E’ uscito il libro “Vincenzo Antonio Petrali, il principe degli organisti”. Grande organista cremasco che suonò anche nel duomo di Cremona
E’ uscita, scritta da Aldo Salvagno e Diego Ambrosioni, la prima monografia su Vincenzo Antonio Petrali (Crema, 22 gennaio 1830 – Bergamo, 24 novembre 1889), valente compositore, pianista, direttore d’orchestra e soprattutto organista tra i migliori interpreti italiani della sua epoca. L’opera,è stata presentata presso la biblioteca Angelo Mai di Bergamo, prossimamente sarà presentata a Crema e si intitola “Vincenzo Antonio Petrali, il principe degli organisti”. Patrocinata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Crema, resa possibile grazie al sostegno dellaFondazione Popolare Crema per il Territorio e del Lions Crema Gerundo, l’esclusiva monografia è appunto dedicata monografia dedicata allo straordinario compositore, pianista, direttore d’orchestra e soprattutto organista tra i migliori interpreti italiani della sua epoca. Petrali fu organista nel duomo di Cremona, nella basilica di S. Maria Maggiore in Bergamo, maestro di cappella del duomo di Brescia e Crema, insegnante presso il Liceo Musicale di Pesaro.Visse la sua parabola artistica in un universo organistico ancora improntato fra la creatività organistica sinfonico-teatrale, basata sull'organo-orchestra, ed il rinnovamento sia organario, sia organistico del quale fu tra i più tenaci e convinti assertori, assieme al nascente Movimento Ceciliano. Pur in un momento alquanto travagliato e contraddittorio per la musica d’organo italiana, particolare non indifferente, Petrali tentò di attuare il suo ideale di riforma della musica sacra, rispettando la tradizione dell'arte organaria italiana, ancora legata ad una strumentazione orchestrale, comprendendo che essa non era ancora matura per assumere rivoluzionarie svolte costruttive come già avveniva, invece, in molti altri paesi europei. Allo stesso tempo, si legge su Wikipedia, non si piegò mai totalmente all'uso delle trascrizioni operistiche proprio del suo tempo, e nel periodo della maturità sposò con convinzione uno stile alquanto severo.
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