18 novembre 2025

Domenica a Casa Barezzi di Busseto concerto dedicato al cremonese Tarquinio Merula

Un importante ponte culturale lega, da tempo, Cremona a Busseto, tra l’una e l’altra riva del Grande fiume. Un ponte lungo il solco della storia, con tanti episodi e vicende che hanno legato le due città, e che trova nella musica una delle sue più significative espressioni. Simboleggiate senz’altro dal maestro Giuseppe Verdi (nato a Roncole Verdi di Busseto, che frequentava abitualmente Cremona e ne aveva fatto uno dei principali luoghi dei suoi interessi economici) ma anche da Ferdinando Provesi (che di Verdi fu insegnante di musica) e da un altro eminente musicista, Tarquinio Merula, che è senz’altro da annoverare tra le più eminenti figure del Seicento musicale lombardo e  del quale  si celebrano quest’anno il 430esimo anniversario della nascita ed il 360esimo della morte.

Come documenta l’atto di battesimo conservato nell’Archivio della Parrocchia di San Bartolomeo in Busseto, nacque da Giovanni e da Ortensia Rinaldi il 25 novembre 1595. A Busseto trascorse la fanciullezza e, in seguito alla morte del padre avvenuta nel 1602, si trasferì a Cremona e fu affidato allo zio Pellegrino (celebre letterato ed autore dell’opera “Il Santuario di Cremona”), parroco della Chiesa di San Nicolò in Cremona (chiesa da tempo scomparsa), che lo avviò allo studio della musica e della letteratura e alla pratica organistica dimostrando da subito doti non comuni.

Tarquinio Merula sarà ricordato  celebrato domenica, 23 novembre, nella città che gli ha dato i natali, Busseto appunto, a conclusione di "Medioevo e oltre - Rassegna di musica antica” nei luoghi storici del parmense, organizzata da Melusine Associazione Culturale con la direzione artistica di Alessandra Mordacci. Un gran finale nello storico salone di Casa Barezzi a Busseto, con il concerto "Verdi Talenti Barocchi. Omaggio al compositore Tarquinio Merula (Busseto, 1595 – Cremona, 1665)", affidato al giovane liutista Niccolò Bertoncini (liuto a 8 cori). L'evento, realizzato in collaborazione con le associazioni bussetane Do Re Miusic e Amici di Verdi, con il patrocinio del Comune di Busseto e il contributo di Fondazione Cariparma, rientra nella sezione “ABSOLute. Romanico parmense, tesori da scoprire”, un gioco di parole tra l'assoluta bellezza dei luoghi storici parmensi e il termine inglese "lute" (liuto). Come spiega Alessandra Mordacci, ABSOLute rappresenta un piccolo "cammeo" all'interno della rassegna "Medioevo e oltre", una formula nata nel 2020 come risposta creativa alle limitazioni della pandemia. L'intuizione si è rivelata vincente: ha attirato visitatori "di prossimità" valorizzando le risorse culturali e turistiche locali, ha offerto ai giovani studenti del Conservatorio l'opportunità di fare le prime esibizioni pubbliche e ha conquistato un fedele pubblico che riconosce alla rassegna un'identità di proposta collaudata e credibile. Il concerto vuole celebrare, in particolare, i 430 anni dalla nascita (25 novembre 1595) di Tarquinio Merula, tra le figure più importanti del primo Seicento musicale lombardo, che intraprese una brillante carriera internazionale che lo portò fino alla corte del re di Polonia e di Svezia. La data del concerto vuole anche ricordare Santa Cecilia, patrona della musica e dei musicisti, la cui festività ricorre il 22 novembre. In programma musiche per liuto di autori dell'Italia settentrionale dal Cinquecento al Seicento: Joan Ambrosio Dalza, Vincenzo Capirola, Francesco da Milano e Giovanni Girolamo Kapsberger.

Il concerto, che avrà inizio alle 18,  si terrà nello storico Salone della Filarmonica Bussetana fondata da Antonio Barezzi, dove Giuseppe Verdi studente presentò le sue prime composizioni e dove nacque l'amore per Margherita, figlia di Antonio e prima moglie del Maestro. Per chi lo desidera, alle 17 sarà anche possibile partecipare alla visita guidata del Museo Casa Barezzi (con prenotazione obbligatoria al 3386310900 o scrivendo a info@melusine.it). Busseto, per l’occasione, affida la riscoperta di Merula a un giovane talento, ripetendo nel tempo quanto Antonio Barezzi fece con il giovane Verdi, incoraggiandone gli studi. Il titolo "Verdi Talenti Barocchi" riprende proprio la rassegna "Verdi Talenti" (ideata e avviata dal maestro Dino Rizzo) con cui l'Associazione Amici di Verdi sostiene giovani interpreti. Un gioco di parole – talenti verdi, “in erba” – che quest'anno si colora di Barocco. Niccolò Bertoncini, 19 anni appena compiuti, studia liuto al Conservatorio Arrigo Boito di Parma con il maestro Gian Luca Lastraioli. Si è esibito in prestigiose sedi italiane ed europee, tra cui il conservatorio di Aix-en-Provence per il progetto "European Lute Orchestra". Vincitore del terzo premio al Paganini Guitar Festival 2023, partecipa regolarmente al ciclo ABSOLute. Dopo quella del sommo Claudio Monteverdi, fu senz’altro la figura più rappresentative ed autorevole del primo Seicento musicale lombardo, tant’è che all’età di vent’anni  era già famoso. Nel 1615 furono stampati a Venezia i suoi primi lavori e da allora, nell'arco di trentacinque anni, pubblicò ben diciassette raccolte tra musica vocale sacra, profana e strumentale. Ebbe prestigiosi incarichi professionali a Cremona e a Lodi; nel 1624 fu nominato a Varsavia organista di chiesa e di corte del re di Polonia e di Svezia, ma due anni più tardi rientrò a Cremona; poi fu a Bergamo, Venezia e infine ancora a Cremona fino alla morte che avvenne il 10 dicembre del 1665 e fu sepolto nella chiesa di Santa Lucia.

Come scrive il liutaio e studioso Marcello Villa in una accurata e documentata biografia, il Merula "nel 1614 contrasse matrimonio con Valeria Bordigalli dalla quale ebbe poi non meno di otto figli. Dallo storico locale del XVII secolo Giuseppe Bresciani, apprendiamo che il ventenne Tarquinio era già assai famoso: ‘1615: Tarquinio Merula ha con il suo grande et stravagante ingegno imparato il sonar l'organo et il contraponto di musica in quale molto se andatto affaticando si che s'a aquistato grandiss.o honore’. Nel 1615 vennero stampati a Venezia i suoi primi lavori, Il Primo Libro delle Canzoni a quattro voci per nonata, Op.1, esordiendo così nel mondo della musica con una raccolta di brani strumentali. Da allora Merula fu instancabile compositore e, nell'arco di trentacinque anni, pubblicò ben diciassette raccolte, tra musica vocale sacra, profana e strumentale. Seguirono poi numerosi incarichi professionali – scrive ancora Villa -  fu organista nella chiesa di S.Bartolomeo presso i Padri Carmelitani di Cremona e nel 1619 lo troviamo organista a Lodi nella chiesa dell'Incoronata. Nel 1624 si recò a Varsavia dove fu nominato Organista di Chiesa e di Corte presso la Corte del re di Polonia e di Svezia, ma due anni più tardi rientrò a Cremona dove fu contemporaneamente organista della chiesa di S. Agata e maestro della Cappella delle Laudi, solo il sabato, della Cattedrale. La Cappella delle Laudi era un'importantissima istituzione cremonese nata nel 1596 e svolgeva, sotto l'autorità esclusiva dei Prefetti della Fabbrica o Fabbricieri della Chiesa Cattedrale, il ruolo di accompagnamento musicale delle funzioni religiose esclusive del sabato, dedicate alla Madonna del Popolo. Mantenne per secoli, assieme alla Cappella della Cattedrale propriamente detta, un importantissimo ruolo culturale; in una società povera e di livello d'istruzione assai limitato ed elitario, ebbero il merito di istruire alla musica molti giovani di talento, diventati poi loro stessi Maestri di Cappella, come Marcantonio Ingegneri, Nicolò Corradino, Carlo Piazzi. Nel 1631 – prosegue Marcello Villa-  Merula fu chiamato a Bergamo come Maestro di Cappella in S. Maria Maggiore dove restò in servizio fino al 1633. Riconfermatogli il posto di Maestro alle Laudi, tornò a Cremona ma nel 1635, in seguito ad un' eccessiva richiesta di aumento dello stipendio, non fu riconfermato nella carica; gli fu preferito Nicolò Corradino (1577-1646) che vi rimase per un decennio fino alla morte, mentre Merula, dopo una breve parentesi pare presso l'arciprete di Seriate, tornò in servizio a Bergamo fino al 1640. Nel 1643 fu attivo a Venezia dove collaborò alla partitura de "La finta savia" di G. Strozzi, assieme a Filiberto Laurenzi, Arcangelo Crivelli, Alessandro Leardini, Vincenzo Torri e Benedetto Ferrari. Nel 1646 morì Nicolò Corradino, organista e Maestro di Cappella del Duomo di Cremona. Subito il Capitolo della Cattedrale emanò un "avviso di concorso" verso chi habbia pensiero d'impiegarsi in tal carico [...] nella Chiesa a far prova della sua arte. A furor di popolo i fedeli invocarono la nomina di Merula come Maestro ed organista e così il 25 Agosto 1646 fu nominato in tal carica "con lo stipendio di ducatoni 110 e undici lire". Sempre nel 1646  - prosegue ancora Villa - venne nominato Direttore della Musica dell'Accademia degli Animosi, sempre in sostituzione del defunto Corradino, eletto a tal carica dal Conte Cristoforo Schinchinelli, Principe dell'Accademia stessa. Quest'ultima, costituita nel 1560 era una istituzione culturale elitaria, le cui riunioni dei nobili iscritti si tenevano allora nella sala del Consiglio del Palazzo comunale e di cui Giovanni Battista Assandri, storico dell'Accademia, riporta di memorabili "trattenimenti armonici". Tra i suoi iscritti figurò negli anni precedenti anche il grande Claudio Monteverdi. Nel 1660 a Cremona, in occasione della nomina a Cardinale del cremonese Pietro Vidoni – aggiunge -  furono organizzate grandi feste. Nella Chiesa dei Carmelitani di S. Imerio, il 29 Aprile si cantò, come riferisce il Bresciani, "una solenne Messa di cinque chori di Musica concertata de voci et jstrumenti opera del Cav.r Tarquinio Merula Organista della Chiesa Cathedrale di questa sua patria Cremona". Mantenne questi prestigiosi incarichi fino alla morte che avvenne a Cremona il 19 Dicembre del 1665 e fu sepolto nella chiesa di S. Lucia all'altare del S.S. Crocifisso”. Per quanto riguarda invece la figura di Pellegrino Merula, sacerdote che si prese appunto cura del giovane Tarquinio, va ricordato che questi nacque a Zibello nel 1550 circa ma di fatto trascorse tutta la sua vita a Cremona, dove pubblicò diversi saggi storici, senza dimenticare mai, tuttavia, la sua terra d’origine, tant’è che nell’opera “Il Santuario di Cremona” ricorda che a Zibello ebbero sepoltura parecchi suoi congiunti. A Cremona guidò diverse parrocchie ed è citato anche da padre Ireneo Affò, insigne storico, che lo definisce versato alle belle lettere e storico erudito.  

Eremita del Po

Paolo Panni


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti