1914, quando il presidente degli Stati Uniti Wilson firmò le nuove leggi sull'agricoltura ispirandosi al sistema della Banca Popolare di Cremona e della Latteria di Soresina
Alla fine del 1800 il ministro e senatore cremonese, Conte Stefano Jacini, pubblicò il resoconto finale di un corposo e analitico lavoro sullo stato della economia agricola italiana. Il lavoro, che prese il nome di “Inchiesta Jacini”, aveva come punto focale l'analisi della situazione agricola italiana la quale, dopo neanche 30 anni dalla unificazione dello Stato, versava in condizioni drammatiche quasi dappertutto.
L'inchiesta alzava il velo e presentava con crudezza quello che era il settore produttivo primario e fondamentale per lo sviluppo italiano; Jacini riportò le condizioni di coloro che vivevano con il lavoro nei campi o nella zootecnia, il risultato fu che le condizioni sociali e lavorative erano spaventose. L'agricoltura italiana vedeva intere generazioni di braccianti vivere in tuguri al limite – se non sotto – la sopravvivenza, l'analfabetismo era pressoché totale, lo sviluppo del settore agricolo era ben lontano dalle esigenze di sostentamento di un paese unificato che doveva guardare al XX secolo. L'inchiesta rappresentava un punto fermo sul quale lavorare per poter far uscire l'intero comparto da una crisi sociale e produttiva che rischiava di travolgere l'intera economia nazionale. L'inchiesta Jacini avrebbe cambiato, soprattutto come ottica di sviluppo e di investimenti, la storia della agricoltura italiana.
All'inizio del 1913 il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson convocò il suo Segretario di Stato per l'agricoltura, David F. Houston, con la precisa intenzione di armonizzare e sviluppare il settore agricolo statunitense con tutti i mezzi possibili. Non era un lavoro da poco, le enormi distese destinate alla agricoltura dovevano trovare uno sviluppo unitario che le valorizzasse sia come economia di prodotto che come condizioni di vita. Houston decise di formare una commissione ad hoc la quale, nel giro di alcuni mesi, avrebbe dovuto proporre al Presidente una serie di riforme partendo dalla analisi della situazione europea.
La Commissione cominciò a visitare varie strutture in alcuni stati europei ma i giornali statunitensi, ricevendo dall'Europa i resoconti del lavoro degli incaricati, erano tiepidi: qualche innovazione in materia tecnologica e alcuni progressi in materia di lavoro nei campi non erano in grado di offrire il cambio di passo richiesto dal Presidente Wilson.
Il tono degli articoli cambiò radicalmente da giugno, quando la Commissione arrivò a Cremona per capire come veniva vissuto il mondo agricolo nella città dei violini. Gli incaricati di David F. Houston avevano trovato in città il cambio di passo che cercavano da mesi, un cambio di passo che partiva dalla Banca Popolare di Cremona e che aveva portato la Commissione a visitare gli stabilimenti della Latteria Soresina.
Il mondo della produzione agricola cremonese, affacciandosi al XX secolo, aveva compiuto passi da gigante dai tempi della inchiesta Jacini; passi che erano davanti agli occhi dei funzionari quasi sbalorditi. La Commissione prese visione di come, nello stabilimento di Soresina, veniva conferito e trasformato il latte di 4000 bovini da latte, dove la relazione tra il mondo agricolo e quello della cooperativa aveva dato origine ad una struttura funzionale ed ad una economia partecipata che richiamava gli interessi di tutta l'area valorizzando il lavoro degli addetti – a tutti i livelli – dell'intero settore produttivo.
I commissari statunitensi si incontrarono in città anche con i vertici della Banca Popolare di Cremona; se lo sviluppo produttivo del territorio aveva fatto progressi enormi in pochi decenni quello del sistema bancario collegato al mondo agricolo era stato impostato per garantire il progredire e la realizzazione degli obiettivi di crescita. La Banca aveva sviluppato intere linee di finanziamento per l'agricoltura a tasso estremamente agevolato, legando così gli investimenti sul territorio a coloro che lavoravano per il territorio. Gli ospiti d'oltreoceano erano increduli, i giornali cominciarono a titolare di come in Italia – a Cremona quindi – le banche finanziavano le attività agricole dando enorme sviluppo al settore. La partecipazione al capitale azionario della banca da parte dei cittadini stessi aveva focalizzato gli impieghi finanziari in materiali e in ricerca e sviluppo, in pratica la banca si faceva da garante per portare avanti quelle nuove idee che piacevano tanto a Woodrow Wilson.
Gli statunitensi rimasero senza parole quando nella sede della Popolare di Cremona capirono che i fertilizzanti per i campi venivano prodotti da una azienda del territorio, del resto chi meglio dei cremonesi stessi potevano conoscere le caratteristiche dei terreni circostanti e ottimizzare i suoi prodotti in base al tipo di semina richiesta? Probabilmente nessuno. I commissari presero nota anche del fatto che, per ridurre i costi di gestione bancaria, i lavoratori dell'istituto di credito dovevano lavorare, per i primi mesi, senza stipendio. Passati questi mesi, che oggi chiameremmo stage non retribuito, i candidati potevano essere assunti o meno in base alla loro volontà di proseguire la carriera all'interno della struttura o altrove.
Al rientro negli Stati Uniti la Commissione per lo sviluppo della Agricoltura presentò al Presidente Wilson e a David Houston un dettagliato resoconto e, nel 1914 Wilson firmò una delle leggi che fecero la storia della economia statunitense; la legge Smith-Lever che aveva come punto focale lo sviluppo agricolo. Wilson decise di partire incentivando gli studi in ricerca e sviluppo nel settore agronomico e zootecnico, nelle università delle zone a vocazione agricola arrivarono i finanziamenti per sostenere gli studenti e gli studi volti a migliorare la produttività dei terreni e lo sviluppo delle industrie collegate, del resto chi meglio dei centri di ricerca universitari poteva conoscere le caratteristiche dei terreni circostanti? Probabilmente nessuno.
Nel 1916 lo stesso Wilson firmò il “Federal Farm Loan Act”, legge rivoluzionaria per quei tempi, dato che prevedeva finanziamenti a tassi agevolati al settore agricolo grazie alla costituzione di linee di credito dedicate all'agricoltura e allo sviluppo di istituti bancari a livello locale. Le banche locali avrebbero agito da garante finanziando sia le aziende agricole che il sistema cooperativo collegato, in pratica ciò che la Commissione aveva visto a Cremona doveva aver lasciato il segno. Woodrow Wilson “tornerà” a Cremona nel 1919, prima quando la città gli dedicò una strada intitolandola a suo nome, l'attuale via Dante, poi per seguire le vicende del canale navigabile Milano – Cremona. Wilson poneva grande fiducia nella apertura di questa nuova via d'acqua al centro della Pianura Padana ma, una volta confermato dal Governo Italiano il disinteresse per il canale navigabile, anche lo stesso Wilson abbandonò l'idea di entrare come finanziatore nel progetto.
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