento o nei giorni immediatamente successivi.
Fu per ovviare a questo rischio,che i monaci di Chiaravalle elaborarono per la prima volta il formaggio a lunga stagionatura e a grana grossa, consumabile mesi e mesi dopo il momento della produzione. Dopo qualche attenta riflessione e un po' di esperimenti i monaci dell'abbazia maturarono l'idea di utilizzare latte crudo riscaldato a lungo, aggiungendo un po' di caglio e successivamente sottoponendolo a salatura.
Così nacque il formaggio a pasta dura che iniziò a essere prodotto nelle caldaie dei monasteri che divennero così i primi veri e propri caseifici della storia. Sotto l'attenta guida dei monaci cominciarono a diffondersi alcune figure professionali nuove, i casari, esperti appunto nell'arte della produzione del formaggio. Il nuovo formaggio divenne celermente alimento fondamentale per la comunità monastica, per le comunità agricole della Val padana e, in virtù della facilità del suo trasporto, prodotto venduto in grandi quantità al mercato di Milano e sempre più presente nella dieta dei ceti urbani.
Per la sua lunga stagionatura, i monaci chiamarono questo nuovo formaggio "caseus vetus" per sottolineare ciò che lo distingueva da altri formaggi di tradizione precedente. Il cacio vetusto, o formaggio vecchio, è conosciuto oggi come il Grana Padano.
Così postò via social la scrittrice di Trigolo Anna Zanibelli. A proposito, Anna sta lavorando a un nuovo libro dai contenuti top secret e straordinari. Ma avete già letto "Sotto il segno del drago" e "Il quadrato magico"?
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