A2A, terremoto politico: per le indagini a Rovato si dimette il sindaco Belotti. Qui solo silenzio: Galimberti spieghi ai cittadini cosa sta succedendo
Mentre a Cremona si continua a minimizzare parlando di “atti dovuti”, semplici richieste di documentazione e passaggi formali, altrove le ripercussioni delle indagini sulla fusione tra Linea Group e A2A cominciano a produrre i primi effetti. Effetti dirompenti, al punto che non è fuori luogo parlare di “terremoto politico”. A Rovato, comune bresciano che insieme a Cremona, Crema, Pavia e Lodi partecipa in Linea Group, proprio per la piega che sta prendendo la vicenda A2A si è dimesso il sindaco Tiziano Belotti. La notizia è di ieri e a riportarla è il Giornale di Brescia. Belotti, rieletto con il sostegno delle liste del centrodestra nel settembre del 2020 con il 54% delle preferenze ha fatto qualcosa cui in Italia raramente si assiste in politica: ha lasciato spontaneamente la poltrona sconcertato dalle indagini in corso sulla fusione societaria. Operazione che lui stesso, negli anni scorsi in veste di consigliere comunale (la cessione ad A2A prende avvio nel 2015), ha sempre contestato.
E per quale motivo ha sempre contestato la cessione di Linea Group ad A2a? Per la mancanza di gara pubblica, che è poi il motivo per il quale l'Anac (autorità anticorruzione) nel 2018 ha dato parere contrario all'operazione, parere a seguito del quale sono partiti gli accertamenti disposti dalla Corte dei Conti e portati avanti in questi giorni anche a Cremona dalla Guardia di Finanza di Pavia. La mancanza di gara pubblica è peraltro il fulcro dell'esposto presentato alla Corte dei Conti e all'Anac dal Movimento 5 Stelle nei giorni scorsi e sempre la mancanza di pubblica gara sta alla base della sentenza con la quale il Consiglio di Stato, qualche mese fa, ha bocciato un'operazione molto simile, ossia l'acquisizione da parte di A2a della società Aeb, ex municipalizzata di Seregno.
Insomma, anche senza spingersi a conclusioni affrettate e populiste, ce n'è a sufficienza per porsi qualche domanda sull'intera operazione. Per volerne sapere di più. Eppure a Cremona il silenzio dell'amministrazione comunale su tutta questa vicenda è assordante, clamoroso. Per certi versi irritante, dal momento che in fin dei conti si tratta della gestione della “res publica”, della “cosa pubblica”. Di servizi essenziali per i cittadini, come energia, luce, gas, acqua. Qui niente. Solo silenzio, nessuna parola da parte del sindaco Galimberti, che a fronte delle legittime preoccupazioni mostrate dai consiglieri del centrosinistra che avallarono l'operazione nel 2015 e l'hanno avallata di nuovo nel maggio di quest'anno (con voto favorevole alla cessione del restante 49% di Lgh ad A2a) ostenta sicurezza.
Il problema è che il re comincia a mostrarsi nudo. Le indagini della Finanza incalzano, gli avvisi di messa in mora per consiglieri e amministratori sono arrivati, a Cremona come a Pavia e Rovato (qui l'articolo di ieri). E là, nel comune bresciano, tanto è bastato al sindaco Belotti per fare un passo indietro. “La triste vicenda della cessione delle quote Lgh ad A2A – ha spiegato Belotti - mi vede ora coinvolto come destinatario di un atto di costituzione in mora. Vivendo da sempre con un'etica e una morale, non ritengo di potere continuare l'esperienza di sindaco in queste condizioni assurde e irragionevoli. Risulta davvero impossibile esercitare la carica con serenità, serietà e senso del dovere”.
Chapeau al sindaco di Rovato, che coerentemente con la sua linea non solo non è rimasto in silenzio, ma ha lasciato la poltrona. “Come sindaco – ha detto ricordando la sua posizione sulla vicenda A2a – ho sempre difeso gli interessi del mio territorio e del mio Comune spesso contro tutto e contro tutti. In particolare nella vicenda della cessione di quote di Lgh ad A2a la mia posizione è sempre stata fortemente critica. Ora mi si accusa di avere responsabilità di un presunto danno patrimoniale per detta vicenda, ignorando di fatto tutte le numerose azioni, anche pubbliche, e tutte le sollecitazioni avanzate dal sottoscritto proprio nel senso di pretendere una gara pubblica”.
La linea di Belotti è chiara, quella di Galimberti altrettanto. Il primo non ha mai sostenuto l'operazione, il secondo l'ha difesa a spada tratta e anche recentemente, in un post su Facebook l'ha citata come esempio di gestione virtuosa dell'amministrazione. Nessuno accusa il sindaco di Cremona di aver commesso un illecito, nessuno lo ritiene colpevole di qualcosa, ma forse è giunto il momento che Galimberti esca dal mondo virtuale dei social e dalla sua "turris eburnea" e parli ai cittadini, spieghi cosa sta succedendo, cosa sta facendo per tutelare il Comune e i cremonesi. Che rompa, una buona volta, il suo incomprensibile e ormai controproducente silenzio. Glielo ha chiesto più volte l'opposizione, glielo chiede la cronaca degli ultimi mesi. Lo deve ai cittadini.
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