"Se ho venduto 100 milioni di dischi, lo devo a Quincy Jones". Beppe Cantarelli unico italiano nella band del grande musicista scomparso ieri
Uno fra i più grandi musicisti del ‘900 e oltre, Quincy Jones, è scomparso nella sua casa di Los Angeles all’età di 91 anni: Quincy Delight Jones Jr. è stato un arrangiatore, direttore d’orchestra, produttore discografico, compositore, trombettista e attivista statunitense che ha lasciato di sé una testimonianza straordinaria, conquistando qualcosa come 26 “Grammy awards”. Nel 1981 Jones incontrò colui che sarebbe stato l’unico italiano ad accompagnarlo in tour: Beppe Cantarelli da Busseto (ma liceo al Manin di Cremona), compositore, cantante e strumentista, collaboratore dei più grandi musicisti del mondo: in Italia 4 album/Lp per Mina, fra cui «Salomè», «Kyrie» e il famoso «Attila» che ad oggi costituisce il record di vendite discografiche della star cremonese con oltre 1 milione di copie, nonché lo storico concerto «Bussoladomani ‘78» ultima apparizione dal vivo della Signora della canzone italiana. Ancora 4 album/Lp e svariati singoli per il gruppo rock italiano «Banco del mutuo soccorso», fra cui «Capolinea», «Moby Dick» e «Paolo Pà». E poi collaborazioni con Iva Zanicchi, Anna Oxa, Fiorella Mannoia, Loredana Berté, Ornella Vanoni, Marcella & Gianni Bella, Franco Simone, Marisa Sacchetto, Tony Renis, Caterina Valente, Toto Cutugno, Renato Zero, Drupi, Orietta Berti e Mario Lavezzi. All’estero, oltre Quincy Jones: Michael Jackson, Stevie Wonder, Luther Vandross, James Ingram & Patti Austin, Ashford & Simpson e Cool & The gang. Ha lavorato, negli States, con alcuni fra i mostri sacri della musica leggera internazionale: Aretha Franklin, per la quale ha composto un brano che è arrivato al numero uno nelle classifiche americane e mondiali, «Another Night», tratto dall’album multi-platino «Who’s zooming who» («Negli Usa il disco di platino arriva con 1 milione di copie vendute – precisa Beppe – in Italia ne bastano 50.000») con oltre 18 milioni di copie vendute. Mariah Carey, per la quale ha composto una canzone che, oltre a raggiungere le prime posizioni nelle classifiche mondiali, venne presentata in Italia al Festival di Sanremo del 1999: «I still believe», brano tratto dall’album multiplatino «# 1’s», con oltre 55 milioni di copie vendute. Ancora Bonnie Tyler, con «Before this night is through»; Joe Cocker, con «Tell me there's a way», parte della colonna sonora del film «9 settimane e mezzo»; «With every beat of my heart» per Leata Galloway e infine «Lonely Nights» per Laura Branigan. Tornando al 1981, Beppe racconta: «Ho conosciuto a Milano Patti Austin, la cantante di Quincy Jones, alla Rai dov’era per una trasmissione condotta da Ornella Vanoni. Grazie alla manager di Quincy e Patti, Pam Crocetti (aveva tenuto il cognome del marito, figlio di Dean Martin) a settembre del 1981 arrivo a Los Angeles e conosco Jones (che all’epoca era già il mio idolo) proprio a casa sua. Naturalmente ho approfittato dell’occasione per accompagnare Quincy allo studio di registrazione dove stava registrando con Michael Jackson il notissimo album “Thriller”. Lungo il tragitto in auto, gli ho fatto sentire due canzoni che avevo scritto per Mina: “Sono sola sempre” e “Tu sarai la mia voce”. Il suo commento fu decisivo per la mia vita: “Il sound è grande, ma se vuoi combinare qualcosa in Usa, devi portare le chiappe(sic) qui da noi!». Il 7 aprile del 1982 mi trasferivo a Los Angeles e, nell’estate del medesimo anno, diventavo il chitarrista della band di Quincy Jones, per il suo tour “Dude”, che seguiva l’album vincitore di 7 “Grammy”. Il bello è che, quando andavo dagli editori americani per un contratto e dicevo di suonare con Jones, non ci credevano e gli telefonavano, tanto che lui mi disse: “Se vuoi ti scrivo una lettera, così la smettono”. Poi è arrivato il contratto con la Emi. Perciò, se sono arrivato ai 100 milioni di dischi, devo dire “grazie Quincy!”»
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