"Quale guerra? Quello è un massacro tra forze ìmpari". La storia di Angela, in partenza con il marito da Cremona all'Ucraina per salvare i parenti
“Guerra? Quale guerra? Questo è un massacro. Un massacro con forze ìmpari. Da una parte l'esercito russo, dall'altra la resistenza ucraina fatta anche da uomini prelevati casa per casa per mandarli a combattere, per resistere in qualche modo. Cosa posso dirti? Spero che vinca la guerriglia... ma una cosa, una cosa va detta”.
Prego...
“La comunità internazionale non si sta muovendo con efficacia. Si continua a tergiversare, si parla solo di economia, di finanza, del gas. E se domani decidono di entrare in Italia? Oggi loro, domani noi. E' questo che il mondo dovrebbe capire”.
Angela parla dal telefono in vivavoce con il marito. Lei ucraina, lui cremonese. Angela è in Italia da quattro anni, a Cremona da due. Ha lavorato come badante e attualmente è casalinga. Sono pronti a partire, è questione di minuti. “Dovevamo partire ieri – spiegano – ma ci sono stati problemi, hanno chiuso la frontiera tra Ucraina e Romania, così partiamo oggi”.
Nelle scorse settimane sono riusciti a portare in Italia i figli più piccoli di lei, adesso si tratta di andare al confine, recuperare i figli maggiorenni e altre persone e tornare a Cremona.
“Abbiamo cercato un furgone ma non l'abbiamo trovato – spiega il marito di Angela –. Partiamo con due auto, oltretutto due auto piccole. Riusciremo a portare al massimo sette persone ma non potevamo aspettare oltre”.
Hanno davanti diciannnove ore di strada, da qui al confine Romania/Moldova/Ucraina, ma il problema non è la strada. “Andiamo a prendere i parenti stretti e una ragazza che ha la madre in Italia. Dovevamo recuperare anche una figlia maggiorenne di Angela ma ha cambiato idea..”.
Come ha cambiato idea?
“Ha fatto una scelta diversa, ci ha ripensato”.
Resistenza?
“Sì. Vede, non è l'unica ad aver fatto questa scelta. Restare là e combattere. Quella non è mica una guerra, è un massacro”.
In Ucraina fino a che punto si aveva la percezione che sarebbe scoppiata la guerra?
“La percezione c'era ma non che le cose precipitassero così velocemente. Dalla metà di gennaio là tutti avevano capito che qualcosa di grosso sarebbe successo. Era chiaro, voglio dire... la Russia aveva spostato i mezzi blindati e che non fosse un'esercitazione lo avevano capito tutti. Però...”.
Però?
“Giovedì è stata una doccia freddissima. C'era ancora la speranza che la comunità internazionale facesse ragionare Putin...”.
Ancora adesso la comunità internazionale sembra non sapere che pesci pigliare.
“Si muove con poca efficacia, si continua a tergiversare, a parlare di economia, finanza, di gas. Ma se domani decidono di entrare in Italia? Ce ne freghiamo sempre degli altri perché non è qui da noi che succedono queste cose, ma l'Ucraina è qui. Oggi loro, domani noi. Perché se Putin decide che vuole prendere la Polonia o la Romania, cosa facciamo? Ci deve essere una risposta più forte da parte della comunità internazionale. Ragionare sullo Swift può essere utile ma gli oligarchi non si fermano di fronte a questo”.
Secondo voi, al netto di quello che sappiamo già, cosa vuole davvero Putin?
“Non sono un esperto ma..”.
Interviene Angela, scaldandosi: “Vuole riformare l'Urss, vuole vedere l'Ucraina in ginocchio!”.
Giusto l'altro giorno, ricorda il marito di Angela, “mia moglie ha parlato al telefono con la madre e fino all'ultimo la madre era convinta che non c'era la volontà di attaccare da parte della Russia. E sa perché?”.
Me lo dica.
“Perché l'informazione russa ha sempre fatto passare un solo messaggio, ossia che la Russia vuole la pace, che non avrebbe invaso. Guardi oggi dove sono”.
Ai confini.
“Abbiamo dei parenti di Angela a trenta chilometri dal confine con la Moldova (Moldavia; ndr). Hanno bombardato gli aeroporti, c'è pieno di militari ovunque e hanno detto ai civili di mettere le assi alle finestre. La nuora di Angela ha due fratelli che sono già in guerra. Gli ucraini prelevano gli uomini casa per casa e li mandano a combattere per resistere in qualche modo, perché questa non è una guerra, le forze sono ìmpari, in qualche modo bisogna resistere”.
Angela e il marito fanno giusto in tempo a chiedermi una mano, quando torneranno, per far girare la voce che servirà un alloggio: “Se qualche cremonese di buon cuore vorrà darci una mano... Adesso la dobbiamo lasciare, ci stanno chiamando”.
La foto in alto è tratta da TgCom24
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti