12 marzo 2022

"Non è ancora morta l'Ucraina", commuove i cremonesi il canto dell'inno nazionale di Kiev dal palazzo comunale

"Non è ancora morta l'Ucraina" è il commovente inno nazionale ucraino che questa sera è risuonato in piazza del Comune e in altre centinaia di piazza d'Europa che hanno aderito, come Cremona, a"Cities stand with Ukraine". Esposta anche la bandiera ucraina e anche una bandiera della pace realizzata dai bambini dell'asilo Zucchi. "Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina, né la sua libertà, a noi, giovani fratelli, il destino sorriderà ancora.
I nostri nemici scompariranno, come rugiada al sole, e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro Paese libero. Daremo anima e corpo per la nostra libertà,
e mostreremo che noi, fratelli, siamo di stirpe Cosacca. Daremo anima e corpo per la nostra libertà, e mostreremo che noi, fratelli, siamo di stirpe Cosacca" è la traduzione dell'inno che è stato cantato da una studentessa del Conservatorio di Cremona, la soprano Tetiana Petriv. In piazza anche il sindaco Gianluca Galimberti e tanti comuni cittadini insieme ad una delegazione di ucraini residenti in città. 

Il Comune di Cremona, con il coordinamento della Prefettura e in stretto contatto con realtà e istituzioni cittadine, condivide un monitoraggio attento della presenza di cittadini ucraini in città. Lo sportello al POIS (Porta Informativa dei Servizi Sociali / Porta Unitaria di Accesso), in corso Vittorio Emanuele II, e i canali informativi stanno funzionando e il confronto continuo con le altre istituzioni consente di individuare bisogni e cercare soluzioni.

I numeri di cittadini ucraini, a ieri in città, sono pari a 43 persone (30 di sesso femminile), di cui 24 minori (tutti accompagnati, all'interno del proprio nucleo famigliare). Le persone sono “raggruppati” in dieci nuclei famigliari. Tutte le famiglie sono state informate, perché si rechino in Questura per la segnalazione della propria presenza e la dichiarazione di ospitalità. Stanno provvedendo in questi giorni.

Il monitoraggio e il contatto con gli ucraini già presenti in città consentono anche di fare previsioni su possibili prossimi arrivi, stimati al momento in 10 persone distribuite in due nuclei famigliari. Qualcuno trova soluzioni in altre province, altri hanno comunicato la decisione di rimanere in Polonia dove a volte trovano accoglienza. Ma tali previsioni, ovviamente, dipendono dall’evoluzione della situazione in Ucraina e nei paesi limitrofi e dai canali che, a livello del governo italiano, saranno attivati.

L’ospitalità è una delle questioni chiave in questo momento e fondamentale è anche la disponibilità di sostegno economico per garantire tale ospitalità: il Governo ha scelto gli strumenti consolidati dei CAS – Centri di Accoglienza Straordinaria (in appartamenti) e del SAI (Sistema Accoglienza Integrazione). La nostra città ha da tempo lavorato e molte energie sono state impiegate per sviluppare in particolare lo strumento del SAI. Sono stati resi disponibili 14 posti SAI. Altri appartamenti del Comune e di altre istituzioni cittadine stanno per essere predisposti per l’accoglienza. La Prefettura ha aperto un bando per individuare possibili gestori. In ogni caso si stanno cercando risposte ad alcuni bisogni urgenti di soluzioni alternative.

Il monitoraggio del Comune sta consentendo anche di cogliere e mettere a sistema le disponibilità di appartamenti da parte di privati. Al momento sono dieci le disponibilità pervenute per un totale di circa 15 posti.

I canali attivati consentono di individuare bisogni anche sanitari e di indirizzare le persone ad ATS e ASST: quest’ultima si è già attivata per quanto riguarda le vaccinazioni. E’ inoltre attivato il raccordo con la rete di solidarietà alimentare e contrasto alla povertà per i beni di prima necessità.

Per quanto riguarda il fronte scuola, costante è il contatto con l’Ufficio Scolastico Territoriale, sempre in coordinamento con la Prefettura, per tenere alta l’attenzione per quanto riguarda bambine e bambini.

Cremona, con la solita generosità, sta dunque rispondendo a questa grande tragedia che colpisce un popolo intero e uno Stato libero e indipendente, in un’Europa che deve ora essere unita più che mai e che certamente riconosce nelle città, come la nostra, luoghi privilegiati alle risposte di accoglienza e di aiuto alle sorelle e ai fratelli ucraini.

 


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