8 agosto 2024

A Lourdes con l'Unitalsi la Messa alla Grotta. E nel pomeriggio nella chiesa di Santa Bernadette. Il vescovo: "Dio è sempre pronto a rialzarci. Ma noi dobbiamo desiderare di rimetterci in piedi”

LOURDES- Il tempo sta veramente “graziando” i pellegrini dell’Unitalsi lombarda e della diocesi di Cremona che da martedì 6 Agosto si trovano ai piedi dei Pirenei, nel grande santuario internazionale di Lourdes, per conoscere e soprattutto concretizzare il messaggio della Vergine Maria apparsa 18 volte a Bernadette. Il sole, infatti, è ancora nascosto dietro spesse nubi permettendo così di godere una temperatura assai gradevole. All’alba dell’8 Agosto il massiccio castello che domina la cittadina francese era addirittura avvolto nella nebbia e così pure la verdeggiante collina des Espélugues che nella serata di mercoledì 7 aveva accolto i lombardi per la Via Crucis notturna

Per i partecipanti al pellegrinaggio della diocesi la mattinata di Giovedì 8 è iniziata con la Messa alla Grotta presieduta dal Vescovo Napolioni nella memoria liturgica di San Domenico di Guzman. Il gruppo unitalsiano, invece, si è diviso in due: i pellegrini e diverse dame e barellieri hanno visitato il piccolo villaggio di Bartres, mentre gli ammalati hanno percorso la Via Crucis nella prateria, l’immensa spianata verdeggiante al di là del fiume Gave che offre sempre una rigenerante frescura.

Quella di Bartres – spiega il presidente di Unitalsi Cremona, Guarneri – è una novità di quest’anno. Si tratta di una località a pochi chilometri da Lourdes che però si trova in una posizione incantevole tra i monti con una bellissima vista sui Pirenei. È luogo silenzioso dove poter contemplare la bellezza della natura che è sempre riflesso della bellezza di Dio”. A Bartres Bernardette soggiornò due volte: appena nata per essere allattata dalla balia che in questo luogo risiedeva e poi da adolescente, tra il 1857 e il 1858, mandata dai genitori per farla fuggire dall’improvvisa indigenza che costrinse la famiglia a trovare rifugio nel malsano Cachot. In questo paesino la ragazza, accolta dalla sua antica nutrice, fece qualsiasi tipo di lavoro tra cui la pastorella. “Durante la mattinata – continua Guarneri – abbiamo visitato l’ovile ancora intatto, la chiesa con il cimitero dove è sepolta la balia che tanto amava Bernadette, la fontana lavatoio e la zona dove sorgeva la casa. Quei mesi furono un tempo felice e spensierato della veggente, il parroco del luogo cercò di insegnarle i primi rudimenti del catechismo dato che non era mai stata a scuola e non aveva ancora ricevuto la comunione, ma purtroppo con scarsi risultati”.

Nel pomeriggio, presso la chiesa di Santa Bernadette, al di là del fiume Gave, gli unitalsiani hanno celebrato la Messa e ricordato gli anniversari di matrimonio o consacrazione religiosa. A presiedere l’Eucaristia il Vescovo Antonio affiancato da don Maurizio Lucini, assistente di Unitalsi Cremona e direttore spirituale del pellegrinaggio, dal sacerdote novello, don Giuseppe Valerio, originario di Spinadesco e dagli altri sacerdoti.

Nell’omelia della Messa, celebrata nella memoria del fondatore dell’Ordine dei Predicatori, il presule ha sottolineato la cura premurosa di Dio nei confronti di ogni uomo: “Il nostro nome è scritto sulle sue mani e il suo patto di alleanza lui lo verga nel nostro cuore. Non dobbiamo temere nulla perché il nostro destino è scritto dalla sua sapienza, soprattutto le nostre cadute e le nostre fragilità perché Dio è sempre pronto a rialzarci. Ma noi dobbiamo desiderare di rimetterci in piedi”. Poi un accenno agli sposi e alle religiose che quest’anno celebrano un particolare anniversario: “Fate come me non contate gli anni, ma i giorni in cui vi siete risvegliati dal torpore di una vocazione senza passione e senza futuro. Questi risvegli sono un dono del Signore”.

Terminata l’omelia mons. Napolioni ha benedetto i festeggiati mentre i responsabili di Unitalsi hanno donato loro una pergamena e un piccolo oggetto sacro, ricordo di questa intensa trasferta francese.

I cremonesi, invece, guidati da don Bottesini, responsabile diocesano dei pellegrinaggi, hanno fatto tappa a Bartres.

Dopo cena uno dei momenti più attesi e più intensi del pellegrinaggio: la processione aux flambeaux. “Si tratta – spiega sempre Guarneri - di un modo molto gioioso e coinvolgente di mettere in pratica l’invito della Madonna ad andare in processione, cioè insieme, come popolo, nel luogo in cui è apparsa. Ciascuno porta in una mano una candela e nell’altra il rosario, la più potente arma contro il male. Al canto dell’Ave Maria ciascuno alza la propria luce creando un effetto ottico estremamente commovente: un vero e proprio fiume luce aperto dalla Croce e concluso dall’effigie di Maria. Pregare, poi, in tante lingue diverse ci permette di immergerci in quella dimensione universale della fede che ci ricorda che il Vangelo è per tutti: un messaggio di salvezza che travalica qualsiasi lunga, cultura, tradizione”.

Venerdì il gruppo diocesano col Vescovo proseguirà per Barcellona, mentre gli unitalsiani in mattinata celebreranno la Messa alla Grotta, mentre nel pomeriggio vivranno il gesto dell’acqua che dopo la pandemia sostituisce il bagno nelle piscine, il passaggio sotto la statua di Maria e il Rosario delle ore 18 in diretta su TV2000.

Sabato sarà dedicato alla riflessione con una catechesi di padre Nicola Ventriglia, coordinatore dei cappellani italiani, e, nel pomeriggio, alla Messa di saluto presieduta da don Lucini. Subito dopo la partenza per l’Italia. Arrivo previsto domenica in tarda mattinata.

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Claudio Rasoli


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