7 febbraio 2025

A Cappella di Casalmaggiore il pranzo in occasione della patrona Sant'Agata. L'occasione sarà quella di raccogliere donazioni per il restauro della torre campanaria

Tutto pronto, a Cappella di Casalmaggiore, per la Festa Patronale di Sant’Agata. Domenica 9 febbraio alle 11 sarà celebrata la messa; a presiedere la celebrazione sarà il parroco don Claudio Rubagotti affiancato dai sacerdoti dell’Unità Pastorale. Seguirà, alle 12.30, il pranzo comunitario nella saletta dedicata a Don Enrico Moreschi. Pranzo che avrà una nobile finalità. Infatti i proventi saranno destinati ai prossimi lavori necessari per la torre campanaria della chiesa del paese (per prenotazioni e info tel. 3337287657 e 3332434593). Chiesa che è “testimone”, per altro, di un passato rilevante.

Don Parazzi, autentico antesignano di generazioni di archeologi della Diocesi di Cremona quando parlava della colonizzazione della fertile campagna cremonese, ricordava molto giustamente che “non è scomparso nulla, è tutto lì sotto i nostri occhi, basta osservare”. In passato, almeno fino agli anni Sessanta del Novecento, tutto era più osservabile, poi sono arrivati qua e là macchinari agricoli talvolta “distruttivi” e vari “baracconi” in cemento che hanno tolto parte della storia (ma del resto, la storia e la cultura spesso non vanno d’accordo coi più fondamentalisti dei mercenari del dio denaro).

Giusto comunque ricordare che lo storico Ugo Gualazzini ebbe a osservare, oltre una cinquantina di anni fa, i conci di un tempio ad Artemide/Diana oggi scomparso (ma visibile almeno fino al 1957), proprio sul sagrato della chiesa di Cappella di Casalmaggiore, di fatto solo una delle persistenze romane distrutte o eliminate a scapito della collettività. Per quanto riguarda sempre la chiesa del paese, la sua esistenza è certificata fin dal 1300 ma solo nel 1600, di fatto, col sorgere della Confraternità del Santissimo Sacramento i sacramenti e le processioni iniziarono a tenersi anche nel piccolo centro di campagna che, in precedenza, faceva riferimento al Duomo di Casalmaggiore.

Nel 1590, quindi, arrivarono i primi candelabri e la croce d’ottone dorata e nel 1752 venne ricostruita la chiesa (più alta e più grande della precedente). Tornando indietro nel tempo, ecco che nel 1522,  il vescovo monsignor Trevisani fece effettuare ispezioni nella chiesa dell’epoca (la precedente) inviando sacerdoti da Venezia. La prima visita di un vescovo risale al 1565 e non fu certo un vescovo qualsiasi. Era infatti Nicolò Sfondrati di cui proprio in questi giorni ricorre il 490esimo anniversario della nascita avvenuta l’11 febbraio 1535 a Somma Lombardo.

Sfondrati era figlio di Francesco, conte di Riviera, discendente di una delle più nobili famiglie cremonesi, e di Anna Visconti dei Signori di Somma e in futuro divenne papa col nome di Gregorio XIV dopo aver retto la diocesi di Cremona. Ad oggi l’unico vescovo di Cremona ad essere salito al soglio pontificio. Della stessa Cremona fu vescovo anche Francesco Sfondrati (padre di Nicolò) che, dopo essere rimasto vedovo, e dopo una importante carriera da giurista e senatore, abbracciò lo stato clericale, divenne cardinale nel 1544 e, dopo avere occupato altre sedi episcopali, nel 1550 venne trasferito proprio alla diocesi di Cremona dove fu praticamente una “meteora”; infatti morì improvvisamente due settimane dopo la presa di possesso.

Il 5 dicembre 1590, dopo un conclave durato quasi due mesi, Nicolò Sfondrati fu nominato Papa e, in omaggio alla memoria di Gregorio XIII che lo creò cardinale assunse il nome di Gregorio XIV. Apertosi la sera del 6 ottobre 1590, il conclave si concluse il 5 dicembre successivo con l’elezione, appunto, del vescovo di Cremona, dopo che le candidature dei soggetti più quotati erano naufragate una dopo l’altra. Fu il 229esimo papa della Chiesa cattolica ed il 137esimo sovrano dello Stato Pontificio e morì a Roma il 16 ottobre 1591, anno che fu per altro funestato da una grave pestilenza ed in quella circostanza lo Sfondrati si adoperò largamente in elemosine ed aiuti e favorì anche l’apertura di lazzaretti per gli appestati.

Nel soccorso agli ammalati si distinsero Camillo de Lellis e i suoi confratelli, nonché il giovane Luigi Gonzaga il quale, spinto dal suo ardente spirito di carità, finì con il contrarre il morbo, morendo a soli ventitré anni. Tornando al paese di Cappella ecco che, per quanto riguarda il camposanto, fino al 1800 e quindi sino alla celebre riforma voluta da Napoleone Bonaparte di cui parla anche il grande poeta Ugo Foscolo nella poesia “I Sepolcri” si trovava sul sagrato della chiesa stessa, per poi essere spostato altrove.

Organo e cantoria della chiesa risalgono invece al 1810 mentre nel 1845, esattamente 180 anni fa, vennero soppresse tutte le confraternite per volere dell’Imperatore d’Austria, ad eccezione di quella del Santissimo Sacramento che nella piccola frazione ebbe una assoluta rilevanza. Infine anche un fatto singolare, ripescando sempre tra gli aneddoti della storia. Infatti in passato venne nominato, dal parroco di Casalmaggiore, un cappellano per la frazione di Cappella che, tuttavia, rifiutò di trasferirvisi perché spaventato da Moreschino Moreschi che lo aveva minacciato e si era già macchiato di un omicidio. 

Eremita del Po

Paolo Panni


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