"Riutilizzo dell'area Tamoil? Prima si accerti lo stato di contaminazione delle aree interne", l'intervento dell'ex assessore Alessia Manfredini
Riutilizzo dell'area della Tamoil, magari come parco fotovoltaico, come emerso ieri durante la seduta dell'Osservatorio? "Prima si verifichi lo stato di contaminazione delle aree interne", poi si penserà al resto. Così l'ex assessore all'Ambiente, Alessia Manfredini, che per anni ha seguito da vicino le vicende della Tamoil ed è stata tra i protagonisti della vittoria del Comune nella relativa causa. "Capisco che ora che lo smantellamento degli impianti è terminato che si debba parlare di riutilizzo intelligente dell'area - osserva Manfredini -. Quindi bene il riferimento alla transizione ecologica e al PNRR, ma forse a qualcuno sfugge che non è sufficiente un'autorizzazione per posizionare nuovi impianti. Infatti ccorre verificare con grande attenzione la situazione delle aree interne, ovvero lo stato di contaminazione delle aree interne allo stabilimento, soprattutto alla luce di quello che sta capitando nelle aree esterne, ovvero nelle società canottieri, dove l'inquinamento è ancora presente".
Conclude l'ex assessore: "Credo che sia necessario seguire tutti i passi, dimostrare prima la non compromissione dell'area per eventuali successivi interventi di bonifica, come previsto dal D.lg 152/2006, poi decidere con un processo partecipativo ampio il futuro di quell'area".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
michele de crecchio
28 gennaio 2022 16:44
Poiché credo di essere stato il primo a ipotizzare pubblicamente, per l'area Tamoil, un riutilizzo misto (parco fotovoltaico e riforestazione urbana), ritengo doveroso precisare che anch'io ritengo che tale operazione potrà essere autorizzata solo se compatibile con le indispensabili operazioni di bonifica del relativo sottosuolo, come siamo peraltro da tempo abituati a veder fare nel caso dei ben più piccoli distributori di carburante, quando vengono dismessi.
L'attuale discussione, inoltre, forse, non tiene a sufficienza conto della particolare circostanza che i terreni occupati dalla raffineria furono a suo tempo acquisiti dalla stessa a condizioni di particolare favore perché la relativa attività era stata dichiarata di "pubblica utilità" e che, per convincere gli originali proprietari, riluttanti a cederli, era sceso in campo persino il prefetto.