7 aprile 2025

A novembre saranno 400 anni dalla morte di Sofonisba Anguissola, a Monaco il 27 marzo sono andati in asta due suoi quadri. Da Cremona nessun segnale. E al Museo non c'è un solo quadro dell'artista

Sarebbe stata la grande occasione per celebrare i 400 anni della morte di Sofonisba Anguissola che cadono nel novembre di quest'anno ma da Cremona nessun segnale. Eppure nel nostro museo non c'è una sola opera della grande pittrice cremonese. Purtroppo, ad oggi, nulla figura nell'agenda cremonese del prossimo anno che possa ricordare la grande pittrice: una grande mostra su Sofonisba, un parallelo con Van Dick di cui è stata, ormai anziana, la "maestra", un convegno di studi, magari l'acquisizione di una sua opera visto che a Cremona non c'è un solo quadro della grande artista. Niente, neppure un appello ad eventuali sponsor.

Così lo scorso 27 marzo sono andati all'asta a Monaco di Baviera due magnifici quadri dell'Anguissola, uno addirittura firmato e datato senza che dal Comune di Cremona vi fosse il minimo interesse. LIn asta c'era un "Ritratto di una signora nobilmente vestita", olio su tela dalle dimensioni 101x83 cm. (il valore tra i 70 e i 120mila euro). Questa la descrizione nel catalogo dell'asta: "Davanti alla parete scura di un interno, è raffigurato a tre quarti una giovane donna con una pesante tunica bianca, un mantello, un grande colletto di pizzo e una piccola corona tra i capelli castani e ricci, ornata di rose e altre decorazioni floreali. Indossa lunghe catene d'oro e una raffinata collana di perle al collo e tiene nella mano destra tesa un prezioso crocifisso. Ha un viso delicato e fine e i suoi occhi guardano fuori dall'immagine con un'espressione leggermente pensierosa. Si ritiene che il personaggio raffigurato sia una figura imparentata con Santa Elisabetta d'Ungheria (1292-1338), poiché alcuni elementi distintivi, come il fiore tra i capelli, la corona sul capo e il crocifisso in mano, nonché il suo ingresso nell'ordine francescano, potrebbero indicare un collegamento con le origini dell'opera, risalenti al periodo dei Frati Minori e dei Cappuccini. La modella potrebbe quindi essere identificata con Caterina di Lorena-Mayen, ritratta da Porbous con la stessa acconciatura, con fiori e rose tra i capelli e una corona in testa". Il quadro proviene dalla Curia Generalizia dei Frati Minori Cappuccini, Roma poi acquistato da un importante collezionista privato  nel 2023.

Il secondo quadro è un "Ritratto di un ragazzo nobile", olio su tela di 84x64 centimetri, fimato e datato in basso a sinistra "1556". Il valore stimato è tra gli 8mila e i 12mila euro. Nel catalogo si legge: "Il ritratto del ragazzo è realizzato a tre quarti. Il ragazzo, vestito di seta nera, ha una spada appesa alla cintura, segno che appartiene a una casata nobile di alto rango. Tiene anche un bastone nella mano sinistra, forse un riferimento ai futuri doveri militari. L'alto rango della sua posizione familiare è ulteriormente evidenziato dal drappeggio in velo sullo sfondo, ma anche dai ricami in oro sull'abito, dipinto nello stile e nell'aspetto di una catena d'oro. La persona raffigurata non è stata ancora identificata. Il dipinto firmato è datato “1556” (58?). L'abbigliamento e l'habitus indicano la moda diffusa presso la corte ispano-asburgica. Ciò è ancora più notevole se si considera che la pittrice non fu chiamata alla corte reale spagnola prima del 1559, dopo che il dipinto era stato realizzato dal duca d'Alba, Fernando de Toledo, dove dipinse Filippo II e la sua famiglia. Il dipinto è stato realizzato nel periodo in cui si è autoritratto davanti al cavalletto con il dipinto "Maria e Gesù" del 1556-57 (Collezione Sirling). Oltre alla famiglia reale spagnola, ritrasse anche molti nobili italiani e spagnoli dell'epoca. Molte opere entrarono a far parte delle collezioni d’arte del Vaticano".

Sarebbe stata una bella occasione per Cremona di ricordare la più grande pittrice del rinascimento a 400 anni dalla morte. Infatti, come ricorda Millo Borghini nel suo libro, "Sofonisba, una vita per la pittura e la libertà", "Sofonisba Anguissola si spegne a Palermo il 16 novembre 1625 e viene sepolta nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi, a lei molto familiare, ove sempre si recava per le funzioni religiose. Sette anni dopo, nel 1632, il marito Orazio le fa porre una lapide sulla quale è scritto in latino: "Alla moglie Sofonisba, della nobile famiglia Anguissola, per bellezza e per le straordinarie doti di natura posta fra le donne illustri del mondo, e così insigne nel ritrarre le umane immagini, che nessuno della sua età potè esserle pari, Orazio Lomellini, colpito da grande dolore, dedicò questo estremo segno di onore, esiguo per una tale donna, ma massimo per i comuni mortali"

Insieme ai due quadri dell'Anguissola è andata in asta anche una coppia di ritratti di Luigi Miradori, detto il Genovesino, (ciascuno 51x39,5 cm.) con il prezzo a catalogo di 12mila-18mila euro. "I busti sono raffigurati ciascuno su uno sfondo beige. In un'immagine è raffigurata una ragazza rivolta verso destra, vestita con un'elegante tunica rossa brillante, in parte decorata con strisce dorate. Ha un collare speciale con un fiore al centro e un altro fiore rosso tra i capelli. Porta anche una collana di perle attorno al collo e ha la testa rivolta verso destra, ma i suoi occhi sono rivolti verso l'osservatore. L'altro dipinto mostra una ragazza rivolta verso sinistra, che indossa abiti identici e porta anche lei una collana di perle. Tuttavia, ha due fiori bianchi tra i capelli e, inoltre, sembra uscito dall'immagine con le guance leggermente arrossate. Entrambe le ragazze hanno una carnagione fine e delicata. La loro somiglianza, compreso il modo in cui vestono, suggerisce che siano due sorelle". (m.s.)


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commenti


Anna Luisa Pini

7 aprile 2025 09:17

Sto facendo un lavoro sulle donne nell’arte e sono rimasta veramente basita che Cremona non dedichi niente a questa grande artista. !!!!!!

Anna L Maramotti Politi

7 aprile 2025 10:23

Sarebbe un oltraggio non provvedere velocemente a porre in essere un'iniziativa di "grande" spessore. È un dovere che si configura come un diritto a mantenere viva la memoria di una fra le più esimie concittadine

Fabio

7 aprile 2025 11:59

Grande spessore, aspettiamo che anche il Museo civico sia destinatario di qualche milione di euro da parte di Arvedi come il Museo diocesano

Gianni

7 aprile 2025 11:38

Gli Anguissola erano una famiglia aristocratica piacentina, non cremonese. Per questo sarà più facile vedere una mostra a Piacenza. Sofonisba (lett. "donna che conserva la saggezza") mal si coniuga con Formaggi&sorrisi, Salumigaudenti, Testediravanello e Zucchevuote...

François

7 aprile 2025 11:45

Pio desiderio: da questi signori del "melegot" cosa pretendete...