21 aprile 2023

Il 1° maggio il complesso di San Sigismondo apre le porte. Sarà possibile visitare anche le parti normalmente non fruibili

Lunedì 1 maggio 2023, dalle ore 9 alle ore 10:30 e dalle ore 14 alle ore 17:30, si potrà visitare il complesso di San Sigismondo nella sua interezza, con l’accesso straordinario alle cappelle laterali, al presbiterio, al chiostro e al refettorio normalmente non fruibili.

Le visite, organizzate dall’Associazione Amici del Monastero, avranno una durata di circa 45 minuti con partenza ogni 15 minuti e senza necessità di prenotazione. Si tratta di un evento gratuito ma con la possibilità di lasciare un’offerta a supporto delle attività di manutenzione della chiesa e del monastero domenicano. Per chi lo desidera sarà inoltre possibile assistere alle celebrazioni liturgiche della comunità monastica: alle 11 la Messa e alle 18 il canto dei Vespri.

Si tratta di un’occasione importante per poter ammirare da vicino alcuni capolavori del Manierismo cremonese, ma anche la notevole e inaccessibile Ultima Cena di Tommaso Aleni, realizzata nel 1508 e custodita nel refettorio del monastero.

L’opera si ispira al passo del vangelo di Giovanni in cui Cristo, incalzato dalle domande dei discepoli, rivelò il suo traditore dicendo: “È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò” e, puntualmente, l’Aleni lo ritrae mentre sta afferrando il boccone con le dita della mano sinistra. L’affresco di San Sigismondo è uno dei capolavori del pittore e documenta la cultura figurativa cremonese del primo decennio del ‘500 in alternativa alle proposte più strutturate e moderne di Boccaccio Boccaccino, ispiratore dell’Aleni e prima scelta della committenza cittadina. 

Dal punto di vista stilistico l’opera dimostra un’accurata rielaborazione delle sollecitazioni artistiche milanesi ispirate non solo al Cenacolo leonardesco, come si evince dalla suddivisione in gruppi di tre dei discepoli, ma anche alla ricerca prospettica di Bartolomeo Suardi, detto Bramantino, che si coglie perfettamente nella resa del pavimento. Non mancano anche riferimenti ai modelli veneti di Marco Marziale nel volto di Cristo, e centro-italiani, come il peruginismo nelle fisionomie di alcuni personaggi (a Cremona è documentata la presenza della Pala Roncadelli di Perugino dal 1494) e la ripresa del linguaggio ferrarese di Lorenzo Costa. 


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